7. Apatia

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Era in coma, o almeno, questo è quello che dissero i medici.

Tornai a casa fradicia e scioccata.

Mi feci un bagno caldo e mi cambiai.

<<Marinette, è successo qualcosa?>>
<<Signora Dupain-Cheng, mi spiace dirglielo ma non è il momento per parlare con Mari...>> disse Tikki, poi aggiunse: <<Quello che è successo ad Adrien è terribile>>
<<Racconta>>

Mi chiusi in camera con Emma, l'unica che in quel momento mi faceva sentire bene.

Più o meno, visto che con quel boccolo d'oro mi faceva pensare ad Adrien.

Non dissi una parola per tutto il giorno, non ci riuscivo, la voce non passava.

Quella notte ebbi un incubo.

Ero in mezzo ad una strada, vicino ad un bosco, e scappavo da un taxi.

Ad un certo punto ero dentro la limousine con Adrien, vicino ai posti davanti.

Poi, l'impatto, talmente potente che non poteva essere stato un caso.

Adrien venne sbalzato per lungo nella limousine e sbatté un lato della testa contro il vetro posteriore della vettura.

Non riuscivo a fare niente, non potevo muovermi né urlare né piangere.

Me ne stetti lì, impalata, a guardare la testa di Adrien che perdeva fiotti di sangue.

Rimasi con un espressione apatica sulla faccia.

Possibile che nemmeno nei sogni potevo urlare? Questo fu il mio primo pensiero appena svegliata.

Andai a fare colazione e mangiai solamente un croissant vuoto.

<<Nient'altro Marinette?>>

Feci di no con la testa e tornai in camera, dove Emma mi attende per la poppata.

Non mi ero accorta di avere la stessa espressione apatica del sogno, che spaventò Emma.

<<Sssssh, va tutto bene piccola. La mamma sta bene>>

Lei si calmò e tornò a ciucciare.

La lasciai a Tikki e portai Plagg con me, fino ad arrivare in ospedale.

<<Ehi Adrien. Lo so, il mio tono di voce oggi è strano ma senza di te stranamente ho scoperto di sentirmi... vuota, ecco. Riprenditi presto, ti prego... così forse potremmo farci una vita insieme, anche con Tikki, Plagg ed Emma ovviamente...>>
<<Non pensavo che una coccinella potesse dire parole così diabetiche!>>
<<Plagg, stai zitto. Torna da me, Adrien, torna da noi, mon Chaton...>>

Sentimmo che l'orario delle visite in terapia intensiva era finito, così misi Plagg nella mia borsa e tornai a casa.

Avevo bisogno di stringere tra le mie braccia Adrien, ma non potevo farlo.

Non sapevo il perché di quel bisogno improvviso, non lo avevo mai sentito prima.

Sapevo solo che avevo bisogno di un abbraccio da parte sua.

Mrs. AgresteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora