Capitolo 2

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-In che senso "scomparsa"?- chiese confuso Mathias.
Sì, non vedeva sua madre da quasi due giorni, ma non ne aveva fatto un dramma perché ormai si era abituato: Emily usciva di casa la mattina presto -a volte, ancora prima del figlio- e tendeva a rincasare molto tardi. A suo dire, la aiutava a concentrarsi meglio, ma Mathias sapeva che lo faceva nella speranza di guadagnare qualcosa in più.
-Ho provato a chiamarla, ma non mi ha risposto. All'inizio, ho pensato che il cellulare si fosse scaricato, ma poi ho avuto un brutto presentimento e ho chiamato al teatro. Mi ha risposto Millicent, quella che si veste solo di grigio: era irritata perché Emily non si era ancora presentata e, per colpa sua, c'era del lavoro arretrato... Come se sapesse degli straordinari che fa tua mamma!-. Will emise un verso frustrato, realizzando che la sua voce, nel pronunciare quelle ultime parole, aveva tremato, quindi semplicemente chiuse gli occhi per un istante, nel tentativo di tranquillizzarsi: la situazione era delicata e di certo arrabbiarsi non avrebbe aiutato nessuno.
Ovviamente, era al corrente che la dedizione e il talento -spesso lodati dal direttore- della sua compagna avevano suscitato l'invidia di tutti e ciò lo infastidiva ancora di più: Emily era decisamente sprecata per quel lavoro e non si meritava di essere odiata senza motivo.
Sbuffando, si alzò dalla sedia di scatto, come se fosse diventata improvvisamente incandescente. –Mathias, ti giuro che farò di tutto per ritrovarla. La conosci anche tu e sai che non si sarebbe allontanata senza avvisarci-. I suoi occhi azzurri e intensi andarono a posarsi sul ragazzo, quasi temendone la reazione, ora che sapeva della scomparsa di sua madre. Per l'ennesima volta in tutta la giornata, sperò che Emily stesse bene, che non le fosse successo niente.
E mentre era immerso in questi pensieri, Mathias lo abbracciò di slancio, appoggiando la testa non poco più in basso del torace dell'altro -era piuttosto alto per non aver ancora compiuto quattordici anni.  William non esitò a ricambiare, accarezzando piano la sua schiena, nel tentativo di confortarlo. Dopotutto, era anche l'unica figura paterna che aveva e Mathias stesso per lui era come un figlio.
Eppure, non potè che rimanere un po' stupito da un gesto così spontaneo: benché ne comprendesse la motivazione, cose del genere non capitavano spesso e, in un'altra circostanza, l'avrebbe certamente fatto notare. In realtà, Mathias era stato un bambino molto sensibile e affettuoso, ma crescendo aveva pian piano iniziato ad evitare il contatto fisico, se non in rare occasioni.
I due si separarono senza dire nulla.
Quando Will analizzò il viso del ragazzo -si aspettava che, di lì a poco, si sarebbe messo a piangere-, notò invece che i suoi occhi non erano nemmeno lucidi; si chiese con quale forza di volontà si stesse trattenendo dal crollare, poi interruppe il silenzio:-Senti, so bene quanto tu possa essere scosso in questo momento, ma ho intenzione di trovare Emily, ovunque sia.–. Will non riusciva più ad aspettare: stare lì lo faceva agitare ancora di più, per questo doveva assolutamente entrare in azione.
Due occhi chiari e dubbiosi lo fissarono per un attimo. -Non vorrai mica andare da solo, giusto? La polizia potrebbe intervenire e...
Ma William lo rassicurò subito:–Ho già degli amici, che mi hanno offerto il loro aiuto nelle ricerche e sono meglio dei poliziotti, fidati-. Vedendo lo sguardo confuso di Mathias, aggiunse:–A questo proposito, dovrò stare lontano da casa per un po'...
-Immagino che tu non voglia portarmi con te- constatò il ragazzo con tono calmo, intuendo dove sarebbe andato a parare.
-Esatto. Mi dispiace, ma non voglio che ti succeda nulla e poi c'è la scuola...– replicò Will, che non aveva intenzione di dover stare in pensiero anche per lui; era già abbastanza preoccupato per Emily. -Per questo motivo, ho già chiesto ai Fray di ospitarti per un po'; dicono che saranno felici di averti con loro. Io ti chiamerò ogni sera per aggiornarti, te lo prometto.
-E come pensi che potrei dormire sereno, non avendo più né la mamma né te?-. Non c'era sarcasmo nella sua voce, anzi la domanda era stata posta con un tono piuttosto pacato, forse più rassegnato che arrabbiato.
-Sai, ti ho sempre ritenuto più maturo e intelligente di tutti gli altri ragazzini della tua età e non lo dico perché ti sono affezionato, ma perché ne sono convinto. Se adesso decido di lasciarti qui è solo per il tuo bene, perché se dovesse succederti qualcosa...
La frase rimase in sospeso, mentre uno strano silenzio era calato nella stanza.
Mathias si arrese: non sarebbe mai riuscito a convincerlo. -Dunque, quando hai intenzione di partire?
-Stasera. Sono d'accordo per portarti dai Fray per le 18, quindi hai del tempo per prepararti.- rispose Will, un po' indeciso su cosa dire: era l'ultimo giorno che avrebbe passato con lui e non sapeva se e quando l'avrebbe rivisto. -Se dovessi dimenticarti qualcosa, hai la copia delle chiavi di casa.
-Allora sarà meglio che vada in camera a preparare la valigia...- constatò il ragazzo, mentre passava distrattamente una mano tra i capelli scuri.
-Sì, vai pure...- William non era del tutto certo di aver davvero pronunciato quelle parole, quanto di averle piuttosto pensate. Era tutto così surreale... -Mathias- lo richiamò, proprio mentre lui si stava già dirigendo verso la camera. –Ehm, stai bene?
-Sì. Sì, certo, non ti preoccupare.–. Detto questo, entrò nella sua stanza, per poi chiudere silenziosamente la porta dietro di sé.





In un'altra occasione, una telefonata da parte di Ellen Fray lo avrebbe reso più felice e spensierato. Solitamente, passavano almeno un'ora a chiacchierare al cellulare e Mathias la conosceva così bene da poterla quasi vedere mentre, bloccando lo smartphone tra la spalla e l'orecchio, girava per la sua stanza dalle pareti lilla, magari giocando con una ciocca di capelli.
Per ovvie ragioni, questa volta però non aveva voglia di parlare: sua madre era sparita nel nulla e Will voleva andare a cercarla con degli amici -degli sconosciuti mai nominati sino ad ora-, rifiutandosi categoricamente di portarlo con sé. Insomma, non esattamente dell'umore giusto per fare qualsiasi altra cosa che non fosse escogitare un modo per seguire William senza farsi scoprire.
-Mathias, ci sei? È caduta la linea?-. Il tono di voce di Ellen era gentile come sempre, ma questa volta, facendo attenzione, si poteva percepire una vena di preoccupazione.
-No no, sono ancora qui, scusami! Stavo pensando...- rispose l'altro, mentre percorreva il perimetro della sua camera nervosamente e cercava di sfruttare quelle poche informazioni ricavate dalla conversazione con Will. 
-Intendi dire che hai in mente qualcosa per trovare tua madre?- chiese lei in un sussurro.
-Nulla di troppo definito, ma ci sto lavorando. E avrò bisogno del tuo aiuto, El-.

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