Mi trovo seduta in questa sedia estremante scomoda e traballante mentre faccio scorrere tra le mie dita un elastico per capelli in attesa di ricevere notizie sulla mia nuova famiglia ospitante, in attesa di compiere la mia decisione finale.
Dentro di me prego di non cambiare stato, prego di non cambiare ambiente e non dover ricominciare davvero tutto da capo.
Rimango in ufficio dell'organizzazione del mio scambio culturale da sola, le mie valige stese a terra una sopra l'altra, sento le voci dei volontari nella stanza accanto, so che stanno discutendo di me ma non li sento abbastanza chiaramente da poter distinguere le loro parole, e quindi rimango qui da sola in compagnia di un computer che lentamente perde segni vitali andando così allo spegnimento e di un telefono fisso che non fa altro che suonare in cerca di attenzioni, in cerca di qualcuno che lo consideri.

«Uma» sento improvvisamente chiamare il mio nome mentre la porta si apre, il capo dei volontari fa capolino dall'ingresso dell'ufficio e mi fa segno di seguirlo.
Faccio per prendere le mie valige in mano ma mi fa segno di lasciarle lì e di seguirlo, così faccio.
Lo seguo fino a raggiungere la porta del terrazzo, la apre e si siede su una sedia di legno scura davanti ad un tavolo di legno dello stesso colore, mi siedo a mia volta imitandolo e noto con sorpresa che quella sedia di legno risultava quasi più confortevole di quella girevole dell'ufficio.

«Vuoi?» mi chiede porgendomi una sigaretta dal suo pacchetto all'apparenza nuovo, non rispondo subito.
«Ho letto sul tuo fascicolo che sei una fumatrice quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere un piccolo smorza tensione» avvicinando di più il pacchetto al mio viso, così lo allontano e porto le mie dita a prendere una sigaretta da esso, e portarla consecutivamente alle labbra, la accendo dopo che mi passa l'accendino, dopo che lui si sia acceso la sua.

«so che questo mese non è stato facile per te e aver parlato di ciò che ti stava succedendo nella vecchia famiglia ospitante ti rende onore, dovresti solo essere fiera di te» inizia il discorso Aaron, il volontario, mentre il fumo esce dalle sue labbra confondendosi con il cielo grigio che quasi annunciava neve «per queste ragioni però capiamo, noi tutti, che la scelta più facile e logiche per te sarebbe tornare a casa, ma vorrei sinceramente metterti davanti tutte le tue opportunità, quindi se vuoi puoi tornare a casa, altrimenti, abbiamo trovato una famiglia già pronta ad ospitarti ma ciò comporterebbe un cambio di stato, dal Colorado al New Jersey» termina così il discorso lasciandomi nel silenzio più totale.

I miei occhi spalancati forse gli hanno fatto capire la mia sorpresa quindi si affretta a rassicurarmi con un tono di voce calmo e pacato.

«So che ti può sembrare molto lontano ma pensiamo che cambiare aria ti possa aiutare e inoltre la tua nuova famiglia è disposta ad ospitarti per l'intera durata annuale del tuo programma, li abbiamo conosciuti e sono loro che hanno richiesto di ospitare te, ci sembrano apposto e ci sarà solo una difficoltà cioè che vivrai all'appartamento dei figli, ma se questo è un problema la famiglia ha a disposizione una camera in più nella casa dei genitori» termina, questa volta in maniera quasi definitiva, di parlare.

Il vento scompiglia i suoi capelli scuri e abbastanza lunghi raccolti in una acconciatura fatta alla meno-peggio lasciando così che il suo viso giovane, sulla trentina, rimanga scoperto.
La sua mano si posa sul tavolo davanti al mio corpo, lascia una busta gialla su di esso e poi si allontana lentamente solo dopo aver spento la sigaretta su un posacenere vicino alla busta.

«Devi compiere la tua scelta, hai tempo tre ore, poi dovremo partire per l'aeroporto, scegli il biglietto che più ti rassicura» dopo di che sparisce dietro la porta scorrevole di vetro che separa il terrazzo dal resto dell'edificio.




——————————————

quando vedrete la U sul titolo, il capitolo sarà scritto dal punto di vista di Uma, quando vedrete la G sarà dal punto di vista di Grayson e quando vedrete la E sarà dal punto di vista di Ethan.

home//e.d. STANDBYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora