Nolan

54 4 0
                                    

- Prova a indovinare chi ho appena visto piegata sul motore di una macchina. - entrai in camera e vidi Bradley steso sul mio letto a scorrere il dito sul suo telefono.
- Selena Gomez. - sorrise e si mise a sedere.
- Quasi. Tessa Hemilton. - mi tolsi la felpa e la lanciai sul mucchio di vestiti sporchi.
- Uuh. - si morse le labbra. - Bellissimo corpo, ma è così seria. Non so se se la tiri o se voglia essere acida per attirare attenzione. -
- Non è la stessa cosa? - spensi la musica del mio telefono e mi stesi sul mio letto con la bottiglietta, quasi vuota, in mano.
- Sì. Più o meno. Comunque, non è fidanzata? - Bradley si stese di nuovo, vicino a me.
- Che mi frega? Quel pallone gonfiato mica ha il nome stampato sul suo culo. Un'occhiata gliela posso pure dare. - sospirai e mi concentrai sul mio amico. - Comunque: tu che cazzo ci fai qui? -
Bradley si voltò a guardarmi. - Amico, sono tuo fratello! Posso passare quando voglio. E poi, ti sei dimenticato? Abbiamo un appuntamento con le gemelle al bar. -
Mi alzai di scatto e lo fissai. - Questo non me lo hai detto, ecco perché non me lo ricordo. -
- Può essere che mi sia sfuggito di mente. Ma qual è il problema? -
- Qual è il problema? Beh, Katy che mi tiene per le palle per tutta la sera è un problema. - mi alzai e aprii la finestra per prendere un po' d'aria. - Credo che passerò. -
Bradley si sistemò i capelli. - Certo che no! - sospirò e si mise seduto. - Senti amico, quello che cerco di fare è farti dimenticare che sei un cazzo di coglione con le ragazze e metterti la testa a posto. -
Risi così forte che ebbi paura che mia madre arrivasse in camera a controllare. - Solo perché tu ti sei fumato il cervello per Miriam, non vuol dire che anche io devo diventare un cazzo di zombie. -
Che poi da che pulpito: prima che arrivasse Miriam nella sua vita, Bradley era un cazzone come me. Andavamo a caccia di ragazze ogni sera ed eravamo infallibili.
Poi arrivò il giorno in cui morì il puttaniere e nacque il cagnolino.
- Va bene. Pensala come vuoi, ma noi sta sera usciamo. E arriverà il giorno in cui questo cuoricino... - si era alzato e mi stava picchiettando il dito sul petto. - ...si perderà per qualche bel culetto, proprio come è successo allo sfigato che hai davanti gli occhi. - mi superò e si avviò verso la porta. -Ora, amico, devo dirtelo: puzzi di sudore. Quindi vai a lavarti e ci vediamo tra un'ora sotto casa mia. - e uscì dalla stanza.
Sotto la doccia non potei evitare di pensare alla serata a cui stavo per andare incontro. Più ci pensavo e più la voglia calava.
Katy era una vera rompicoglioni: eravamo andati a letto una volta e ora credeva che fossimo prossimi al matrimonio. Era questo che mi rompeva con le ragazze: dovevo sempre chiarire che era solo sesso, che non saremmo andati avanti. Perché io odiavo essere considerato di proprietà di qualcuno e amavo usare ed essere usato solo per una sera.
Per me il sesso era qualcosa di magico. Si creava un legame con la ragazza, iniziavo a conoscerla: conoscere la sua voce, le sue movenze, la sua risata, il suo modo di vestire, il suo seno, le sue gambe e i suoi gemiti. Poi per me era abbastanza. Non c'era più nulla da conoscere. Forse perché erano tutte piatte e uguali.
Ridevano allo stesso modo e per le mie stesse frasi. Ecco perché non andavo a letto con la stessa ragazza più di una volta.
Perché erano tutte noiose.
Ecco, era questa la parola che forse mi avrebbe fatto innamorare: se avessi trovato la ragazza che non era nel cassetto delle "noiose", allora avrei capito che era la ragazza giusta per me.
Cosa del tutto impossibile.
Uscii dalla doccia e mi guardai allo specchio, quasi del tutto appannato.
Respirai e chiusi gli occhi. Presi i miei pantaloni e cercai il pacchetto delle sigarette nella tasca.
Me ne misi una in bocca e la accesi.

