Capitolo 12.

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<<Detto ciò..>> Finalmente il professore di filosofia finii di spiegare quella lunga, interminabile ora di filosofia. <<Prima di uscire, lasciate le vostre relazioni, che avete fatto questa settimana, sulla scrivania.>> Disse chiudendo tutti i libri che aveva sulla scrivania. <<La settimana prossima ve le consegnerò corrette e vi ricordo che le valutazioni che avrete faranno media con l'esame che si terrà a fine anno.>> Finalmente alzò gli occhi da sopra la propria scrivania guardando gli studenti uno per uno, mentre si stavano preparano per uscire. <<Per chi non l'avesse consegnata vi ricordo che avete ancora tre giorni, ma questi faranno abbassare la media è così facendo anche la valutazione finale.>> Fece un lieve sorriso e i ragazzi di congedarono poco alla volta. <<Buona giornata e mi raccomando fate i bravi per il fine settimana.>>
Detto ciò Colin uscii insieme agli ultimi studenti che erano rimasti in aula ad ascoltare il professore fino all'ultimo. Le lezioni Quella giornata erano finite e dato che non doveva andare a lavoro per i prossimi giorni aveva deciso di prendere del tempo per se stesso. Andò nella propria camera e dopo aver posato lo zaino, i libri e il gubbino negli appositi luoghi, prese uno dei jeans comodi che aveva e una felpa e decise di farsi una doccia veloce. Una volta fatto uscì dal proprio bagno e quasi gli venne un colpo quando vide Timothy seduto sulla poltroncina vicino la libreria, intento a leggere uno dei libri che si trovava sulla scrivania. Non si accorse della presenza del ragazzo, e Colin decise di fermarsi sulla soglia della porta del bagno osservandolo meglio. Alcune ciocche di capelli gli scendevano nei contorni del viso, gli erano sfuggiti al suo solito chignon scomposto che aveva. I lineamenti del viso erano perfetti, delineati, gli occhi dal semplice taglio erano fissi sulle pagine aggrinzite del libro che aveva fra le proprie mani. Le labbra leggermente socchiuse, dal colorito roseo inspiravano quanta più aria gli era possibile. Le lunghe gambe accavallate una sull'altra, e il busto perfettamente dritto. Assomigliava molto alle persone di molti anni prima, quando la postura e i bei lineamenti erano tutto. Si appoggiò allo stipite della porta, prendendosi quanto più tempo gli era possibile per guardarlo. Come poteva un uomo come lui essere tanto bello quanto misterioso?! Era comparso nella vita del ragazzo alcuni mesi prima e da poco più di una settimana era diventato essenziale per la vita di Colin. Non riusciva più a stare senza. Sorrise, felice di tutto ciò che gli stava accadendo nella propria vita. Quella vita che prima era così monotona e inutile ora stava iniziando ad avere un senso, e tutto questo grazie a lui.
<<Vuoi stare lì ad osservarmi ancora per molto?>> Chiese dolcemente Timothy chiudendo il libro e poggiandolo su uno dei ripiani della libreria vicino a lui e alzando gli occhi verso il ragazzo per guardarlo meglio.
<<Mi piace guardarti.>> Rispose piano Colin.
Timothy sorrise visibilmente imbarazzato. <<Sei sempre così diretto.>> Asserì piano.
<<Ti dispiace?>> Chiese sentendo l'imbarazzo crescere.
<<No affatto.>> Sorrise poggiando la testa alla spalliera della poltrona. <<È la cosa che mi piace di più di te.>>
Colin sorrise rassicurato e rimettendosi dritto sulle proprie gambe, lo raggiunse, si mise davanti a lui e poggiando un ginocchio al fianco di Timothy fece un poco di pressione e si mise a cavalcioni su quell'uomo seduto. Colin sorrise maliziosamente e Timothy subito capii. Mise le mani sulle gambe piegate del ragazzo e Colin a sua volta appoggiò le proprie mani sulla nuca del ragazzo. Timothy chiuse gli occhi assaporandosi al meglio quel semplice tocco. La sua pelle fredda come il ghiaccio non appena entrò in contatto con quella di Colin subito iniziava a riscaldarsi. <<Che bella sensazione.>> Timothy senza rendersene conto aveva esposto uno dei suoi pensieri riferendosi al calore e alle sensazioni che scaturivano quel semplice tocco. Subito una vampata di calore gli avvolse la nuca su Tutto lo spazio che le piccole mani di Colin avevano occupato.
