Atto quarto #Morningstar

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Mentre ci muoviamo sull'interstatale verso Atlas, città dall'altra parte del fiume e posta a nord est di Lux, dove è ubicata la grossa tenuta Morningstar , Bourges ha lo sguardo perso nel vuoto. Gli occhi ancora di un azzurro cristallino fissi sull'asfalto di fronte a noi sembrano inespressivi e vacui. La macchina si muove veloce sotto il cielo coperto di grigio. Alcune gocce di pioggia iniziano a picchiettare sul parabrezza e mi tornano alla mente le sue parole di poco prima

- Scusa se ti ho costretto a fare una cosa così rivoltante-

Ogni parola trasudava disprezzo , sentito disprezzo, per averlo aiutato a nutrirsi per cicatrizzare la ferita profonda al petto inferta dall'ombra in bianco. In effetti non posso certo etichettarla come la migliore esperienza della mia vita, ma non vedo il motivo di tanto disgusto. Dopotutto è la sua natura. Gli lancio ancora un occhiata veloce. I muscoli del collo sono contratti e la mascella serrata, in quell'istante Bourges si volta a guardarmi a sua volta, per poi schiarirsi la gola.

"Tutto bene Amelia?"

All'improvviso ecco apparire le immagini della mente del Killer, un brivido freddo mi percorre la spina dorsale, le emozioni dentro l'ombra si infiltrano nella mia testa.

"Sì, assolutamente." mi sforzo di pronunciare quelle parole con fermezza, stringendo i denti.

La voce di Alec è profonda come sempre , ma tradisce ancora un velo di preoccupazione.

"Ecco, quello che volevo chiederti prima di.." non finisce la frase ed inclina il collo, schioccandone l'osso, prima di continuare. Gli da davvero fastidio quello che è successo.

"..sei per caso entrata in contatto con la mente del nostro killer? Ti ho vista decisamente turbata e in difficoltà prima di ...perdere la lucidità. ."

Distoglie di nuovo gli occhi freddi dall'asfalto per ispezionare i miei, anche se solo per pochi istanti. Si schiarisce di nuovo la voce prima di tornare ad osservare la strada.

"..sarebbe di grande aiuto avere qualche dettaglio in più per il caso."

Mi stringo nelle spalle, affossandomi nel tessuto caldo del sedile. "Sì.."

Lui annuisce, continuando a guardare di fronte a se, concentrato sulla mia voce. "E...?"

I corpi delle vittime tornano a riempire la mia mente. Le due giovani ragazze dei nostri casi ancora vive mentre l'ombra le ha sorprese, i loro occhi pieni di terrore. Veleno. Poi un pugnale che va a sezionarne e aprirne la carne,come fosse burro, lo stesso pugnale con cui cercava di colpire a morte Alec. Guanti che ispezionano chirurgicamente il petto di entrambe. Sento di nuovo una fitta al cervello, come se qualcuno stesse cercando di schiacciarmi la testa,la stessa sensazione provata nel confronto con l'ombra, serrata da artigli invisibili. Stringo ancora di più il sedile a cui mi rendo conto di esser aggrappata con forza.

"E.. ho sentito il freddo della sua anima, i suoi pensieri, immagini distorte e a tratti confuse di quello che ha fatto alle due ragazze, COME lo ha fatto."

La mia voce si spezza , deglutisco stizzita, rivivendo quel momento. Alec mi lancia un occhiata veloce.

"Non sono riuscita a capire la sua identità... le scene degli omicidi erano in prima persona chiaramente, avendomele trasmesse direttamente l'assassino, ma sembrava indossare sempre una tenuta completamente bianca come oggi...e posso dire che ha un estrema precisione e consapevolezza in ciò che fa.."

Un immagine balena nella mia mente come un fulmine nella notte. L'immagine di una stanza circolare circondata da alte librerie ed alcune scaffalature sui cui ripiani sono disposte delle ampolle e barattoli in vetro dai diversi contenuti. L'ambiente è illuminato da una grande finestra decorata con una pittura figurativa, come la vetrate di una cattedrale, con al centro una specie di altare. E' un immagine che dura una manciata di secondi.

Strabuzzo gli occhi. Ma cosa?

Prendo tra le dita l'amuleto sotto la camicia, iniziando a rotearne la gemma tra l'indice e il pollice.

"Ho visto una stanza...una stanza che sembra quasi trovarsi all'interno di una chiesa.."

Alec stringe il volante in pelle, ripetendo le mie parole. "Una stanza all'interno di una chiesa..?"

"Sì.. per un breve momento, ma si è stagliata chiara in mezzo alle scene degli omicidi e corpi mutilati. Una stanza circolare, piena di libri e varie ampolle, sembravano attrezzature da alchimista. E c'era un altare in mezzo... un altare illuminato da una grande vetrata finemente dipinta e lavorata."

Gli occhi azzurri di Bourges si serrano verso l'orizzonte, dando al suo viso una nota severa e ancor più dura. Si morde leggermente le labbra e serra la mascella prima di parlare di nuovo con voce profonda e ferma.

"Dobbiamo decisamente sentire la Suprema della congrega Morningstar..parlarle di ciò che abbiamo scoperto sul caso, di ciò che hai visto, così da poter confermare le nostre teorie. Sono sicuro che la grande Strega sarà di fondamentale importanza per noi."

Faccio cenno di assenso con la testa, ma sono tutt'altro che tranquilla e sicura, riflettendo su cosa fare una volta arrivati. Ho davvero paura che la mia presenza non sia di aiuto a Bourges. Guardo fuori dal finestrino, strofinando le mani improvvisamente madide sui jeans chiari.


Una bimba mi da le spalle.

Un pigiama grigio la fascia,che non sembra un pigiama

Chiusa dentro una stanza che non sembra una stanza.

Un metro per un metro di imbottitura bianca e piastrelle fredde dello stesso colore.

Capelli corvini dai riflessi rossicci.

Si volta piano a fissarmi con gli occhi tristi e cerchiati dalle occhiaie.


Mi sento mancare ancora una volta il respiro per un attimo e le dita tremano sul tessuto ruvido dei jeans. Scuoto la testa come a voler cancellare quell'immagine dalla testa, strizzando le palpebre tra il pollice e l'indice della mano destra.


Dopo diversi chilometri il nome di Atlas compare sul cartello di uscita ed entriamo finalmente dal quartiere commerciale della città. Osservo sfrecciare diversi palazzi in vetro e colorate boutique , infine Alec volta per il viale alberato che porta a un grande cancello riccamente ricoperto dall'edera. Oltre le piante si vede un grosso parco , con diverse aiuole colorate ,due splendidi gazebo velati da candidi tendaggi ed una grande villa bianca in stile coloniale perfettamente parallela alla cancellata.

"Ci siamo." sospiro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2018 ⏰

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