La maglietta bianca era dentro i jeans e il giacchetto in pelle nuovo mi stava perfetto.
Mi misi la sigaretta tra le labbra e presi le chiavi della macchina.
- Mamma, vado al bar con Bradley. - in cucina, mia madre stava al computer. Alzò gli occhi e appoggiò gli occhiali sul tavolo.
- Amore, lo sai che la sigaretta te la accenderò negli occhi uno di questi giorni? - mia madre si alzò e mi sistemò il colletto della giacca.
- No, non lo farai. Perché ti ricordo troppo papà con questa in bocca. - sorrisi e spostai la sigaretta tra le dita per stampare un bacio sulla guancia di mia mamma.
- Hai ragione! - sorrise e si risistemò sullo sgabello.
- Non addormentarti di nuovo su quell'affare mamma, promettimelo. - dissi, prima di uscire dalla stanza.
- Promesso. Stai attento! -
Salutai e uscii dalla casa. Feci un respiro profondo e mi voltai verso la casa di Tessa.
La vidi affacciata alla finestra del salotto a guardare fuori. Sapevo, però, che il mio "fuori" non era il suo "fuori": il suo sguardo superava il giardino e la strada. Era persa nei suoi pensieri e il corpo era totalmente rilassato.
Mi sistemai la giacca e salii in macchina.
Pronto, Nolan, per questa seratona?
Mi sfottevo da solo mentalmente mentre accendevo l'auto.

- Potevi muovere il culo? - Bradley salì in macchina e si scaldò le mani con l'aria calda dell'auto.
- Ciao Nolan. - la voce di Miriam proveniva dai sedili posteriori. Era dolce e serena come sempre.
- Ciao Miriam. Potevi scaldarmi un po' il mio amico così non mi scassava il cazzo appena appoggiava il culo sul mio sedile, no? - dissi, partendo.
- Ci ho provato. - sorrise e guardò fuori dal finestrino.
Confuso guardai Bradley e lui scosse la testa.
Ecco, un'altra bella litigata.
Per quanto fossero veramente affiatati come coppia, litigavano troppo per i miei gusti.
Bradley alzò il volume della musica e il viaggio si concluse così: musica e un sonoro silenzio.
- Le gemelle ci aspettano al bar e Colin finisce il turno per le dieci. - mi informò Bradley, rompendo il silenzio.
- Bene, non possiamo dare buca a quelle due? - sorrisi a Miriam, la quale condivideva la mia stessa idea su quelle due.
- Cos'è? Vi siete coalizzati? -
- Ma lo sai che Miriam e io ci intendiamo, amico. - scherzai. Miriam la conoscevo da un mesetto e la sua dolcezza mi piaceva, era difficile far arrabbiare quella bambolina.
- Beh, allora potete mettervi insieme. Che ne dite? - Bradley fece un gesto con la mano e guardò fuori dal finestrino.
- Sì, e poi mi devo pure assorbire la tua depressione e riparare al tuo tentato suicidio. Ma che due coglioni, no grazie. Preferisco fare tutto di nascosto. - ci mettemmo a ridere per la evidente presa per il culo e notai un sorriso spuntare sul viso di Bradley. - Dai, evita di fare il broncio. Non sei mica tu che deve sorbirsi Katy sta sera. Mi spiegate cosa avete da litigare questa sera? -
Bradley si voltò verso di me. Non vedeva l'ora che glielo chiedessi. - Ma hai visto come si è vestita? -
- Cazzo, no! Aspetta che accendo gli occhi sulla mia nuca. -
Miriam rise e si aggiunse alla conversazione. - È solo un vestito leggermente più corto del normale. -
- Lo sai che mi fanno incazzare le persone che si girano quando entriamo e che puntualmente ti guardano il culo. In più tu glielo metti su un piatto di argento. - sbuffò.
- Beh, che problema c'è? Sei tu che stai con quel culo e puoi sbattere in faccia con che meravigliosa creatura tu stia. - Miriam sorrise nell'oscurità della parte posteriore della macchina.
- Grazie Nolan. - si sporse in avanti e circondò il collo del suo ragazzo con le braccia. - A me non frega degli altri. Ti amo. - gli baciò la guancia e vidi Bradley sciogliersi.
Chiuse gli occhi e respirò.
- Finirò per spaccarmi le nocche da qualche parte. - aggiunse Bradley, prima di baciare la mano della sua ragazza.

ANGOLO SCRITTRICE:

Tessa => Jessica Sikosek
Questa modella mi ha ispirato tramite le foto che ho trovato su instagram e ho grandi progetti.

Bradley => Bradley Simpson

Miriam => Bryden Jekins
(su instagram @bryy )
È la modella che più si avvicina al mio prototipo :)

Spero che gli "attori" e i personaggi vi piacciano.
Fatemi sapere!
Baptivi.

I Deboli Confini Della NormalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora