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Sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto ormai da venti minuti.
È Venerdì.
Devo alzarmi per andare dai miei nonni, a salutare mia madre.
Sono distrutta.
Penso che potrei morire da un momento all'altro, non mi piacciono per niente le complicazioni.
Stava andando tutto così bene.
Ma ovviamente non posso vivere una vita tranquilla, scherziamo?! I problemi sono sempre lì dietro in fila indiana che aspettano che la situazione vada meglio per poter sbucare uno alla volta, prima o poi si esauriranno no?
Bussano alla porta.
«Chi è?»
«Nate»
Oh dio mio! Questo ragazzo sbuca sempre nei momenti meno opportuni, sbuffo.
«È aperto»
Apre la porta lentamente, e la chiude dietro di sé, è vestito con un giacchetto di pelle, una t-shirt bianca e dei jeans blu chiaro con alcuni strappi, bello l'outfit.
«Chloe, va tutto bene?»
«Alla grande» dico mentre mi tiro su e mi siedo a gambe incrociate sul letto, forse se lo sta chiedendo dato che sono in pigiama all'ora di pranzo, ho i capelli che sembrano appena esplosi, il mascara tutto colato sulle guance che evidenzia il segno delle lacrime di ieri.
«Sei sicura? Non mi sembra...» replica avvicinandosi
Ma sì, sto bene! Come mai tutta questa preoccupazione per me?
«Sto bene!»
«Mh...va bene»
«Volevi dirmi qualcosa?»
«Sì, volevo parlarti della settimana scorsa, quando siamo usciti tutti insieme agli altri»
«Esattamente di cosa? Perché ho molti ricordi di quel pomeriggio» dico vaga, so che sono stupida e mi comporto da bambina in questo modo ma non mi sento pronta ad affrontare questo argomento, soprattutto adesso.
«Del "nostro" ricordo» mima con le dita le virgolette
«Bene, allora, va bene se ci incontriamo la prossima settimana e ne parliamo? Perché adesso dovrei partire per andare da mia madre» dissi velocemente, un attimo, COSA HO DETTO!! Non so perché l'ho detto!? Era una scusa per liquidarlo.
«Va bene, allora ci sentiamo, ti scrivo io. Ciao Chloe» mi risponde ed esce dalla stanza sbattendo lievemente la porta, era visibilmente irritato, cazzo.

Nathan's POV
Ma che palle! Non si può mai parlare con questa ragazza? Che problema ha? Trova sempre una scusa per evitare di vedermi e di parlarmi, giuro che se quando torna dopo essere stata "da sua madre" rifiuta ancora di parlarne mi incazzo sul serio.

Chloe's POV
Sono in macchina da ormai un'ora e mezza, l'ho noleggiata qualche giorno fa telefonando a questa azienda di autonoleggio, non potevano abitare più vicino di Seattle?
Riconosco il vialetto di sassolini colorati che riempie di serenità quel quartiere. Tutte le case sono vecchie, alcune disabitate e non sono curate mentre i miei nonni si sono impegnati al massimo per riuscire a trasformarla in un posto più vivibile e accogliente; che quando lo vedi ti riempi di gioia. Mia nonna Margaret sta simpatica a tutto il vicinato, è sempre sorridente ed è disponibile con tutti, ha un animo dolcissimo e senza di lei io sarei persa. A volte penso a quando lei non ci sarà più, e a quanto il mondo potrà essere deprimente...
Mio nonno Francis invece, è forte, davvero tanto forte, ha sostenuto sempre mia nonna, in ogni momento, persino quando la mamma stava male per papà e lui avrebbe voluto spaccare la faccia a quell'orribile uomo ma non lo fece, mai; stava in casa con mia nonna a consolarla e a rassicurarla inutilmente. Però è l'opposto di mia nonna, anche lui è simpatico ma non si espone più di tanto, è abbastanza diffidente e ci mette un po' prima di fidarsi di una persona, gran parte del mio carattere l'ho preso da lui ed è uno dei tanti motivi per cui ci vado d'accordo.

Busso alla porta di casa.
Maggie apre la porta e appena i suoi occhi incontrano i miei li vedo luccicare:«Tesoro mio!» «Nonna!» mi venne ad abbracciare fortissimo, quasi soffocai, ma non ci badai e ricambiai.
Nella cucina c'era mio nonno che leggeva il giornale, alzò lo sguardo e mi sorrise:«Ei Chloe, tutto bene?» «Sì nonno, tutto a posto tu?» «Non c'è male» mi fa quasi strano, c'è una differenza epocale dal benvenuto della nonna da quello del nonno.
«La mamma?» domandai a Francis
«Grace è in camera» a mio nonno non è mai piaciuto chiamarla figliola, tesoro e cose del genere, preferisce chiamarla per nome, ma non gli ho mai chiesto il motivo, fa così con tutti.
«Come sta?»
«Non c'è male, si è ripresa ma si vede che è stanca, al telefono fingeva, è stanca di questa situazione assurda Chloe, perché è consapevole del fatto che non può più vivere così, si è già rovinata la vita abbastanza, perciò ti prego, aiutala»
«Tranquillo nonno, ci penso io»
Busso alla porta della vecchia camera di mia madre, quando ancora vivevano tutti insieme felici e contenti.
«Avanti» sento la voce flebile della donna che mi ha cresciuto mostrandosi serena e senza alcuna preoccupazione anche se realmente ne aveva tantissime dentro di lei, da nascondere davanti al volto di una piccola bambina, e una delle più grandi che non doveva far trasparire era mio padre.

