Capitolo 14.

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<<Guarda che ora non puoi più tornare indietro.>> Asserii Sicuro di se Todd, sorridendo avidamente mentre seguiva Colin che si dirigeva verso la casa a piccoli passi.
<<Infatti non voglio tornare indietro, ma solo andare avanti.>> Colin rispose. Era molto sicuro di se, voleva andare fino in fondo a quella storia. Voleva capire perché Timothy si comporta come se non esistesse più nulla quando c'era di mezzo Drake e cosa più importante voleva decidere da solo se la motivazione era abbastanza plausibile o meno. Non gli avrebbe mai perdonato tutto quello per una scusa campata in aria. Fece un leggero sospiro, consapevole degli occhi di Todd su di lui, ma nonostante ciò continuava ad andare avanti, mentre l'altro lo seguiva.
<<Ora capisco perché Timothy ti ha scelto.>> Disse Todd facendo un passo più lungo di quelli precedenti, tanto da raggiungerlo e camminare al suo fianco. Colin alzò il viso incrociando i propri occhi con quelli azzurri di Todd, non capiva cosa volesse dire. Corrugò la fronte guardandolo, cercando di incalzarlo a parlare, cosa che accadde.
Todd sorrise dolcemente, piegando la testa leggermente di lato, chiuse gli occhi per qualche secondo e quando li riaprii incrociarono nuovamente quelli color caramello del ragazzo vicino a lui. <<Gli assomigli davvero tanto.>> Rispose semplicemente Todd.
Colin continuò a non capire. <<A chi assomiglio?>> Chiese incuriosito.
<<A Lenny.>>
Colin spalancò gli occhi. <<Chi è Lenny?>> Chiese con un filo di voce. Tutta la sicurezza che aveva avuto fino a quel momento stava iniziando a vacillare.
<<Il migliore amico di Drake.>> Rispose finalmente Todd dopo qualche secondo.
Senza aspettare una risposta del più piccolo, lo sorpassò aumentando il passo, arrivò davanti la porta e la aprii lasciando passare prima lui. Una volta che anche lui fu entrato in casa si chiuse la porta alle proprie spalle. Colin una volta entrato in casa, guardò l'enormità di quell'edificio. Era tutto arredato in legno antico scuro, al centro dell'enorme sala si trovava una grandissima scalinata che portava al piano superiore, tutte le parete intorno a lui erano piene di porte e ognuna di essi portavano in una stanza diversa. Davanti alle enormi finestre che si trovavano al paino superiore lungo tutto il corridoio e vicino la porta da dove erano appena entrati, si trovavano delle tende in juta colore rosso scuro che arrivavano fino al pavimento, legate verso meta ai lati delle finestre, inoltre sopra di queste scendeva una mantovana fatta in velluto di colore mogano. I drappeggi erano fatti tutti alla perfezione. Il mobilio si abbinava alle tende e per terra poco più avanti del ragazzo si trovava un enorme tappeto color sabbia, sul pavimento in legno scuro, che percorreva il centro del locale e saliva lungo tutte le scale percorrendo nello stesso modo anche il piano superiore. <<E' tutta arredata così casa tua?>> Chiese Colin come incantato da quel magnifico posto davanti a lui.
<<Si.>> Rispose sorridente Todd mentre era fermo davanti la porta e guardava ogni suo più singolo atteggiamento, movimento, smorfia, parola, o anche solo espressione.
<<E' semplicemente magnifica.>> Rispose Colin voltandosi verso di lui alle proprie spalle, sorridendo. Todd sentii il proprio viso arrossire per qualche secondo a causa dell'imbarazzo, cercò di nasconderlo, sorridendo. <<Molti non la penserebbero cosi.>> Asserii tornando Tranquillo il più grande mentre a grandi passi lo superò incamminandosi sulla lunga tesa di scale. Colin prese a seguirlo, non era così male stare in sua presenza.
<<Perché dici così?>> Chiese incuriosito Colin mentre erano arrivati al piano superiore e percorrevano il lungo corridoio con molteplici porte chiuse.
