Capitolo 7

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Nel sentire quella voce stranamente familiare, Mathias si voltò di scatto, seguito immediatamente dal compagno della madre.
Davanti a loro, vi era un uomo alto poco più di Will dall'abbigliamento meravigliosamente eccentrico: indossava un'armatura dorata e dall'aspetto regale sopra a un completo nero con dettagli color smeraldo. L'accostamento ben pensato di tonalità andava a mettere particolarmente in risalto la pelle diafana e gli occhi verdi e scintillanti. Eppure, non fu quello stravagante insieme a colpire il ragazzo, bensì l'elaboratissimo elmo, anch'esso del colore dell'oro, che aveva sopra un paio di corna lucenti e dal quale spuntava qualche ciocca scura.
-Ebbene, è questo il modo con il quale si ringrazia su Midgard?- chiese poi in modo altezzoso, rivolgendosi a William e al giovane Collins, dei quali il primo lo scrutò diffidente, mentre l'altro già cominciava a porsi le più svariate domande: cos'era Midgard? Chi era quella persona? Da dove veniva e perché li aveva appena salvati, pur non conoscendoli? Sperò che non avesse intenzione di ucciderli o torturarli, come aveva letto tempo fa in alcuni libri di fantascienza.
Will si decise poi a fare un passo nella direzione di quello straniero -era evidente che non fosse un americano. -Il mio nome è William Mitchell e ti ringrazio per averci aiutato- disse a denti stretti, pronunciando quelle parole con tono rispettoso, nonostante non sembrasse molto contento di vederlo. Il figlio di Emily, d'altro canto, non aveva la benché minima idea di che cosa stesse accadendo e, se prima credeva di essere un po' disorientato, ora era completamente perso e si sentiva la testa scoppiare per le troppe domande, per tutti quei dubbi e le emozioni contrastanti -partendo dalla preoccupazione per la madre fino ad arrivare alla rabbia nei confronti di Will e l'affetto che aveva sempre provato per lui.
L'uomo dagli abiti bizzarri ignorò William e si avvicinò al corvino. -Tu devi essere Mathias, giusto?- esordì, osservando il ragazzo che, sentendosi al centro dell'attenzione, non potè evitare di arrossire leggermente.
-Come fai a sapere...?
-È comprensibile che tu sia confuso, tenendo conto del fatto che sei stato tenuto all'oscuro di tutta la questione...- riprese, interrompendolo subito e lanciando poi un'occhiata innocente a Will non appena vide il giovane stringere i pugni per la frustrazione. -Oh, vi chiedo venia: devo aver dimenticato le buone maniere! Io sono Loki di Asgard- si presentò con un ghigno sulle labbra, porgendo una mano proprio al ragazzino in questione, che però non fece in tempo a metabolizzare quelle informazioni, in quanto venne immediatamente interrotto da William. -A cosa si deve la tua visita sulla Terra, se posso chiedere? E per quanto hai intenzione di rimanere?- domandò, evidentemente innervosito dal comportamento subdolo di chi aveva di fronte. Non si erano mai incontrati prima d'ora, ma suo zio Clint in particolare l'aveva ripetutamente messo in guardia dal dio degli inganni; se si trovava lì, c'era sicuramente un motivo e sperò con tutto se stesso che non avesse intenzione di peggiorare ulteriormente i suoi rapporti con Mathias, rivelandogli, per esempio, altre importanti verità che la stessa Emily aveva preferito nascondergli.
Loki lo guardò, divertito. -A quanto pare, hai problemi di fiducia... Ma ti assicuro che sono qui con le più buone intenzioni- concluse, per poi togliere l'elmo -liberando così i suoi lisci capelli corvini, che gli arrivavano al livello delle spalle- e appoggiarsi con la schiena a un albero lì vicino. Lanciò una rapida occhiata agli alieni, ancora congelati. -Per dimostrartelo, ho addirittura messo fuorigioco quei tre soldati Spartiatai- replicò tranquillo.
-Quindi è così che si chiamano...- esordì il giovane Collins, nel tentativo di ottenere qualche informazione in più riguardo tutta quella faccenda alquanto surreale. Mathias non sopportava le persone come lui, eppure, al contempo, doveva riconoscere che forse era l'unico che non appariva riluttante a tenerlo al corrente della situazione.
-Esattamente. Nonostante le apparenze, utilizzano delle tecnologie avanzate, come avrete notato dalle armi che vi stavano puntando addosso; inoltre, Lachonias è un luogo meraviglioso, seppure il carattere della popolazione non sia dei migliori.- spiegò quindi Loki, rivolgendo il suo sguardo al suo elmo, che adesso era stato appoggiato sull'erba, verde proprio come alcuni particolari dei suoi vestiti.
William si avvicinò al ragazzo e posò una mano su una delle sue spalle. -Dobbiamo andare- gli ricordò con una certa apprensione, dovuta principalmente alla presenza della divinità norrena: il figlio di Emily aveva già abbastanza faccende a cui pensare e non aveva la benché minima intenzione di lasciare che l'asgardiano peggiorasse la situazione.
Mathias sbuffò: finalmente qualcuno gli stava dando delle risposte e Will, improvvisamente, aveva deciso di doverlo allontanare da quello sconosciuto che, pur essendo un po' egocentrico, sembrava saperne più di loro. Per questo, quando il compagno della madre cominciò a camminare nella direzione da cui erano venuti, il giovane fu riluttante a seguirlo; si stava comunque arrendendo e stava cercando di mandare giù l'ennesima ingiustizia nei suoi confronti, quando la voce di Loki lo fece fermare, attirando l'attenzione di uno scettico William.
-So perfettamente cosa stai provando: sei arrabbiato perché ti senti tradito da una persona di cui cercavi l'approvazione, quella a cui aspiravi, e che però ti ha deluso.- disse e, questa volta, non vi era alcun sorriso sarcastico sul suo viso, bensì gli parve, forse per la prima volta da quando loro si erano incontrato, che avesse calato la maschera, anche solo per un attimo. In più, sembrava quasi leggergli nella mente.
Il ragazzino si voltò, guardandolo negli occhi, tentando di scovare qualche dettaglio che lo aiutasse a capire meglio le sue intenzioni: per quanto tutto ciò fosse impossibile e andasse contro i suoi principi, sentiva di potersi fidare.
-Anch'io ho vissuto una vita piena di menzogne. Riesco a percepire i tuoi sentimenti e li riconosco: sono gli stessi che ho provato sulla mia stessa pelle- sospirò poi, rimettendosi in una postura corretta e indossando l'elmo, che andò a nascondere i suoi capelli del colore dell'ebano.
-Va bene, direi che abbiamo sprecato fin troppe ore qui.- lo interruppe Will, che cominciava a essere teso; un paio di falcate e già era al fianco di Mathias. -Mi dispiace di averti mentito, ma tua madre per prima me l'ha chiesto e ho sempre avuto fiducia in lei.- spiegò, rivolgendosi a quest'ultimo. -Purtroppo abbiamo davvero poco tempo per ritrovare Emily ed evitare di condannare l'intero Universo a una morte almeno parziale.
-Come sei melodrammatico, Mitchell...- commentò Loki in modo acido. -È il destino di voi mortali, lo sai, e andare contro il fato non è mai una saggia scelta.
Il giovane Collins osservò entrambi, se possibile ancora più confuso di prima. Di cosa stavano parlando?
William sorrise amaramente. -Giusto, dimenticavo che tu sei un dio e, di conseguenza, non sei affatto interessato a noi povere persone comuni, anche quando dovresti...- replicò, per poi dirigersi nuovamente verso il punto in cui gli altri li avevano lasciati. -A breve, dovrebbe arrivare qualcuno che, al contrario tuo,- e si rivolse alla divinità norrena- è ben più che disponibile ad aiutarci.
Se prima Mathias non era convinto sul da farsi, adesso era rimasto alquanto incuriosito dalle parole del compagno di sua madre e aveva deciso di seguirlo per scoprire qualcosa di più. Certo, Will aveva appena definito Loki un dio e, sicuramente, anche questo fattore l'aveva in qualche modo stuzzicato. Ripensandoci meglio, il suo nome gli era familiare, ma perché? Comunque, dio o meno, questa volta non fece nulla per trattenerli ancora e, pochi attimi dopo, era già scomparso.
Molte erano le domande che tormentarono il ragazzino durante quel breve tragitto; peccato che non si potesse affermare lo stesso riguardo le rispettive risposte.
Ritornati a quello che, a quanto pareva, era il punto d'incontro, il corvino chiese a William:-Chi stiamo aspettando?
L'altro guardò rapidamente il suo orologio da polso. -So che ciò che sto per raccontarti sembrerà assurdo e del tutto irrazionale...
-Oh, vuoi forse convincermi che quello che Maria mi ha spiegato, per non parlare di quel tipo, Loki, non siano altro che normale amministrazione?- ribatté quindi, utilizzando un tono più pungente di quanto lui stesso si sarebbe aspettato. Improvvisamente, sentì un leggero calore sulle guance, sintomo che era appena arrossito per l'ennesima volta: che cosa gli era saltato in mente? Non si era mai comportato in quel modo, anche se, nel farlo, gli era sembrato quasi naturale; un attimo dopo, se n'era accorto e non riusciva a nascondere il disagio che stava provando. Quello non era lui, no di certo.
-Hai ragione e mi dispiace che tu sia stato trascinato in tutto questo...- si scusò Will subito dopo. -Ad ogni modo, stiamo per incontrare un'altra divinità norrena, ma ti assicuro che sarà molto più gradevole rispetto al dio degli inganni.
Mathias sussultò a quel particolare epiteto utilizzato nei confronti di Loki: dio degli inganni. Ecco perché William appariva così agitato da quando era arrivato. In più, Mitchell aveva fatto accenno a un dio, o a una dea, che sarebbe dovuto arrivare a breve: chi era? Cercò di sforzarsi a ricordare almeno un paio di tutti gli strani nomi di quei personaggi di cui aveva letto nei libri e che aveva sempre ritenuto frutto della fantasia di popolazioni antiche.
-Ma l'abbiamo lasciato con i tre Spartiatai congelati... Se è così pericoloso come lo hai appena definito, probabilmente dovremmo agire il prima possibile, o magari tenerlo d'occhio- propose il giovane. Non aveva idea del motivo per cui, ad un certo punto, avesse cominciato a preoccuparsi per uno come lui, né era sicuro di volerlo scoprire.
Will gli lanciò uno sguardo interrogativo. -Sa badare a se stesso e, per nostra fortuna, esiste qualcuno che ha il compito di osservare tutto e tutti, Loki incluso- affermò pensieroso, per poi alzare la testa, seguito dal ragazzo: guardavano tutti un fascio di luce colorata e accecante che si stava formando a pochi metri di distanza da loro. Mathias notò che, oltre tutta quella luce, si poteva intravedere una figura umana. Accanto a lui, intanto, William era tesl tanto quanto lo era durante l'incontro con Loki.
Riconobbe, una volta avvicinatasi, una donna, che indossava un'armatura dall'aspetto più consumato rispetto a quella del dio degli inganni, e con dei lunghi e ricci capelli neri. Aveva uno sguardo fiero, lo stesso di sua madre. -Io sono Lady Sif. Chi di voi è William James Mitchell?

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Praticamente la mia storia è piena di personaggi underrated, wow
Scherzi a parte, questo capitolo è più lungo del solito e, forse, più noioso, ma è necessario per andare avanti con la storia.
In più, volevo fare qualche disclaimer: riguardo al popolo alieno appena introdotto, in alcuni fumetti Marvel si parla della sua esistenza, quindi mi sono limitata a lavorare di fantasia su alcune caratteristiche, ma non è tutta farina del mio sacco e ci tenevo a specificarlo.
Vi ringrazio per aver letto fin qui (vi regalo un biscotto) e vi auguro buon weekend <3

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