6. Incidente

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Spensi il videogioco, sotto alcune proteste di Emma che voleva vedermi giocare, e misi il telegiornale.

"La storia si ripete. Se non le vedi al telegiornale e non studi storia, non saprai mai cosa può succedere i futuro!" diceva sempre mia madre.

Così cominciai a seguire il TG pomeridiano e quello serale.

<<Notizia dell'ultima ora! Sembrerebbe che un taxi ed una limousine del famoso stilista Gabriel Agreste siano andati a scontrarsi. Nessun morto, solo un ferito. Infatti Adrien Agreste è stato portato d'urgenza in ospedale per aver avuto una grave colluttazione alla testa. Sembrerebbe che il colpo sia abbastanza grave, poiché ha portato il modello a sbattere da una parte all'altra della limousine. Nessuna risposta da parte dei medici riguardo alla sua salute. Che sia qualcosa di grave? Passiamo alla notizia dell'attentato a Los Angeles>>

Non potevo crederci.

Mi misi una mano alla bocca, tentando di soffocare quell'urlo per non spaventare Emma.

Lei scoppiò in un pianto agonizzante.

<<Ssssh... non è successo niente, stai tranquilla...>>

Tentai di tranquillizzarla, anche se suonava più che stessi tranquillizzando me e non Emma.

Andai, di corsa, a mettere nella culla la bambina, presi la mia borsetta rosa, mi misi dei vestiti decenti ed uscii di casa, affidando Emma nelle mani di Tikki e Plagg.

Presi l'autobus che portava vicino all'ospedale e, arrivata a destinazione, corsi in quella struttura.

Chiesi a qualunque medico se sapesse dove si trovava Adrien, solo l'ultimo mi rispose.

<<Terapia intensiva. Lei sarebbe?>>
<<Diciamo... sì, decisamente la sua ragazza>>
<<Ho capito, la accompagno nella sua camera. Mi segua>>

Feci come mi aveva detto e mi ritrovai davanti alla camera 112.

<<Ecco a lei>>
<<La ringrazio infinitamente dottore! >>

Presi un respiro profondo ed entrai.

Lo vidi steso su un lettino, con una benda che gli fasciava la testa e sporca di liquido cremisi in un punto visibile tra i suoi capelli.

Trattenni le lacrime e mi avvicinai a lui.

Mi misi una mano sulla bocca e deglutizione quando mi sedetti accanto a lui.

<<E-ehi Adrien... s-sono io, M-marinette... t-ti prego, t-ti s-supplico... t-torna da m-me...>>

Scoppiai in un pianto disperato.

<<Perché?! Perché a me?! Perché a LUI?! CHE COSA AVEVA FATTO DI MALE?!>> pensai, mentre il mio urlo silenzioso rimaneva bloccato in gola.

Non riuscivo a parlare, riuscivo solo a piangere e a singhiozzare.

Fuori aveva cominciato a piovere.

Anche il cielo era triste?

Mrs. AgresteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora