Traccia nr 5: "Un uomo ricco e superficiale si ritrova improvvisamente senza niente, quindi dovrà imparare a cavarsela, comprendendo che i soldi non sempre fanno la felicità"
Come figlio di uno degli imprenditori più influenti d'America la mia vita era uno spasso.
Potevo avere tutto quello che volevo.
Bastava che esibissi la cara e vecchia American Express e il mondo era ai miei piedi.
Avrei molti aggettivi per descrivermi, ma non vorrei annoiarvi elencandoveli.
Difetti?
Essere stronzi e superficiali conta come difetto?
Non ho un lavoro, ma ho un conto fiduciario con cui potrei sfamarci la gran parte della popolazione dell'Africa.
Come mi vedo?
Un gran pezzo di figo sexy, ovviamente.
Quale donna non vorrebbe uno scapolo sexy come me.
I miei occhi azzurri le incantano, i miei capelli castani corti le fanno impazzire e il mio corpo da urlo, grazie alle tante ore passate in palestra, le fanno sbavare.
Ma la bella vita stava per terminare.* * *
«Robby, da oggi non potrai attingere al tuo conto fiduciario e le carte di credito a tua disposizione» disse mio padre mentre mi chiudeva la porta della grande villa in faccia.
Ero tornato a casa da una festa da sballo e ora i miei genitori mi volevano buttare fuori.
Io ci tenevo alla mia vita sociale.
Mia madre piangeva al fianco di mio padre.
La odiavo quando era così fragile. Non aveva spina dorsale.
Si faceva comandare a bacchetta da mio padre e odiavo le donne come lei.
Breanna Spencer, prima di incontrare mio padre, era una gran donna.
Era una donna con le palle.
La sua grinta era di un altro pianeta, ma il caratteraccio di mio padre l'ha cambiata poco a poco fino a farla diventare una donna insicura.
Scommetterei che la decisione di buttarmi fuori casa e senza un soldo l'aveva presa solo il buon vecchio Jhon.
«Cosa volete fare? Volete buttarmi fuori di casa? Cosa penseranno i vicini di voi o i vostri amici?» urlai, ma non potevo perdere la mia dignità mettendomi a bussare come un forsennato sulla porta.
Nessuno mi aprì per darmi una risposta.
Strano, perché ai miei importava molto cosa pensavano gli altri di loro.
Stanco della situazione tornai alla Mustang con cui ero tornato a casa.
Non mi avevano detto che non la potevo prendere, anche perché le chiavi le avevo in tasca al sicuro.
Non avevo molti soldi con me, solo cinquecento dollari. «Fanculo, posso vivere anche senza di voi».
Accesi la macchina e mi diressi verso l'agenzia immobiliare più vicina.
La singnorina che mi stava aiutando nel cercare una casa mi sorrideva e io ero impeccabile come sempre, nel senso che il mio sguardo le diceva che quella sera si sarebbe trovata nel mio letto.
«Mi dispiace, signor Spencer, ma non riesco a trovarle un buon appartamento con le sue finanze disponibili» disse lei dopo aver guardato sul pc che aveva davanti.
Battei i pugni sulla scrivania e l'impiegata fece un salto.
«Sai chi sono io?» dissi urlandole addosso.
«Si lo so, ma non posso aiutarla. Ora la prego gentilmente di calmarsi e di andarsene se no sarò costretta a chiamare la vigilanza» rispose la ragazza senza scomporsi.
Io mi alzai come lei aveva detto, ma non potevo andarmene così, con il mio orgoglio ferito. «Quando tutto questo sarà finito, la farò licenziare».
Uscì dall'edificio in cui ero stato incazzato nero.
Salì di nuovo sulla Mustang ed iniziai a chiamare i miei amici per farmi ospitare qualche giorno.
Neanche da loro ricevetti risposte.
«Stronzi» imprecai mentre gettavo il cellulare in qualche angolo della macchina.
Partì di nuovo per andare in un supermarket e ci presi il giornale con gli annunci immobiliari.
Ovviamente guardavo solo certi tipi di abitazioni, ma non potendomele permettere stavo scendendo di livello per finire nel degrado totale.
Ero riuscito a trovare diversi appartamenti, ma erano sporchi e in posti dove non ci avrei mai messo piede in tutta la mia vita.
Stavo per arrendermi, ma trovai un complesso di appartamenti che non costavano molto, ma non erano neanche così schifosi come quelli che avevo visto in precedenza.
Quando mi trovai davanti al grande edificio mi accorsi che non era granché, ma almeno avevo un tetto sopra la testa.
Comunque non ci sarei rimasto molto lì dentro.
Era una giornata molto assolata e avevo i miei occhiali da sole firmati.
Non potevo rovinare il mio bellissimo viso con delle bruttissime rughe, no?
Entrai nell'edificio e trovai immediatamente il proprietario che non solo mi diede le chiavi del mio appartamento, ma mi informò che dovevo anticipare la caparra e e il primo mese d'affitto e il tutto sarebbe venuto a costare quattrocento dollari.
Ero rimasto con cento dollari e dovevo comprarci da mangiare e fare benzina all'auto.
Salì le scale che mi avrebbero portato al secondo piano, dove c'era il mio appartamento.
Parallelo alla mia porta c'era una ragazza che stava cercando di aprire la sua, ma con tutte le cose che aveva in mano non riusciva.
Le buste le caddero a terra e lei si inginocchiò per prenderle, ma il contenuto adesso si trovava sul pavimento e le toccava rimettere tutto dentro.
Io stavo per aprire le porte della mia magione quando lei mi chiamò. «Ehi ciao, vorresti darmi una mano?».
Aveva proprio bisogno di un aiuto.
Io misi la chiave sulla toppa della porta della mia piccola magione e guardai la ragazza. «No, mi dispiace».
Lei mi guardò sbalordita. «Che gentiluomo che sei. Non ti hanno insegnato ad aiutare le donzelle in difficoltà?».
«Proprio per questo che non posso aiutarti» risposi mentre stavo cercando di entrare nella mia stanza/appartamento.
«Ma chi ti credi di essere?». Era incavolata, si vedeva da un miglio di distanza.
Ovviamente per colpa mia, ma che colpa ne ho se sono uno strafigo egoista?
«Robby Spencer, piacere» risposi con il mio miglior sorriso strafottente.
Lei si mise a ridere. «Che ci fa un figlio di papà come te qui? Non ci sono mammina e papino che ti hanno comprato una bella villetta?».
«Simpatica, ma no. I miei mi hanno diseredato, quindi dovrò vivere qui per un pò di tempo. Tranquilla, non starò qui abbastanza per fare amicizia» le dissi facendole l'occhiolino.
«Chi ti ha detto che voglio fare amicizia con un tipo sbruffone come te e poi neanch'io resterò qui così a lungo» disse.
Nel suo tono percepivo tristezza, ma tanto non sarei restato a lungo per scoprire il suo passato.
Ma devo ammettere che quella ragazza bionda con un fondoschiena da urlo e un corpo tutte curve mi piaceva.
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Concorso - Ali d'Inchiostro - Partecipante (One - Shot)
RandomRaccolta di racconti autoconclusivi per il concorso a cui sto partecipando