Lo ammetto. Forse seguire uno sconosciuto, nel bel mezzo dell’orario scolastico, che per di più diceva di essere il capo di questa “resistenza” dei Rajni, ormai nemici degli umani, non è stata una delle mie più grandi idee.
La verità e che, Gayan, aveva uno sguardo terribilmente familiare.
Comunque sia, quando siamo usciti da scuola, un uomo ci aspettava in un vicolo poco distante.
- Sono loro? – domandò, indicando me e Aelius.
- Si, tu hai preso il bambino? – rispose Gayan. Alla parola “bambino” ebbi la brutta sensazione che si riferisse a Ren.
- Si. E’ già alla resistenza.
- Bene. Sbrighiamoci, Alejandro. Dobbiamo raggiungere la resistenza il prima possibile.
- Ehm… sentite. – mi intromisi. – Non per fare la guastafeste ma come arriviamo a questa resistenza? Insomma non vedo auto nei dintorni e, sinceramente, dubito che sia un posto che si possa raggiungere a piedi.
L’uomo di nome Alejandro afferrò Aelius per un polso. – Perspicace la ragazza.- disse, con un sorrisetto sarcastico. Poi chiuse gli occhi come per concentrarsi.
Aelius sembrava preoccupato. – Ehi! Ma che diavolo…
Non fece in tempo a finire la frase. Alejandro scomparve e con lui Aelius.
Non potevo crederci. Un attimo prima erano lì, davanti ai miei occhi, e un attimo dopo erano scomparsi.
Cercai di mantenere la calma, con scarsi risultati. – Come ha fatto? Dov’è mio fratello? E’ uno scherzo vero? Certo che è uno scherzo. Tra poco Aelius uscirà da quel vicolo e….
- Rilassati, ragazzina. Se reagisci cosi al teletrasporto solo vedendolo, non oso immaginare quando dovrai provarlo.
- Provarlo!
Qualche secondo dopo Alejandro era riapparso. – Ok, fuori uno. Ne restano due.
Mi afferrò per un braccio. – Ti do un consiglio. Tieni la bocca chiusa.
***
Se non avete mai provato il teletrasporto, bè… fidatevi: non vi siete persi nulla di straordinario.
Vedi tutto nero e hai la sensazione che la pelle si stacchi, da un momento all’altro, dalle ossa.
E l’arrivo non è decisamente meglio.
Atterrai in una sala illuminata da fiaccole, con la testa che mi girava e un sapore metallico in bocca. Avrei tanto voluto tirare un calcio a qualcosa ma gli unici oggetti in quella sala erano un tavolo lungo almeno tre metri e qualche sedia.
-Elysia!
Conoscevo troppo bene quella vocetta acuta. – Ren! Hai visto Aelius?
-Sono qui.
Aelius era rannicchiato vicino a una colonna. Se il teletrasporto aveva fatto male a me, a lui lo aveva proprio distrutto.
- La prima volta è sempre cosi, poi si ci abitua. – A parlare era stata una ragazza. Aveva gli occhi azzurri e i capelli castani e non poteva essere più grande di me. – Ciao, tu devi essere la sorella di Zuko.
- Ehm… si. – Mi chiesi come faceva quella ragazza a conoscere Zuko.
- Vi assomigliate molto. – Aveva un sorriso raggiante. – Mi chiamo Myda, Myda Wraith. Sono la figlia di Gayan.
- Elysia.
- Vedo che avete fatto conoscenza. – Gayan era apparso dal nulla. – Scusate se interrompo, avrete tutto il tempo per presentarvi dopo. Ora dobbiamo discutere di un argomento delicato. Nero, ci sono tutti?
Un ragazzo spuntò dall’ombra, e per poco non mi venne un colpo. Era lo stesso ragazzo che, quella mattina, era di fronte a casa mia. Però non aveva più quello sguardo minaccioso.
-No. – aveva una voce melodiosa. – Ho mandato Shiva a prendere…
Si ammutolì quando, nel bel mezzo della sala, apparve un ragazzo. Aveva i capelli candidi come la neve e degli occhi di un color grigio intenso. – Stavo cercando di godermi la mia solitudine in santa pace, quando arriva di fronte a me un elfo e mi dice che sarei dovuto venire qui di corsa, contro la mia volontà.
- Sono felice di vederi anche io, Altays. – disse Gayan.
- Padre.
Non potevo crederci. Quei due non potevano essere padre e figlio!
Myda corse ad abbracciare il fratello. – Ehi, piano! Le costole mi servono. – Altays aveva cambiato totalmente espressione.
Nessuno fiatava. Solo in quel momento di silenzio mi accorsi che, con Altays, era arrivato un altro ragazzo. Era biondo con gli occhi verdi. Sembrava Ren, solo che aveva qualche anno in più.
Il silenzio fu rotto da Nero. – Allora; perché ci hai convocati tutti qui?
Il sorriso di Gayan si spense. – Sedetevi, ragazzi. Abbiamo una questione urgente da risolvere.
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The Chronicles of return: ADESH
Fantasy"Tanto tempo fa esistevano uomini con capacità straordinarie: riuscivano a manipolare persone, oggetti, materie ed elementi grazie alla psicocinesi. Questi uomini erano chiamati Rajni e Adesh. Gli Adesh, a differenza dei Rajni, erano capaci di usare...