I racconti eroticomici di Pamy

Capitolo tre.

"Quanto conta ricky la vita di un pesce rosso? puoi misurarla in soldi,in traguardi..io credo che la tua valga solo grazie a me.."
E lo pesce rosso rispose, con grave accento tedesco
"Prezzo di pesce essere tre euro a chilo...ma dipende da lunchezza" . Scandivo come una scandinava con voce ferma prima di colpirlo con il retino dell'acquario per l'ennesima volta, ero quasi svenuta a causa dell'apnea nell'acquario.
A questi pensieri mi toccai istintivamente la ventresca e fui scossa da un conato di fame.
Mi sento così debole,ora.
Il cielo grigio visibile dalla piccola finestra nell'acquario a malapena si distingue dal verde spento delle pareti del cimitero. Il tutto si fonde in un unica atmosfera smunta e desueta di color giallo opposum ,costringendomi ad una serie infinita di flashback dovuti all'assenza di torta di mele.
" 127...128..12- ti sei bloccato ricky?! continua a contare,sai cosa accade se ti fermi..". Lo sapeva e io speravo si fermasse. Era troppo intelligente per perdere il conto,eppure sistematicamente accadeva. 127,128,12-una sequenza che mi tormenta, il suo sorriso beffardo, il sorriso di un pesce che viveva d'acqua e sperma, e la mia rabbia, la rabbia di chi aveva tutto ma stava andando in apnea cazzo.
Lui. Era vita che pulsava nelle vene, anidride carboni​ca che vaga nel castello di sabbia.  Già.
Dell'incidente ricordo poco, solo odore di pesce fritto, a malapena qualche luce ed un fornello, poi un rumore assordante ed il dolore lancinante al fianco, probabilmente un appendicite. La confusione svanirà col tempo e diradatasi la nebbia tra i miei pochi ricordi,avrò un quadro chiaro dell'avvenuto, questo sostiene lo scemo del villaggio, mio caro amico. Ma non m'importa, non più di tanto a dire il vero e sono certa che il sapore di pesce fritto svanirà..

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