Dopo ieri a pranzo con Uma ho capito che infondo non le serve molto per sentire meno mancanza di casa, così mentre lei è a scuola io e Grayson abbiamo finito di editare per oggi e abbiamo così deciso di preparare qualcosa per farle sentire meno la mancanza di casa.

Abbiamo ripreso in mano i nostri vecchi libri di scuola e ci siamo studiati qualche struttura grammaticale per poter comunicare con lei al meglio, oggi si parla in italiano, solo in italiano.

Poi Grayson è andato a guardare su internet la ricetta della pizza ma sembra che tutte siano scritte in italiano e il nostro livello di lingua si limita alle conversazioni da bar, non arriva fino ai manuali di cucina, quindi decidiamo di farci mandare un aiuto dall'alto, e con alto intendo Twitter; di fatti abbiamo scritto sui nostri profili di mandarci la ricetta della pizza, più di qualcuno ci ha risposto.

Ci siamo impegnati al massimo per poter fare la miglior pizza di sempre, il risultato sembra essere buono ma ancora non la abbiamo mangiata, quindi per ora ci fermiamo alla vista, ma sembra piacevole.

Il tè invece è un problema, perché entrambi sappiamo che a Uma piace il tè ad infusione, non con la bustina, di fatti ogni volta che andiamo al bar assieme rompe le scatole alla cameriera perché "quello in busta è un reato"; ma io e Grayson non abbiamo idea di come si prepari.

«devo mettere le foglie nell'acqua bollente o devo metterle in un fagotto di carta e poi in acqua» inizia a urlare grayson.
«su internet dice di infilare il contenuto nell'apposito contenitore, ma qual'è l'apposito contenitore?» gli rispondo mentre ormai si stava scottando le dita utilizzando la sua mano come filtro.

Per quanto riguarda il tè ci siamo arresi.
Sono quasi le quattro e mezza e Uma oggi finisce scuola alle sei perché ha dei corsi extra per stranieri o qualche cosa del genere.

Quindi abbiamo pensato di andare a farci un giro solo io e Grayson, al bar davanti alla scuola giusto per poter parlare un po' e tornare ai tempi pre-Uma.

«Grayson, si vede?» gli chiedo di punto in bianco facendogli alzare il viso dal suo cappuccino, lo osservo tutto sporco di panna sopra le labbra e non posso fare altro che sorridere, poi sono io il disastro, certo.
«Il brufolo che hai sulla guancia? Non tanto, potrebbe essere peggio, speriamo tu non muoia» mi risponde come a volermi far tacere per potergli lasciare il tempo di bere il caffè in pace.
«No dai, seriamente, si vede?» richiedo calcando il "seriamente" come a volergli dare una maggiore importanza.

«Che sei completamente perso per Uma?» mi chiede in risposta, lasciandomi abbastanza perplesso.

In risposta rimango in silenzio per qualche istante.

«Avresti dovuto dire cosa e io allora ti avrei risposto la merda rosa e avremmo riso assieme in pace ed amore» lo riprendo con tono lamentoso.
«E invece mi sa che ti ho colpito e affondato» mi risponde per poi dedicarsi nuovamente al suo cappuccino come se fosse più importante di ogni altra cosa.

«Non so se lo sai, ma non si può, ci sono delle regole da rispettare a meno che tu non voglia rovinarle l'esperienza e farla tornare in Italia» si limita Grayson a dire senza utilizzare nessun tono specifico di voce.

Come se non conoscessi quelle regole, sono appese sul frigo e le leggiamo ogni volta che lo dobbiamo aprire.
Le so perfino io a memoria.
So che cosa può e cosa non può fare, e avere relazioni con i membri della famiglia ospitante fa parte delle cose non ammesse.
Eppure ogni volta che lei è nelle mie vicinanze riesco comunque a sentire quell'odiosa sensazione nello stomaco, quell'odiosa scossa di energia che non posso evitare ma che finisco solo per volere ogni volta di più.
Potrebbe anche essere solo il fattore novità, cioè, una nuova persona così vicina a noi nelle nostre vite di sicuro potrebbe giocare scherzi ai miei sentimenti, di sicuro queste sensazioni passeranno.

«Comunque io con te non ci parlo più, mi rovini il divertimento» gli dico per poi fingere un muso imbronciato.

Siamo davanti a scuola di Uma, in macchina ad aspettarla, questa volta guido io, rischiamo meno la vita.

Durante il viaggio in macchina Uma ha dato il meglio di se ad arrabbiarsi con tutte le persone che, a sua detta, hanno preso la patente su Amazon.

«Se giri, metti una cazzo di freccia»
«La precedenza non c'è l'hai tu, figlio di un facocero»
«Sai cosa vuol dire semaforo verde? Vuol dire che vai non che stai fermo a chiacchierare in allegra compagnia del tuo telefono»
«Magari vuoi anche biscottini e del tè mentre aspettiamo che ti svegli fuori»

«Ethan, suonagli il clacson, ho detto suonagli il clacson»
«Uma, non posso, siamo vicino ad un asilo»
«Suonagli il cazzo di clacson, magari abbiamo speranza nel svegliarlo fuori» e senza poterla fermare in nessuna maniera inizia a suonare il clacson senza dare un attimo di tregua al guidatore nell'altra macchina.

Solo ora capisco la regola del non far guidare gli studenti di scambio.

Una volta giunti a casa Uma va in camera a cambiarsi, così la imitiamo e andiamo a metterci in tuta per stare più comodi, ma logicamente finiamo prima di lei per poterle preparare la sorpresa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 04, 2017 ⏰

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