Entro.
«Ciao mamma» sussurro quasi, lei alza lo sguardo, e corre velocemente ad abbracciarmi.
«Quanto mi sei mancata tesoro mio!»
«Anche tu mamma, moltissimo» si stacca dall'abbraccio.
«Come va a scuola? Ti trovi bene?» inizia la conversazione sorridendo, ha ragione il nonno, non sta bene per niente. Ma perché continua a fingere? Sono sua figlia, non dovrebbe avere problemi a parlarmi di cosa la turba!
«Sì, tutto a posto, ho recuperato tutto quello che mi mancava e ho fatto amicizia con un gruppo di ragazzi»
«Che bello, sono davvero contenta per te»
«Tu invece? Come te la passi qui a Seattle?»
«Direi abbastanza bene, tutte le mattine mi alzo per andare a lavoro, ho trovato un negozio che mi ha assunto come commessa, vende oggetti per la casa»
«Ah, bene allora»
Continua a sfoggiare questo sorriso falso, mi da sui nervi!
«Mamma adesso basta! Che cos'hai? Si vede lontano un miglio che non stai bene»
«Ma Chloe sei impazzita? Io sto benissimo»
«Sì, e papà non ha più problemi di alcolismo»
Abbassa lo sguardo.
L'ho colpita nel segno.
Un po' mi sento in colpa, non volevo arrivare a questo, ma mi ha praticamente costretta.
«Papà mi ha chiamato»
«E cosa ha detto!?»
«Che gli dispiace, che non voleva fare quello che ha fatto, che ci rivuole indietro»
«Be, è quello che dice sempre, mi aspettavo un copione diverso. E in ogni caso io non potrei andare»
«Lo so, ma io potrei, il problema è che non so se me la sento»
«Mamma non devi andarci!»
«Ho provato a dirglielo, a spiegargli che non volevo andare, ma lui mi ha detto che verrà qui e mi porterà via a forza se non vado di mia spontanea volontà»
«Ma adesso oltre che alcolista sta diventando anche stalker e maniaco!? L'importante è che tu non parta senza dirmelo, non puoi farlo mamma, sai cosa succederà, è già capitato più volte»
«Sì, so bene cosa accadrà se lo faccio, ma anche se non lo faccio so benissimo cosa potrebbe succedere»
«Be, adesso lasciamolo perdere. Non puoi cambiare telefono? Andare in un'altra città?! Condurre una nuova vita!»
«Chloe, ma ti senti? Tu sei stata presa al college più prestigioso del Paese, io mi sono sistemata dai nonni e ho trovato un lavoro, come faccio a mollare tutto e partire? Come faccio ad abbandonare le persone che amo di più al mondo qui da sole consapevole che da un momento all'altro potrebbe arrivare mio marito a fargli del male?»
Non ci avevo pensato. Nella mia testa c'era solo la sua felicità, come potesse ritrovare la serenità, conoscere qualcun altro, uscire qualche volta, avere delle amiche.
«Troveremo una soluzione» le dissi concludendo il discorso e abbracciandola, lei ricambiò.

Sono nel divano-letto in salotto, abbiamo cenato e guardato un programma tv, eravamo tutti stanchi infatti alle 22 sono andati tutti nelle rispettive stanze. Ora sono nel letto sdraiata, ho sentito Emy, mi ha detto che sta bene, però è triste perché ha litigato con Caleb, l'ha trovato con una a baciarsi dietro la scuola, mi ha riferito che quando li ha visti era a bocca spalancata con gli occhi lucidi pronti a scoppiare. Lui l'ha notata, ha cercato di parlarle ma lei scappò via e si chiuse in camera. Una piccola parte di me voleva tornare alla Collins, mi mancava stare con Emy...

DOMENICA

Sono le 11:35.
Era da molto tempo che non mi svegliavo tardi.
Mi alzai con molta calma e andai a fare una colazione abbondante con un waffle alla nutella, té al limone e una mela. Che bello mangiare dalla nonna!

Mi sono appena lavata e mi sono vestita con dei jeans scuri a vita alta, una canottiera nera e sopra una felpa bianca che arriva alla pancia. Sono pronta per andare a fare un po' di sano shopping.

Entro da Pull&Bear, Bershka, H&M, Subdued, Zara.
Ho comprato un botto di roba, mi rallegra un sacco fare compere, soprattutto se si tratta di vestiti. Sono le 14:00 quindi decido di tornare a casa.
Appena entro vedo una confusione atomica, mobili ribaltati, lampade per terra e vasi rotti; salgo le scale e intravedo attraverso la porta della stanza di mia madre una marea di vestiti sparsi ovunque.
È tornato il mostro.

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Heilaa bellezze!💕

Come state?
Votate se volete e commentate con ciò che vi piace e non della storia.

IMPORTANTE:
I POV degli altri personaggi sono solo delle piccole parentesi per far capire gli stati d'animo, quindi non interverranno spesso nel racconto oppure se intervengono sono solo piccole frasi perché la protagonista è Chloe.
E altra cosa, non ho messo il SABATO perché non è successo nulla di importante altrimenti il racconto si svolge lentamente.

-DyylObri🤘

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