Dopo la corsetta fino al gelataio, finalmente ebbero il loro gelato, nonostante era dicembre.
Ma ehi, il gelato era a vita, come diceva la nostra cara Min-Young..
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.«Ti piace il tuo gelato?» chiese la giovane fanciulla sorridendogli, tenendo in mano il cono gelato al gusto di pistacchio.
«Mhhh...molto buono. Quasi quasi ne vorrei prenderne un'altro.» rispose sporcandosi la bocca senza accorgersi.Min-Young notando che era sporco prese un fazzoletto dalla sua borsa.
«Non muoverti.» disse, per poi avvicinarsi al suo viso per pulire via lo sporco.Jimin rimase impalato dalla sua bellezza, gentilezza ed eleganza.
Min-Young si accorse che la stava fissando, così anch'essa non resistì alla tentazione di fissarlo e così fu.
Il tempo era come infinito in quell istante.....Ma furono interrotti da un bambino che urlava e correva, che sbattè contro Min-Young.
Stava per cadere per terra, ma tutto non accade grazie alla presa ai fianchi di Jimin.La fece rialzare in piedi.
«Stai bene?» chiese il ragazzo guardandola che fosse tutto apposto.
«S-sì, grazie.» rispose arrossendo.«Jonny!!! Quante volte ti ho detto di non correre!?» urlò una voce da donna, nonché la madre del bambino che fece quasi cadere Min-Young per terra.
Prese per mano Jonny e si scusò con i due giovanotti.
«Scusatemi. Mio figlio è davvero un giocherellone. Scusatemi tantissimo.» si inchinó la signora molto dispiaciuta.
«No no, non fa niente signora. È tutto apposto....basta che alla prossima volta vostro bambino starà più attento a se stesso.» rispose sorridendo la dottoressa.
«Si, certo. Scusatemi ancora....Ah, una cosa...state proprio bene insieme. I giovani d'oggi sono così carini.»I due giovani cominciarono ad arrossire di brutto che non ebbero più il coraggio di guardarsi a vicenda.
«Adesso devo proprio andare...scusatemi ancora. Fatte un lungo passo d'amore cari giovanotti.» così dicendo la signora se ne andò prendendo per mano il suo bambino.I due rimasero ancora imbarazzati dalla situazione.
«Ehm....c-credo che dovremo andare a casa.» balbettó Min-Young.
«S-sì, hai ragione...a-andiamo.» rispose prendendo i loro sacchetti di vestiti e presero un taxi per ritornare a casa.Per metà tragitto non spicciarono una parola.
Ma Jimin volle provare a spezzare questo silenzio pieno di imbarazzo.
«Ehm... Min-Young quando andremo in montagna?» chiese a caso, solo per non sentirsi più in imbarazzo dentro l'auto del taxista.
«Be....io avrei pensato dopo tre giorni. Dobbiamo ancora preparare un po' di cose. Del tipo, biglietti per il treno, l'autobus, l'hotel.» rispose.
«Ah ok.»
«Ma Jimin tu ce l'hai la carta di identità ? Sai, ci serve per prenderti i biglietti e l'alloggio all'hotel.» chiese Min-Young.
«Sì, c'è l'ho. Quando....sono uscito dal quel posto infernale ho portato le mie cose personali. Sennò non potevo muovermi da nessuna parte o peggio, senza un piccolo alloggio.»
«Già, hai ragione. Un giorno voglio davvero sapere chi sei veramente e cosa ti è successo.» fece la più giovane, guardandosi le mani fredde.Jimin restò in silenzio per un minuto, per riflettere.
«Sì, te lo dirò un giorno. Te lo prometto.» disse alla fine il ragazzo facendola voltare sulla sua direzione.
Dalla sua risposta e fiducia nei suoi confronti, Min-Young era felice di saperlo.
«Grazie, Jimin...non chiedermi perché, ma grazie lo stesso.» aggiungendo un bellissimo sorriso.
«Va bene, ma anch'io devo dirti un grazie grande quanto questo universo, tu sai perché, quindi è inutile chiedermi perché.»
«Eh dai Jimin...non prendermi in giro così.» fece lei, facendo finta di essere arrabbiata con lui.
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ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓
FanfictionPark Jimin un ragazzo che era normale, ma venne trasformato in un mostro con poteri molto speciali per colpa dei esperimenti testati. Un giorno di notte fonda invernale scappa via, ma fu gravemente ferito. Nevicava e lui era per terra tutto congelat...