<<Questa casa è stata costruita nel 1638. Molti la definirebbero antica.>>
Colin sorrise. <<Io non sono molti.>> Rispose semplicemente mentre lo seguiva.
<<Già questo lo so.>>
Gli occhi del ragazzo caddero nel giardino che si trovava dietro alla casa, era vastissimo e pieno di verde, non si riusciva a vedere una fine tanto era grande.
<<Abiti solo tu in questa casa?>> Chiese Colin tanto per non rimanere in silenzio mentre continuavano a camminare per quell'interminabile corridoio.
<<No.>> Quella su la semplice risposta di Todd. <<Ci abito io, il mio ragazzo e altri due ragazzi, Hale e Vin.>> Aggiunge poco dopo mentre si fermava davanti a una delle porte chiuse che si trovavano infondo al corridoio. <<Ora sono andati in un altra città, per delle trasferte di lavoro o qualcosa del genere, torneranno fra qualche settimana, quindi abbiamo tutto il tempo per parlare.>> Il suo tono di voce era diverso da quello che aveva usato fino a quel momento. Era più freddo e distaccato, come se volesse allontanarlo, piuttosto che avvicinarlo. Fece un lungo sospiro ed aprii la porta della camera, mettendosi poi da parte, tanto da far entrare prima il ragazzo e poi lui. Non appena fu dentro la camera Colin spalancò gli occhi, Al centro della parete alla sua destra c'era una enorme letto a baldacchino e tutta la parete davanti a lui era ricoperta da quadrati di vetro che portavano sull'enorme terrazzo che affacciava sulla parte davanti della villa e poco più avanti una semplice porta che da come si poteva vedere dalla piccola fessura aperta portava sul bagno e una parete scorrevole poco più distante da essa che portava nella cabina armadio colma di vestiti, la porta era aperta quindi da li si poteva vedere tutto alla perfezione. La camera era piuttosto asettica, priva di colore come di qualsiasi altra emozione. Colin fece un piccolo passo in avanti tanto da far entrare anche Todd, il quale chiuse la porta alle sue spalle e si avvicino al piccolo divanetto con il basso tavolino che si trovava nell'angolo davanti la parete che affacciava sul giardino, ci si sedette sopra, mentre Colin non riuscii a fare più nemmeno un passo, inghiotti il nulla, improvvisamente iniziava ad avere paura di tutto quello, e non sapeva nemmeno il motivo. <<E' normale avere paura.>> Asserri deciso Todd mentre si sfilava la leggera felpa bianca che stava indossando fino a quel momento. <<Vieni, siediti.>> Disse tamburellando con la mano sul divanetto, nel posto libero vicino a lui. Colin lo ascoltò e si avvicino a piccoli passi, scoprendo poco alla volta il corpo del ragazzo seduto. <<Il gubbino con la sciarpa puoi appoggiarlo anche li.>> Disse indicando la poltroncina vicino al tavolo. Il più piccolo gli diede ascolto, ora mai era entrato ed era meglio uscirne consapevoli di tutto. Si tolse il gubbino e la sciarpa e li appoggiò dove gli era stato detto. Poi si sedette vicino a Todd il quale non perse tempo e si distese, poggiando la testa sulle gambe del piccolo, chiuse gli occhi per qualche secondo, rilassandosi completamente. Colin non disse nulla, si limitò a guardarlo. <<Questa è camera mia.>> Disse semplicemente Todd aprendo gli occhi e guardando il cielo vuoto fuori alla terrazza. Colin provò un insolita malinconia della voce in quelle semplici parole, non disse nulla, si decise solamente ad accarezzargli i capelli.
<<Cosa vuoi sapere?>> Chiese piano Todd.
<<Tutto.>> Rispose semplicemente Colin guardandolo.
Todd sorrise. <<E' nato in questo stato, in questo paese, il 12 settembre del 1310 ed è diventato un vampiro quando aveva ventisei anni.>>

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