<<Piace anche a me.>> Disse piano Colin. Timothy sorrise. <<Non hai freddo nel toccarmi?>>
Il più piccolo fece un semplice segno di niego con il viso. <<Solo all'inizio.>> Sorrise dolcemente. <<Ma sapere che solo io posso darti questa sensazione mi rassicura e allo stesso tempo mi fa sentire importante.>> Aggiunse dopo qualche secondo.
Timothy sorrise e i suoi occhi si persero nel guardare quella meravigliosa creatura  seduta sulle sue gambe. Gli occhi pieni di voglia di vivere, i capelli che alla luce diventavano leggermente più chiari, era la cosiddetta incarnazione della perfezione. 
Il più grande si alzò leggermente con la schiena dalla spalliera della poltroncina e senza mai distogliere gli occhi da quelli da Colin, si avvicinò tanto da far congiungere le proprie labbra con quelle del ragazzo, all'inizio il bacio era uno fra i più casti e dolci che si erano scambiati fino a quel momento, ma poco dopo la voglia prese il sopravvento, Colin avvicinò ancora di più il viso di Timothy al proprio, avvolgendolo poi con le braccia e stringendolo forte tanto da far avvicinare ancora di più i due corpi. Timothy fece scivolare le proprie mani dalle cosce del ragazzo fino al sedere, per poi stringerlo. Colin boccheggiò nella bocca del ragazzo, ma Timothy non lo lasciò prendere fiato e gli rubò un altro bacio, sempre più appassionato di quello precedente. Le lingue ora mai erano diventate un tutt'uno così come la saliva che andava da una bocca all'altra. Colin iniziò a muoversi sopra il più grande, ancheggiando, facendo in modo che i due sessi strusciassero fra loro, ancora stretti nei pantaloni. Timothy andò incontro agli affondi del ragazzo, muovendolo ancora più velocemente a sua volta sentendo l'eccitazione crescere. Colin lasciò andare il collo del più grande, facendo scivolare le mani sul torace di Timothy, toccando ogni più minimo spazio libero. Assaporando quei muscoli forti e tonici sotto le proprie mani, li sentiva forti, tonici, e pulsavano anche. Infilò le dita sotto l'orlo della maglia, sentendo subito il freddo contatto con la pelle, ma che subito si riscaldò grazie al contatto che lui stava creando.
Mentre il ragazzo continuava a muoversi sopra a Timothy sentii qualcosa vibrare sotto la propria coscia, il più grande subito se ne rese conto e si staccò da Colin, interrompendo quel magnifico contatto. Colin tirò via le mani da sotto la maglia di Timothy e lui prese il cellulare da dentro la tasca, vide il nome sullo schermo e rispose, mentre Colin stava ancora seduto sopra di lui, oramai fermo e messo seduto dritto.
<<Cosa succede Drake?>> Rispose subito Timothy. Colin a sentire quel nome si sentii sbiancare, il cuore quasi perse un battito, improvvisamente si sentii persino mancare l'aria, con un enorme peso sullo stomaco. Abbassò la testa consapevole che Timothy ora sarebbe corso via, come tutte le volte che lui lo aveva chiamato. Fece un lungo sospiro e poco alla volta scese da sopra le gambe di Timothy, cercando di non fare movimenti azzardati, a causa dell'erezione che aveva nei pantaloni. Timothy lo guardò rimanendo sempre con il cellulare all'orecchio ascoltando ciò che gli stava dicendo Drake. Alla fine sbuffò e disse la frase che Colin più temeva. <<Ora arrivo.>> Colin si girò di spalle, sentiva la frustrazione crescere, Drake glielo portava via tutte le volte che stavano insieme, perché?! Gli occhi gli si riempirono di lacrime e quel stupido nodo in gola stava tornando a formarsi. Timothy Chiuse la chiamata e sia alzò ance lui da sopra la poltroncina, aggiustandosi poi i vestiti una volta che si fosse messo dritto.
<<Principessa.>> Iniziò a dire con un filo di voce, sapendo perfettamente le emozioni di Colin.
<<Tranquillo vai.>> Rispose solamente Colin, con la voce spezzata. Voleva che Timothy non capisse quanto lui stesse male, quanto lui lo facesse male, ma purtroppo non ci era riuscito, quindi prima che lui potesse rispondergli, a grandi passi si diresse verso il bagno e si chiuse la porta a chiave alle proprie spalle, poi non udii più nessuna parola, ma solo la porta di ingresso sbattere. Timothy se ne era andato, e chissà ora per quanto tempo.

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