Valentina
Freddo. Quella sera era troppo freddo per far si che nevicasse la notte. Sospirai sollevata.
La neve era solo un intralcio per me e per i miei animali. Solo ai cani piaceva.Entrai finalmente in casa, al caldo. Avevo appena finito di sistemare tutti gli animali per la notte e non mi rimaneva altro se non cenare e andare a dormire.
Mi tolsi gli scarponi e li portai vicino alla termocucina calda.Stefano era seduto accanto al lungo tavolo in legno massiccio della libreria. Compilava alcune carte al mio posto.
- Eila, tutto bene là fuori? - alzò la testa, salutandomi.
- Come al solito. Di buono c'è solo che le galline riprendono a fare uova -
Come ogni anno per un periodo smettevano di fare le uova ed entravano in muta. Con trenta galline produttive era un miracolo trovare cinque uova al giorno durante quei due mesi, ma finalmente stavano tornando a deporre.Mi tolsi la giacca e la appesi sull'attaccapanni in corridoio.
- Ho visto che c'è gente... quante stanze occupate? - mi sedetti di fronte a Stefano.Lui alzò di nuovo lo sguardo su di me.
- Due stanze piene e due vuote. Gente di città. Nuovi paesani anzi. Hanno comprato la villetta della vedova Callegari. I soldi gli hanno - sorrise.- Cosa ci fanno qua allora se hanno la casa in paese? -
- Devono arredarla. Non ci crederai ma hanno portato tutti i loro mobili dalla Toscana. -
Scossi la testa e andai a prepare la cena.
*
Alle 06:00 la mia sveglia prese a suonare sempre più forte.
Scesi dal letto e la spensi con un pugno. Rabbrividii a causa della bassa temperatura della mia camera da letto.
Misi un paio di jeans strappati e una felpa pesante, scesi al piano di sotto e andai in cucina per preparmi una tazza di caffè bollente.Dopo colazione andai fuori a dar da mangiare agli animali. Cominciai con le galline, poi i cognigli da carne, le mie dieci pecore e infine i miei due cavalli, un Haflinger di nome Pippo e un Quarter Horse, Drago.
Alle sette e venti tornai in casa. Ogni volta il silenzio che mi colpiva quando entravo, mi dava un senso di malinconia profonda. Erano passati solo sei mesi dalla morte dei miei genitori a causa di un incidente in auto e sapevo che non mi sarei abituata facilmente a quella solitudine e al senso di perdita.
In quel periodo dell'anno i turisti erano sempre tanti e per fortuna l'attività di bed&breakfast mi era di grande aiuto per racimolare qualche soldo. Senza mio padre a lavorare nell'azienda agricola tutto era diventato molto più faticoso per me.
- Buongiorno Valentina -
- Stefano - lo salutai con un cenno del capo.
Lui mi guardò pensieroso, come se mi dovesse dire qualcosa che però gli era sfuggito di mente. Dopo quanche minuto parlò, sorridendomi.
- Sta mattina i tuoi nuovi paesani hanno prenotato un giro in carrozza di tre ore -- Chi? La famiglia ospite da noi? Come questa mattina? - sbuffai. Tre ore mi sembravano troppe calcolando tutto il lavoro che mi attendeva quel giorno.
- Esatto loro. Sono in quattro e pagano bene - Stefano mi fece l'occhiolino.
- Non penso solo ai soldi Stefano, anche il tempo è prezioso per me. A che ora vogliono partire? -
- Lo so, ma penso che un giretto tranquillo farà bene anche a te. Per non parlare di Pippo e Drago. Stanno già scalpitando. Alle dieci precise ti aspettano nel parcheggio qua sopra. -
- Ricevuto, grazie -
- Ricordati di prendere la carrozza. Niente calesse per oggi, mi spiace per te - sghignazzò divertito.
Gli risposi con una smorfia e mi apprestai a lavare i piatti e a sbrigare le faccende di casa più importanti.
Alle nove in punto uscii di casa e andai a prendere i due cavalli. Per fortuna Stefano aveva preparato la carrozza nel piazzale.
Strigliai e bardai i cavalli. Infine li attaccai alle stanghe del mezzo, con qualche difficoltà a causa di Drago; era troppo eccitato per stare fermo.Finalmente pronta, salii a cassetta e ordinai ai cavalli di avanzare. Partirono al trotto mantenendo l'andatura fino in cima alla ripida mulattiera che serpeggiava tra i ripidi prati a est dell'azienda agricola. Si fermarono nel piccolo parcheggio.
Mi vennero in contro quattro persone: una donna alta, bionda, occhi azzurrissimi, tenuta a braccetto da un uomo sulla quarantina anch'esso abbastanza alto, con i capelli neri. Dietro di loro saltellava per il freddo un ragazzo biondo che somigliava molto alla madre e infine vidi un altro ragazzo con i capelli neri e lo sguardo perso nel vuoto.
- Buongiorno, piacere di conoscerti, io sono Manuel e questa è mia moglie Serena - l'uomo si avvicinò alla carrozza e quando scesi da cassetta mi strinse la mano. Sua moglie fece lostesso, sorridendo.
Parlammo per un po' dopodiché mi chiesero di condurli per il paese e nei boschi.
- In tre ore se ne fa parecchia di strada. Specialmente con i cavalli. - precisai.
- Va benissimo, così cominciamo a conoscere questo splendido luogo - Manuel mi fece l'occhiolino e salì sulla carrozza seguito da Serena. Sembrava una coppia molto unita.
Stavo per salire al mio posto quando il ragazzo biondo si fece avanti.
- Piacere Francesco. Abiti in un gran bel posto -Ricambiai la stretta di mano.
- Valentina. Anche voi da adesso -- Già. Lui è mio fratello Enrico, non farci caso se un po' ombroso... è fatto così - Francesco salì sul gradino della carrozza, lanciando uno sguardo divertito al fratello.
- Parla per te! - rispose tagliente.
Dopodiché mi guardò apatico e andò a sedersi vicino a Francesco.Salì a cassetta e chiesi a Drago e a Pippo di partire al passo.
Riuscii a farli tenere l'andatura finché non sbucammo sulla strada provinciale destinata agli automezzi; si lanciarono al trotto, troppo contenti per andare piano.Anima Ferita continua...
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Anima Ferita
General FictionOgnuno ha la propria storia, i propri dolori, le proprie passioni. Una ragazza che ha perso tutto, si trova a dover portare avanti l'azienda agricola di famiglia da sola. La sua unica salvezza è il Pianoforte, è la Musica. Un giorno arriva una famig...