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Jimin si face imboccare la colazione da Min-Young. Quest'ultima si alzò molto presto per preparare la gustosa colazione per poi correre al lavoro velocemente al posto di lavoro.

«Oggi come ti senti?» chiese la ragazza mettendo i piatti sul comodino.
«Mi sento già meglio. Ti accompagno all'ospedale.» fece per alzarsi dal letto, ma fu fermato da ella stessa che lo fece risiedere nuovamente sul letto.
«No, tu oggi resterai a casa a tutti i costi. Non mi importa se sei geloso di Jung-Su o di qualunque ragazzo che mi passi! Oggi starai qui e buono, ok?» disse lei obbligandolo a restare a casa.
«Ma-»
«No! Niente ma! Adesso vado, che sennò farò tardi.» prese la sua borsa e lascia un piccolo bacio sulla fronte di Jimin per poi uscire di casa.

Jimin non era per niente affatto tranquillo, che ci fosse quel maledetto Jung-Su che ci provava spudoratamente con la sua ragazza ormai.

«Aish! Se quel brutto bastard* oserà toccare la mia donna lo faccio a pezzetti come il sushi!» disse il ragazzo in modo minaccioso nei confronti del dottore Chu.

Min-Young arrivò in tempo all'ospedale come sempre e salutò la solita gente di tutti i giorni.

Quel giorno avrebbe dovuto operare un povero bambino che soffriva una malattia al battito cardiaco, così si avvió nei reparti dei bambini.
Lì c'erano bambini sui lettini che giocavano con i peluche tutti insieme, ma solo il bambino alla cui ella doveva operare non giocava né tanto meno aveva un amico vicino.

Così si avvicinò al bimbo e si sedette vicino a lui.
«Ehi ciao, piccolo Topolino. Come stai oggi?»
"Topolino" era il nomignolo che aveva dato al bambino.

Vedendo la sua dottoressa preferita sorrise.
«Topolina!!!!» gridó il bimbo chiamando anch'esso la dottoressa per nomignolo che lui gli aveva dato.
«Perché sei tutto solo anche oggi piccoletto?» chiese Min-Young prendendolo per le mani.
«Non mi piacciono i bambini immaturi, io sono grande.» questa frase fece ridere la ragazza.
«Perchè ridi Topolina?» chiese il bimbo confuso dalle sue risate senza limiti.
«Tu sei un bambino mio piccolo Topolino. Ti devi divertire per essere sano e forte. Sai che oggi devi fare l'operazione e io, Topolina, sarò la tua chirurga. Che ne pensi?» fece di tutto pur di non farlo preoccupare.
Lui annuì e sorrise come dovrebbe fare un vero bambino della sua età.
«Sono felice che Topolina sarà per sempre la mia dottoressa. Non vedo l'ora.» era un bambino tanto coraggioso e sorridente, Min-Young a costo di tutto l'avrebbe guarito grazie alla sua operazione fatta in persona.
Voleva di nuovo che ritornasse a casa dai suoi genitori e giocare sano con gli altri bambini.

«E io sono felice di essere la tua Topolina, ma adesso sono proprio impegnata. Arriverò prima che inizi l'operazione, ok? Intanto fai il bravo Topolino.» accarezzò la testa del bambino mettendo un po' in disordine i suoi capelli corti.
Lui annuì tutto contento e le sorrise come sempre, Min-Young ricambiò e lasciò la sezione dei bambini per avviarsi nel suo ufficio per cercare la cartella clinica del bambino e degli altri pazienti in questione.

Prese una cartella bianca e li sfogliò guardandolo con molta cura, ma la sua lettura fu interrotta dal bussare della sua porta, così fu costretta a smettere di continuare la lettura.
«Avanti.» rispose la ragazza ai tocchi della porta.

Jung-Su varcò la soglia e mostrò un sorriso alla ragazza che ovviamente ricambiò volentieri.
«Ciao, Min-Young.»
«Anche a te, Jung-Su. Hai per caso bisogno?» fece lei facendolo accomodare su un sofà e anch'essa si sedette sull'altro libero appoggiando la cartella sul tavolino di vetro.

«Niente di che. Volevo solo parlare con una cara amica.» rise il ragazzo.
Min-Young ricambiò la risatina.
«Ah capisco......Come procede da te il lavoro?»
«Tutto ok. Te invece, a quanto vedo, sempre alla grande.» fece Jung-Su felice di avere la ragazza alla cui ama, finalmente, davanti a lui.
«Direi proprio di sì......Come ti passa la vita?» cambiò un po' il discorso, visto che era da un bel po' che non parlava tanto con ello.
«Tutto bene, se solo tu fossi stata la mia ragazza....sarei stato l'uomo più felice di tutto il mondo.» sospirò Jung-Su.
Min-Young non disse niente in un arco di tempo, non sapendo cosa risponde alla sua affermazione improvvisa.
«Tu sapevi che io ti amavo fin dall'infanzia. Ma nonostante mi hai ferito lo stesso mettendoti con Park Jimin. Almeno siamo sempre amici?» guardò dritto agli occhi della ragazza che aveva davanti.
«Ma certo.» rispose ella provando a sforzare un sorriso sincero.
Lui fece un sorriso beffardo, abbassando il capo per poi rialzarlo di nuovo.
«Grazie, ma.....peccato che io non voglia esserti amico, ma voglio di più....Io davvero non resisto più, Min-Young. Ti voglio! Ti amo! Vorrei averti tra le mie braccia, ma tu appartieni solo a quello stupido di Park Jimin!»

Sono parole possessive, appuntite e egoiste.

«Basta! Non dire più queste cose! Non sei più in te Jung-Su. Se ti rendo così diverso da te stesso, allora dimenticami e non parlarmi!» era stanca delle sue parole.
«Lo dici solo perché non vorresti rompere il tuo rapporto con Jimin.» urlò contro la ragazza arrabbiato.
«BASTA!!!! STAI ZITTO JUNG-SU! Se vuoi umiliarci fallo in un altro posto! Ne ho già abbastanza delle tue parole dette! Farò finta di niente se tu ti calmerai e uscirai dal mio ufficio....avrei dei impegni urgenti adesso.» scacciò il dottore Chu fuori dal suo ufficio per poi massaggiarsi le tempie per aver ringhiato contro il suo amico d'infanzia.

Non capiva il perché di quella ossessione di lei.....c'erano tante altre belle ragazze, ma perché insisteva così tanto? Ormai lei era già di Jimin ed era più che felice.

Questi erano i pensieri di Min-Young mentre continuava a massaggiarsi le tempie per lo stress.
.
.
.

Era ora di portare il bambino in sala operatoria.

Min-Young si avviò nuovamente nel reparto dei bimbi dell'ospedale per poi ritrovare Topolino fare un origami con un foglio di carta.

«Che cosa fai Topolino?» chiese dal nulla la ragazza guardando le sue dita piegare il foglio per poi dargli una forma.
«Un origami.....guarda Topolina, é un cigno.» mostrò a ella quello che aveva fatto.
Min-Young sorrise a quel bel origami fatto da un bambino.
«Wow. É bellissima sai piccolo?»
«Te lo regalo.» diede l'origami alla dottoressa.
«Davvero!? Grazie.» prese l'origami tra le mani e lo ammirò affascinata.

Era una bella giornata....sarebbe andato tutto bene.

ʸᵒᵘ'ʳᵉ ⁿᵒᵗ ᵃ ᵐᵒⁿˢᵗᵉʳ ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora