Intervallo #Berkin.2

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Uscendo dal Dreamers Alec sembra su di giri, come animato da una rinnovata fresca e forte energia. Mentre torniamo alla macchina tengo stretti sotto il braccio destro tutti i documenti e le foto relative al caso, che Corvin ci ha rilasciato  alla fine del nostro colloquio in una cartelletta di pelle rossa. Cerco di fare mente locale su ciò che abbiamo appena visto e vissuto, un insieme di emozioni ancora mi rimbalzano in testa.  L'ansia provata nell'entrare nel locale , la curiosità e strana attrazione nei confronti di questa nuova importante conoscenza, la brutalità del crimine consumato in quella cantina, il mistero legato alla privazione degli organi della vittima ed infine questa sensazione di esser fuori posto, di esser stata messa all'oscuro riguardo un evento di grave importanza. Dannazione, mi sento la testa esplodere.

Alec mi apre la portiera e una volta entrati entrambi nell'abitacolo rimane qualche secondo fermo a fissarmi.

"Tutto a posto Blair? "

Alzo un sopracciglio , facendo spallucce , mentre sistemo al sicuro la cartelletta nella tracolla. Cosa vorrebbe gli dicessi? Che mi sono sentita un estranea, quasi un imbucata,  durante tutto il colloquio con la vampira? Certo che no! 
Che sono arrabbiata perchè non sapevo nulla del caso sulla giovane strega evidentemente correlato a questo affidatomi ?

Mi volto per rispondergli, trovando il suo viso a pochi centimetri dal mio. Deglutisco aprendo subito dopo la bocca per parlare , eppure non esce nulla dalla mia gola, che sembra improvvisamente così arida. I suoi capelli argento mi sfiorano appena il naso, ed io non riesco a muovermi, sono paralizzata. Gli occhi blu sporco e freddi di Alec incrociano i miei , che immagino siano increduli e spalancati. Il cuore inizia a martellarmi nel petto.

"Scusa, ma non ti sei allacciata la cintura"

Sarà il trascinarsi di una serata veramente difficile, ma sento chiaramente il mio respiro farsi accelerato, agitato e pesante. Cerco di calmarmi , mentre lui distoglie finalmente il suo sguardo magnetico dal mio, allungandosi sul mio sedile per afferrare la cintura e andare ad allacciarla. Serro la mascella con forza.

"Ecco fatto"
mantiene un tono di voce deciso e basso "credo tu sia palesemente stanca."

Si sposta di nuovo elegantemente sul suo sedile, sistemandosi il cappotto. Mi schiarisco la voce mentre il cuore mi rimbalza nello sterno.
Respira con calma Amelia.
Respira.
Cazzo.

"Grazie, potevo far da sola comunque.."

Lui fa una piccola smorfia ,  avviando il motore sulla strada per casa mia.  L'indomani saremmo dovuti andare allo studio di Berkin per fare rapporto riguardo al caso.
La mia testa è un tumulto di pensieri, questa cosa nascosta non mi piace.
Un altra giovane era stata uccisa come la cameriera del Dreamers.
Brutalmente squartate, ad entrambe asportati degli organi e per giunta non due ragazze qualunque.
Due ragazze legate a due culture, due etnie sovranaturali,
due ragazze così diverse, ma così simili  tra loro. 
Sento una sorta di peso sulla testa, come se qualcuno stesse tentando di spremermi il cervello. Cerco di massaggiarmi le tempie e trovare un pò di sollievo.

"E' stato Berkin a chiedermi espressamente di non parlarne con nessuno dello studio, almeno non prima che avessimo trovato il colpevole."

Alzo lo sguardo su Alec, concentrato sulla strada.

Mi sfrego le dita innervosita
"Beh, sicuramente non abbiamo mai avuto questo grande rapporto di confidenza Bourges, dunque non vedo il motivo di giustificarsi anzi capisco, da parte tua almeno , ma.."

Le parole muoiono in gola. Sono arrabbiata sì, ma più che altro la voce mi trema per la delusione.
Perchè Anton lo ha tenuto nascosto a me? 
Mi sento una piccola stupida.
Mordo il labbro inferiore e cerco di sciogliere quel grumo di pensieri negativi, guardando le luci dei lampioni correre veloci oltre il finestrino.
Alec rompe di nuovo il silenzio nella vettura.

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