Tessa dopo una mezz'oretta si fermò in mezzo al marciapiede. Con le mani si teneva i fianchi ed era leggermente piegata in avanti, il respiro era affannato e la fronte perlata di sudore.
- Meno male che non avevi fiato. - mi sistemai vicino a lei e cercai di regolare il fiato.
- Non... - respirò e tossí. - Non ce l'ho. - sputò fuori prima di riprendere subito fiato.
Si tirò su e si voltò verso di me.
- Non sei nemmeno sudato. - rise e osservai il suo petto fare su e giù con fatica.
Sorrisi. - Non sudo molto io. -
- Certo, sei perfetto anche in quello. - borbottò.
Risi. - Come scusa? -
Lei alzò lo sguardo e divenne rossa.
- Nulla. -
Chissà in quali altre cose ero perfetto, per lei.
Si voltò e rise amareggiata.
- Pensare che tutto sto sforzo non è nemmeno servito. - si asciugò la fronte.
- In che senso? -
- Lascia stare. Hai mica dell'acqua? -
Evitai di scavare a fondo e mi voltai verso una delle tante fontanelle che arricchiva il paese.
- Per questo non porto le bottiglie: - dissi mentre la scortavo e la affiancavo. Sembrava giù di morale e di nuovo molto stressata. - queste fontanelle sono ovunque. -
Si piegò per bere e i miei occhi si posarono sulle sue curve. Era impossibile non pensare a certe cose quando vedevi il suo corpo rinchiuso in quei tessuti stretti e sudati.
Tolsi lo sguardo per evitare evidenti apprezzamenti ai suoi occhi e deglutii con fatica.
Si tirò su e si pulì la bocca con la mano.
- Tutto bene Tess? - chiesi, finalmente.
Ci stavamo incamminando verso casa e lei era diventata sempre più silenziosa e distratta.
Si bloccò e mi guardò.
- No. Non va bene nulla oggi. - Si portò le mani sulla testa e una smorfia di tristezza le si disegnò in viso. - Non ha funzionato nemmeno questo, Nolan, ho corso fino all'ultimo respiro, ma non è cambiato nulla. Ho ancora il senso di colpa qui. - appoggiò la mano sul suo petto. - Come faccio a evitare di pensare che sono stata solo una stronza egoista? - la sua voce si era fatta più alta, ma mostrava già dei segni di cedimento.
Si sedette sul marciapiede e si portò il viso tra le mani
- Da quanto andava avanti la vostra storia? - chiesi.
- Da troppo tempo. Ero stufa. Però ho paura di aver sbagliato, di aver pensato solo a me. - tirò su il viso e fece un respriro profondo, con lo sguardo fisso verso un punto indefinito davanti a sé.
- Ma era proprio questo il tuo obiettivo, no? "Voglio fare la bambina e l'egoista per una volta". - imitai male la sua voce apposta per farla sorridere e funzionò: rise e una parte della sua smorfia di dolore svanì.
- Non ho quella voce. - dopo quanche secondo di silenzio riprese. - Stavi origliando? -
Scoppiai a ridere. - Mi prendi in giro? Era impossibile non origliare, Tess. -
La guardai sorridere e nascondere la testa tra le gambe.
- Per quello sono uscito di casa, per vedere se era tutto a posto. - continuai.
Alzò la testa e sorrise. - Secondo me sei solo un vicino troppo curioso, peggio della signora Stevens. -
Mi venne in mente la signora che viveva davanti a noi, che quando stavamo insieme a giocare in giardino o a ogni nostra litigata, la vedevamo sempre affacciata alla finestra a osservarci.
- Così mi offendi proprio. Da quando sei diventata così crudele? Rompi i cuori ai tuoi ragazzi, mi accusi di essere un guardone... -
Vidi il suo volto ritornare un po' triste.
- Sto scherzando Tess. - risi e la detti un colpetto con la spalla. - Te l'ho detto che era un coglione. Due litigate in poco più di ventiquattro ore penso sia un record. Non ti fa bene. -
- Beh, ho litigato anche con te ieri. Penso di essere io il problema a sto punto. -
Deglutii. Il senso di colpa ora stava mangiando me e le scuse mi volarono fuori come naturali.
- Tess, ero solo un cazzone. -
Rise. - Questo è poco ma sicuro. - si alzò in piedi. - Non importa Nolan. -
La seguii e le presi il polso. - No no, Tess, aspetta. Non credevo di averti fatto così male. A me piaceva la nostra amicizia, mi sei mancata. Non sapevo cosa stavo facendo e... - chiusi gli occhi e respirai.
Tira fuori tutta la verità, Nolan.
- I ragazzi mi prendevano in giro perchè pensavano che stavamo insieme e io non lo accettavo a quell'età, volevo essere accettato e avere degli amici fighi.-
Stava per parlare e, dalla durezza che aveva preso il suo viso, avrei preso solo insulti.
- Ero solo un bambino che non sapeva come farsi accettare. - continuai. - Me ne sono pentito in ritardo, Tess, lo ammetto: l'ho fatto quando mi guardai in giro e mi resi conto di non avere più nessuno di quegli amici finite le medie, tranne Bradley, ma lui non ti ha mai giudicato. Lui è vero. Tu sei vera ed eri quella persona che mi dava quelle attenzioni che non mi ha mai dato nessuno. - lei sorrise e abbassò lo sguardo.
Sorrisi e mi avvicinai. - Mi devo inginocchiare? Lo faccio, se vuoi. -
Stavo per piegarmi quando la sua risata rimbombò nell'aria e mi prese per la maglietta per fermarmi. - Non serve, cretino. - continuò a ridere e si asciugò l'angolo dell'occhio.
- Mi perdoni? -
Lei annuì. - Sì. - appoggiò con forza la testa sul mio petto e sbuffò. - Perchè te la cavi sempre? -
Sorrisi e la abbracciai.
- Non lo so, mi viene naturale. - si allontanò e ricominciò a camminare verso casa.
Mi schiarii la voce e guardai a terra.
- Comunque, per ritornare nelle tue grazie: credo di essere più che felice di venire io alla tua presentazione al posto di quello lì. - esitai. -Sempre se mi vuoi...-
Lei si illuminò e fece qualche saltello sul posto. - Certo. Certo che ti voglio. - mi prese il braccio e ci appoggiò la testa.
- Ritorneremo come prima e non vedo l'ora. Grazie per aver voluto sistemare le cose Nolan. -
Sorrisi.
Tess era sempre stata in grado di mettermi quella felicità in corpo che non sono mai riuscito a ritrovare da nessuna parte, era l'unica ragazza a farmi provare quella sensazione.
- In realtà ho voluto risolvere tutto, quando mi sono reso conto di quanto sei diventata figa. - lei rise e mi spinse di lato.
- Che stronzo. - la sua risata raggiunse il cuore e lo fece battere, come non faceva da tempo.
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I Deboli Confini Della Normalità
RomanceTessa e Nolan erano amici d'infanzia, ma qualcosa lì ha divisi e le loro vite hanno preso pieghe diverse, benché vicini di casa. Riescono a riavvicinarsi, ma questa nuova amicizia è diversa: c'è una sensazione mai provata prima. [Trama momentanea]