4-Segreti svelati

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Uno alla volta, ci sedemmo intorno al tavolo. Eravamo una dozzina di ragazzi e gli unici adulti in quella sala erano Gayan e Alejandro.

Aelius era seduto vicino a Nero e Ren, mentre io finii vicino a Myda. Alla mia destra c’era una sedia vuota.

-Ragazzi, allora, avete la minima idea perché vi ho convocato qui? – disse Gayan.

Altays si stiracchiò le braccia – No, e spero che sia per un valido motivo.- Sembrava piuttosto annoiato.

Più guardavo quel ragazzo e più mi sembrava impossibile che fosse il figlio di Gayan.

Gayan aveva i capelli castani, gli occhi scuri, la pelle abbronzata e lo sguardo fiero, mentre, Altays aveva i capelli candidi, gli occhi grigi, la pelle chiarissima e uno sguardo beffardo. In poche parole erano uno l’opposto dell’altro.

-Che c’è, non vedevi l’ora di restare a marcire in quel ghiacciaio, che tu chiami casa? – A parlare era stata una ragazza infondo al tavolo. Zuko mi ha sempre detto di non giudicare dalle apparenze ma, quella ragazza, aveva i capelli neri e gli occhi scuri ed era totalmente vestita di nero. Non sembrava di certo il tipo più allegro in quella sala.

Altays non gli diede retta, ma la ragazza continuò. – Ah no, giusto. Forse dovremmo essere onorati della tua presenza. Il sommo Altays Wraith, maestro della Criocinesi, e riuscito a trovare una briciola di tempo per venire da noi comuni plebei.

-Ora si dà il via alle danze.- Non riuscivo a capire chi avesse parlato, finchè un ragazzo non apparve alle mie spalle. – Sai fanno sempre cosi. Se non c’è un litigio in queste “assemblee speciali” non sono contenti; spesso litigano sempre Altays e Tjira, la ragazza dai capelli neri e i colori “vivaci”, ma anche Shiva e Aubrey si danno da fare quando sono in vena.- A i nomi Shiva e Aubrey aveva indicato quel ragazzo che ricordava molto Ren e una ragazza poco distante da Tjira.- Ma sai certe volte vorrei che Myda partecipasse un po. Fa sempre la santarellina per non deludere il padre.- Si mise a sedere vicino a me. Mi sentii mancare il fiato: un ragazzo giovane, su i quindici anni, slanciato e dal fisico atletico. Il volto pallido era incorniciato da una massa di capelli neri spettinati. Gli occhi verdi che mi fissavano. Un sorriso raggiante.

- Chiudi la bocca, altrimenti ci entrano le mosche. – Mi sentii arrossire. – Piacere, mi chiamo Xavier. – Il suo sorriso era a dir poco splendido.

Non riuscivo a parlare. Con la coda dell’occhio intravidi che Altays e Tjira stavano litigando e, da un momento all’altro, sarebbero passati alle mani; eppure non gli diedi retta: era come se il tempo si fosse fermato.

- Ehi… prima o poi mi dirai il tuo nome, smettendola di avere quello sguardo trasognato?

In circostanze diverse sarei scappata via dalla vergogna, ma in quel caso mi venne spontaneo sorridere. – Elysia, piacere.

A riportarmi nella realtà fu Gayan. – Allora, Elysia, hai mai sentito parlare della confraternita dei butagh?

Tutti si ammutolirono. C’era molta tensione nell’aria.

Feci di no con la testa. – Ah, quindi e per questo che siamo qui. Altays questa mi sembra un ottima ragione, no? – disse Xavier.

Nessuno fece caso al suo commento perché restarono tutti in silenzio. Eppure mi sarei aspettata che Altays fulminasse Xavier con lo sguardo. Invece rimase fermo al suo posto, a guardare nel vuoto.

-Devi sapere che non sono altro che dei babbei che cercano di ostacolarci nei nostri scopi. – disse Gayan.

- Perché abbiamo degli scopi? – rispose di rimando Altays.

The Chronicles of return: ADESHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora