Capitolo 5 🎠

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Mi svegliai di soprassalto quella mattina, finalmente Giorgio era lì accanto a me, dormiva tranquillo con ancora la camicia addosso non oso immaginare a che ora fosse rientrato. Presi il telefono e vidi l'orario,
-8.30-. Decisi di alzarmi per fargli più spazio, appena mi affaccia alla porta della camera sentí odore di sigaretta il che di prima mattina non era il massimo. La sala era uno schifo, vestiti sparsi ovunque e bicchieri vuoti in ogni dove. -Almeno Luca e Jessica non erano lì.- Pensai tra me e me. Mi preparai una tazza di latte e intanto decidevo se a fare la brava "coinquilina" e mettere apposto o lasciare tutto com'era. Certo Giorgio era sempre fuori a lavorare non volevo farlo stare in un immondezzaio alla fine io ero a casa.

"Buongiorno bambolina."
"Buongiorno Luca."

Lo salutai giusto per educazione senza scostare lo sguardo da ciò che stavo facendo, visto che di buono non c'era proprio un bel niente, ma ciò non fermo  Luca dal suo essere fastidiosamente molesto.

Gli chiesi se gradiva un bicchiere di latte ma la sua risposta fu negativa. Poiché aveva una sigaretta in bocca già a quell'ora di mattina.

"Vedo che ti è piaciuta la tazza"

Mi sorrise mentre si passava una mano tra i capelli.

"Si grazie."

Accennai un sorriso per poi chiudere il discorso. Finí dì fumarsi la sua sigaretta , sentivo i suoi occhi puntati su di me. Era parecchio fastidiosa come cosa, ma non volevo dargli peso, con un piccolo passo si avvicino al mio viso, feci per scostarmi ma nel mentre lui allungo una mano dietro di me rimasi ferma per cercare di capire cosa stesse facendo, indietreggiai un pochino finché il mio corpo non si accosto al bancone della cucina distante solo qualche centimetro, ammetto che in testa mi passarono diversi pensieri ma in pochi secondi ritirò il braccio, mi mostrò il posacenere, con aria compiaciuta. Voleva semplicemente buttare la cicca "che cretina" pensai.

"A cosa pensavi bambolina?" Mi guardò con un sorriso beffardo stampato in viso.
"Chissà Giorgio cosa avrebbe detto se fosse stato nella tua testa."
"Non farti strane idee, non stavo pensando a nulla." Farfugliai quelle quattro perole per poi spostarmi di scatto. Lui continuò a provocarmi, gli piaceva davvero farmi arrabbiare, feci per andarmene ma lui mi afferrò il braccio.

"Comunque non ci siamo capiti bellimbusto, io non mi chiamo bambolina, non mi piace che una persona che conosco da tre giorni si prenda tutta questa confidenza, non mi piace essere toccata e sopratutto voglio che tu rispetti i miei spazi."

Lascio la presa.

Non mi ero resa conto di aver gridato, le mie guance erano diventate rosso peperone,  lui restó a guardarmi con quei suoi occhi grandi per pochi secondi per poi scoppiare in una fragorosa risata il che mi fece innervosì ancora di più.

" Hahaha ok bamb.. Emh Jenny adesso che mi hai detto tutto quello che pensavi ti senti meglio?"

"Ahh levati di torno per favore."

"Certo certo."

Sbuffò, e fece ritorno nella sua stanza. Decisi di rimboccarmi le maniche e mettere apposto quel macello. Iniziaí dai piatti, erano lì da così tanto tempo che gli sarebbero spuntate le gambe se non li avessi lavati. Quando finì di sistemare la cucina l'intero complesso sembró essere più pulito.

"Buongiorno Jenn."
"Giorgio finalmente mi sembra di non vederti da giorni."

Mi avvicinai per abbracciarlo e lui ricambiò.

"Si sono stato impegnato con l'università, e sto lavorando al mio primo caso nello studio di Davide, mi prende davvero tanto tempo ma ne sono entusiasta, tu invece, hai sistemato i tuoi bagagli? E ieri com'è andata?"

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