Atto Secondo #TheDreamers- Parte 1. Corvin.

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Il monitor del cellulare si illumina.
Una chiamata in arrivo,
A.Berkin

-Buonasera miss Blair-

-Buonasera Berkin-

-Abbiamo una richiesta di controllo dal proprietario del "Dreamers"-

-Cosa? Il locale dei Vampiri?-

-Esattamente Miss Blair, ed è inutile che alzi gli occhi al cielo.-

Mi mordo il labbro .
Ma che diavolo..?
Questo sicuramente significa che..

-Alec Bourges sta per venire da te, dovrete lavorare assieme..-

Ecco appunto.Inspiro profondamente, cercando di concentrarmi sul caso, e andare oltre le mie remore riguardo il collega.

-Cosa è successo?-

-Un omicidio. Hanno trovato il corpo di una delle ragazze del locale senza vita e hanno bisogno di occhi esterni , oggettivi ,professionali ed affidabili per risolvere la faccenda.-

Un sogghigno mi si dipinge in volto e le parole escono senza rendermene conto

-Cos'è qualcuno non aveva fatto il suo spuntino pomeridiano ?-
La voce secca e dura di Berkin mi fa pentire subito di quella battuta idiota.

-Miss Blair, spero capisca che ho scelto lei per affiancare Bourges in questo importante e delicato caso, spinto e motivato dalla sua professionalità ed innato sesto senso..oltre alla sua continua crescita di livello nel nostro studio investigativo.
Ripeto: hanno bisogno di occhi oggettivi e professionali..
Spero di non dover ricredermi su questa decisione.-

Serro la mascella.
Che stupida.

-Assolutamente , non la deluderò.-

-Lieto di sentire queste parole. Non sottovaluti il caso e stia attenta Miss Blair. Non credo di doverle ricordare quanto siano delicate le dinamiche che intrecciano il mondo dei Vampiri al nostro e a quello di tutti.
Buona fortuna.-

Ha ragione

-Grazie Mr Berkin.-

Riappende.
Riappendo.
Lo schermo si illumina nuovamente. Un messaggio.

"Taglia Dreamers-
10000 punti Master."

Lancio il telefono sul tavolo della sala.
Sospiro.
Questa volta sarà davvero difficile. Mi infilo un maglione spesso color panna a coprire le spalle lasciate libere dalla canotta sportiva grigia, quando squilla il citofono.
Immagino gia chi possa essere, cerco di ricompormi e come per l'aria, lascio scivolare via ogni ansia.
La voce roca e profonda di Bourges risuona metallica nell'interfono.

-Buonasera Amelia Blair-

-Buonasera Bourges, secondo piano.-

Una manciata di secondi dopo aver schiacciato il pulsante per l'apertura automatica del cancello, ecco bussare alla porta del mio appartamento.
Mi stringo nel maglione aprendo al collega.

Ed eccolo a fronteggiarmi, alto un buon venti centimetri più di me e dal fisico asciutto fasciato in un completo grigio fumo. I capelli argentati come sempre ben pettinati dietro le orecchie , ma una ciocca gli scivola sulla tempia destra, poggiandosi mollemente sul sopracciglio .
Espressione come sempre distaccata e fredda.
Alec sembra avere un età indefinita, come chiuso in una bolla temporale.
Gli occhi comunque sono la prima cosa che si nota.
Grandi, di un colore azzurro sporco cerchiati dall'ombra delle occhiaie a donare un aspetto inquietante, profondo eppure allo stesso tempo magnetico al suo sguardo.
Le mani nelle tasche del cappotto nero.
Mi lancia uno sguardo veloce da testa a piedi per poi dare un occhiata all'interno dell'appartamento .
Schiarisco la voce.

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