-Non così! - -Jeff no! - -oh ma insomma guarda! - e quello che gli stò ripetendo da ormai trenta minuti. Dopo che lo Slenderman ci ha curati ho deciso di insegnargli un po' di cose se in cambio lui ne insegnava a me. Ovviamente ha accettato. Nonostante stiamo insieme ormai da 3 mesi continua a non voler accettare che in alcune cose sono più brava di lui. Quindi stò cercando di insegnargli a far ruotare il coltello. Non sò perché insista tanto su questo ma a me va bene.
Quando finalmente si decide a lasciar perdere propongo di uscire. E da tempo che non uccido nessuno.
Entriamo in un vicolo un uomo ubriaco stà discutendo con un palo. È convinto che sia sua moglie e la prende a schiaffi. E da un po' che lo osservo quando mi decido a prendere il coltello avanzo tranquillamente con Jeff al seguito. È troppo ubriaco per vederci. Con un gesto fulmineo il Killer vicino a me lo lega al palo. È incredibile. La sua velocità è impressionante. Mi concentro sul uomo davanti a me. Ha all'incirca sessant'anni ed è così sporco e ubriaco che chiunque farebbe fatica a riconoscerlo. Mi posiziono davanti a lui. I suoi occhi rossi acquistano un barlume di lucidità e in quel momento lo riconosco. Mio padre. - Angioletto sei proprio tu? - mi chiede con la voce impastata. Quelle parole mi fanno rabbrividire. Mia mamma mi chiamava angioletto quando ero piccola. Lo guardo con disprezzo -Non sono più il tuo angioletto stronzo - gli sputo in faccia ignorando Jeff che vicino a me mi guarda perplesso e allo stesso tempo stà in guardia, come se questo cretino legato al palo e ubriaco potesse farmi qualcosa. Sento la rabbia ribollire, il tizio legato al palo che mi rifiuto di chiamare papà si volta. Guarda Jeff. E sorride - e così ti sei trovata il fidanzato eh!? Sai che sei ancora la mia bambina vero? Ti ricordi le sere passate in camera mia mentre la mamma non c'era - dice lui guardandomi maliziosamente. Faccio un passo verso di lui mentre continua a parlare - Ti ricordi come facevi stare bene il tuo papà? Vuoi tornare vero mia dolce... - non termina la frase.
Il coltello che avevo in mano gli trafigge la gola. Un rivolo di sangue gli scende dal labbro sporcandogli la camicia sudicia. Tiro fuori due pugnali e con tutta la forza che ho li infilzò sul suo petto. Sò che è già morto. Ma non me ne frega niente. Poi mi giro. Gli occhi iniettati di sangue. Sorrido a Jeff che dietro di me è rimasto paralizzato -Andiamo - gli dico prima di baciarlo sull'angolo della bocca -ho voglia di uccidere-.
Lui mi sorride e mi segue facendo roteare alla perfezione un piccolo pugnale.°°°°°°°°°°°°°°
Spero che vi sia piaciuta
~secret_and_liberty
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Mind // Jeff The killer
FanfictionUna ragazza dall'infanzia difficile, una killer spietata, un acronimo : mind