Capitolo 2 🍰

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Giorgio POV

Un flebile raggio di sole si faceva spazio fra le tende della mia camera da letto, senti un frastuono provenire dalla cucina, era come se delle stoviglie fossero cadute a terra, mi ci vollero pochi istanti per ricordare della mia piccola "ospite"Jenny mi mancava così tanto quando scendeva a Roma abbiamo passato tanto di quel tempo insieme che mi sentivo mancare un pezzo quando non c'era se avessi potuto scegliere all'epoca sarei rimasto giù ma non sempre le cose vanno come si spera.Scesi dal letto e mi diressi nell'altra stanza, quello che vidi mi fece sorridere. Jenny era intenta a cucinare un non so cosa, e si era appena tirata la farina addosso. Che poi da dove l'avrà presa non lo so non facevo la spesa da diverse settimane e non penso di aver mai usato la farina. Diedi un occhio all'orologio, e notai che segnava le undici passate, avevo dormito parecchio.

"Vuoi una mano pasticciona? "
Jenny sobbalzò.
"No, ti ho svegliato scusami."
"Figurati, che combini?"
"La colazione ma qui è tutto cosi complicato, hai solo due padelle qui dentro? Ma come fai?"

I suoi capelli raccolti in una cosa disordinata gli sfuggivano da tutte le parti sembrava fosse la sua prima volta in una cucina faceva quasi tenerezza.

"Non dovresti toccare tutto impicciona!"
"E tu non dovresti girare in mutande, ora che ci sono io!"
"Bhe fino a prova contraria e casa mia e faccio c'ho che voglio."
Mi lancio un occhiata e io ricambiai con una linguaccia.
"Vado a vestirmi, e poi usciamo a fare colazione."
"No, vorrei farti la torta ai lamponi! "
"Lascia perdere oh manderai a fuoco la casa di questo passo."

Sogghigniai e lei mi tirò lo straccio che aveva in mano, non l'avevo mai vista provare a fare qualcosa per qualcuno che non fosse lei ...

Tornando in camera notai il mio telefono con dieci messeggi non letti e delle chiamate perse. Trascinai il dito sullo schermo per poi aprire whatsapp ;

Luca : dovresti rispondere o ci sarà una brutta sorpresa fratellino 🤑.

Pensai che in giornate così piena ci mancava solo Luca provai ad ignorare i messaggi, riposi il telefono sul comodino e decisi di lasciar correre. Feci la doccia e mi misi un paio di jeans e una semplice t-shirt, il telefono non la smetteva di squillare e la cosa si stava facendo irritante, non potevo affrontare quella situazione in momenti tranquilli della mia vita figuriamoci con Jenny in giro.

"Jenny sbrigati, ho fame!"
"Arrivo arrivo, se tu avessi apprezzato la mia torta non ci sarebbe stato bisogno di uscire."
Se avessi dovuto aspettare la sua torta per fare colazione l'avrei fatta il giorno seguente.

"Sempre a brontolare, ti porterò nella migliore caffettiera di Milano."
Misi le braccia attorno ai suoi fianchi e la sentì sospirare.

"Ok ok ma offri tu spilungone."
"Come sempre."

Jenny Pov

Milano d'estate era stupenda, la gente camminava frenetica per la città e le macchine con il loro frastuono si interponevano tra me e i miei pensieri. Giorgio si fermò proprio davanti ad un bar, sull'insegna c'era scritto - Pavé - non ero  mai stata lì  ma si respirava un aria elegante.

"Quando ci sarà il prossimo servizio?"

La voce di Giorgio mi riportò alla realtà.

"Sinceramente non so.. Sai ho preso una piccola pausa , si insomma per sistemarmi, credo che riprenderò a breve."

Giorgio non staccava gli occhi dal telefono , sembrava quasi angosciato, tra lo studio e il lavoro era sempre impegnato. Anche se almeno a tavola poteva fare sparire quel aggeggio.

"Gio tutto ok?"
"Cosa? Ehm sì tranquilla."

Sorrise come se nulla fosse. Il locale era molto carino e i camerieri cortesi, ma lui non me la raccontava giusta.Provai ad insistere ma lui stroncò il discorso sul nascere.

"Senti mi sono appena ricordato che oggi avevo un impegno improrogabile, devo scappare scusami."

Certo un impegno improrogabile di Domenica ma a chi voleva darla bere.

"Aspetta dove vai? Come ci torno a casa? E poi oggi è domenica!"
"Lo so ma è urgente scusami , esci da qui gira a sinistra e poi sempre dritta."

Mi schioccò un bacio sulla guancia e scappò via.
Presi un cappuccino e un cornetto e mi aviai. I palazzi sembravano risplendere sotto la luce del sole, gli schiamazzi della gente riecheggiavano nell'aria, la camminata fù piacevole e liberatoria, pensai ai miei genitori e cercai di allontanare i brutti pensieri.Non mi sentivo incolpa, ma neanche del tutto innocente.
Infilai le chiavi nella serratura e sbattei la porta, senza pensarci un attimo mi diressi in sala per stendermi sul divano, ma senti un brivido percorrermi la schiena.

"E tu chi diamine sei?"

Una voce maschile pervase la stanza, mi mancavano le parole, le miei mani tremavano, mi voltai in fretta, vidi un ragazzo appoggiato al tavolo della cucina intento a fissarmi. Era davvero molto alto, aveva i capelli castani, dei bellissimi occhi grandi di un color nocciola e tatuaggi sparsi un po' ovunque. Chi cavolo è questo tipo era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare.

"Allora mi dici chi sei o devo chiamare la polizia?"
"Io chi sono? Chi sei tu! Come sei entrato?"
"Fino a prova contraria questa è casa mia bambolina."

Mi ha appena chiamato bambolina? Un tizio che neanche mi conosce.

"Non chiamarmi bambolina, so che non abbiti qui , questa casa è di un mio amico."

Ero davvero irritata, se ne stava lì fermo a fissarmi con aria di superiorità, mentre passava le sue mani fra i capelli.

"Ah capisco sei un'altra delle "amichette" di Giorgio."

Come un altra, quali amichette, non riuscivo neanche a capire a cosa si riferisse.

"Non pensavo vi dasse anche le chiavi."

In un attimo capi, il mio viso si fece rosso di rabbia e il mio tono si alzò di colpo.

"Hai capito male idiota,  io sono davvero una sua amica, ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli vivo qui da ieri! Ora se non ti dispiace mi dici chi sei?"

"Io sono suo fratello, piacere, Luca."

Mi porse la mano, restai lì.. Ferma,  cercando di capire cosa stesse accadendo. Avevo mille pensieri che cominciarono a balzarmi in testa, fratello? Non me ne ha mai parlato, ci siamo sempre raccontati tutto, niente bugie o cose non dette, come aveva fatto a tenermi nascosto una cosa così.

"Immagino che hai tanto a cui pensare bambolina, comunque mi riprendo camera mia."

"Non chiamarmi bambolina , mi chiamo Jenny."
"Ah si? E chissenefrega."

Entrò in camera sbattendo la porta, era un arrogante e saccente maleducato, lo conoscevo da due minuti e già lo odiavo.

Fine secondo capito 🖤

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