9.

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Eren's POV

Aspettai un pochino prima di dirigermi in cucina e dover passare dal salotto, dove erano seduti Levi e Petra.
Nel mio petto sentivo una strana sensazione, gelosia? Potrebbe esserlo? Nah, non ne avrei motivo. Giusto? Non sapevo nemmeno più quante dita avevo ai piedi in quei giorni, tanto mi scombussolava quel nano.

Controllai il cellulare, le 14:30. Fameee, pensai. Il pensiero di poter essere davvero utile a qualcuno con il mio ""potere"" mi continuava a ronzare in testa, come una mosca gira intorno alle mucche. MA EHI MI SONO APPENA DATO DELLA MUCCA.

Decisi di scendere dato che ormai erano le 15:00, mentre poggiavo il piedi sull'ultimo scalino e facevo per aprire bocca vidi una scena raccapricciante.

Le labbra della puttana, perché in questo casa va chiamata così, andarono a contatto con quelle di Levi. Il mio cuore si strinse in una morsa e mi venne da piangere, perché mi sento così? Io non provo nulla verso di Levi e ancor meno verso Petra. Non ho motivo di sentire queste emozioni.

Decisi silenziosamente di attraversare la sala, sperando che Levi non mi sentisse o addirittura vedesse, non avrei avuto il coraggio di guardarlo negli occhi, avrei rischiato di scoppiare in lacrime.

Ma ovviamente la sfiga è dalla mia parte e, "Eren? Dove vai?" Chiese il corvino. "Vado a farmi un panino, dato che sono tornato da scuola e devo ancora mangiare, se non ti dispiace." risposi io secco,senza girarmi. Credo che Levi debba aver sentito con che acidità sputai fuori quelle parole dato che si irrigidì e scostò Petra che ormai oltre ad essergli avvinghiata, gli era praticamente in braccio.

Nella mia testa stavo continuando ad insultarla, tanto che non sentii che Levi mi parló. "Cosa?" chiesi io, lui sollevò gli occhi scocciato e ripetè "Vuoi che ti prepari io qualcosa?". "No." Risposi un'altra volta in tono leggermente più seccato, sempre senza guardarlo negli occhi, a quel punto il corvino si alzò di scatto e venne verso di me. Mi prese per il colletto e mi spinse fino a sbattere il petto contro il suo e fino a che i nostri nasi si sfiorarono.

Inutile dire che il mio cuore era andato vero? A quel punto mi guardò dritto negli occhi e disse con tono autoritario "Non osare parlarmi così ragazzino, chiaro? (No scuro ihihih) Qui sono io che comando, questa è casa mia. OKAY?" Per l'ultimo tratto di frase alzò maggiormente il tono. A descrivere la mia faccia in quel momento poteva esserci solo un' aggettivo : terrorizzato.

🌈🌈🌈
EHI PUTAS
Come state?
Dopo le numerevoli minacce di morte e richieste di aggiornare mi sono decisa. Chiedo scusa per l'attesa ma mi avevano rubato il telefono... VA BEH EHI ORA NE HO UNO, NUOVAMENTE.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, ve vojo ben❤️

Lie -Ereri/Riren Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora