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Lo guardo,
Appoggiato con la schiena al muro e anche la sua gamba è flessa contro il muro.
Cerco di evitare il suo sguardo,anche se c'è un po' di penombra, riesco comunque a captarlo: uno sguardo intenso, profondo. Mi guarda fisso nel viso, con gli occhi mi segue in ogni minuscolo movimento che faccio con il viso. Stiamo in silenzio per un po' di secondi, che sembrano un eternità prima che uno dei due parli. Mi faccio avanti io, <Ehi, non ti aspettavo qui> dico dolcemente, quasi sussurrando. Lui si ferma a fissarmi, con le mani in tasca, nei suoi stretti jeans. Non risponde, ma sembra che voglia dirmi qualcosa, ovviamente decide di tacere. C'è qualcosa in lui, in Danny, che mi fa pensare che sia un ragazzo buono e gentile, oltre a quello che si dimostra quando è con i suoi amici o fuori. Non so se insistere o andarmene e lasciarlo qui, forse non è venuto neanche per me, sta aspettando Gin.
<Senti, Gin dorme ancora e io devo andarmene a fare la doccia, altrimenti faccio tardi a lezione.> non risponde, ma continua a fissarmi, quindi io me ne vado.
Appena sono lontana da lui di almeno, 5 metri, fa uno scatto verso di me e mi prende, con forza, per un braccio facendomi voltare verso di lui; vado quasi a scontarmi con il suo petto, per la seconda volta, mi rammento.
<Ascoltami bene, signorina, io non sono assolutamente il tuo tipo, ne tanto meno tu sei il mio. Quindi non ti azzardare più ad andare in giro dicendo che mi piaci o cose del genere perché la prossima volta non sarò così dolce> mi sorride, accarezzandomi la guancia. Sta scherzando? Cioè, spero per lui che stia parlando così senza pensare; come può immaginare che io vada in giro dicendo queste cavolate. Adesso mi sente.
< Ma come ti permetti? Chi credi di essere eh? Brutto ragazzino viziato.> stava per andarsene ma appena mi sente si volta infuriato. < Come scusa?!> dice sorpreso
< Non fare il finto tonto, hai capito benissimo. Io non metterei mai in in giro certe voci, visto che ho una dignità> dico guardandolo con tutto il disgusto che ho verso di lui. Questa cosa che non stia zitta a subire, non gli piace molto anche perché è rimasto molto interdetto.
< Accidenti signorina, non pensavo che avessi tutto questo coraggio> dice ridendo, sembra che abbia cambiato luce nei suoi occhi, non c'è più la rabbia ma divertimento e un po' di sfida. Io sorrido compiaciuta e soddisfatta per come ho mantenuto la conversazione. < Avevo capito subito, che avevi qualcosa di diverso dalle altre matricole, solo una cosa hai in comune l'ingenuità e l'innocenza. Comunque vedremo se sei stata te oppure no> ammicca con un sorrisetto malefico.
< Danny...> mi guarda
<Samantha, dimmi> sorrido debolmente, anche se odio chi mi chiama con il nome per esteso. Ho dei ricordi brutti: mi chiamava così mio padre quando era cattivo o infuriato con me e mia madre per qualsiasi cosa.
< Posso chiederti come mai mi tratti così? Cioè, io penso di essermi dimostrata sempre molto gentile con te, per le poche volte che ci siamo parlati> esamina ciò che ho appena detto
< Non c'è una spiegazione logica, questo è il mio carattere è raro che vada dalle persone ad aiutarle o ad essere gentile perché...> lo interrompo subito
<Però sei venuto a dirmi che Ginger era cattiva e poteva farmi del male> annuisce toccandosi il mento e facendo segno di essere d'accordo con me
< Possiamo provare ad essere amici> azzardo, ho paura della risposta
<La nostra idea di amici è molto diversa. Ma si possiamo provarci> Bene, non so cosa fare.
< Va bene, ci riusciremo. Ah, volevo chiederti una cosa!?> forse è stato lui a mandarmi il messaggio
< Dimmi Sam>
< Stanotte ho ricevuto un messaggio, da un numero sconosciuto, riguardo a quelle voci. Sei stato tu?> Mi guarda come se fossi diventata un mostro, ha gli occhi sgranati e mi fissa.
< Ehm... No, non sono stato io. Sono venuto a dirtelo di persona. Uso pochissimo il telefono> Non so se credigli, ha esitato molto. Però abbiamo dichiarato di provare ad essere amici quindi mi dovrò iniziare a fidare di lui.
Cavolo, è tardissimo.
Sono le 7:10.
< Danny, io devo andare è tardissimo>
Guarda l'orologio e ride
< A che ora hai la prima lezione?>
Dice togliendosi il cappuccio
<Alle 8:45. Ma devo cambiarmi, la doccia la faccio stasera ormai>
< Vatti a cambiare, ti porto a fare colazione. Sempre se ti va, amica> dice sorridendo. Annuisco ed entro in camera.
Mi metto un paio di jeans un po' strappati, una maglietta a mezze maniche e il mio morbidissimo cardigan grigio scuro. I capelli sono dei riccioli semplici, li lascio così, mi piacciono. Non mi trucco, ma metto il mio burro di cacao.
Lascio un post-it a Gin, prendo il piumino e vado via.
Danny è fuori dalla porta che mi aspetta, ci incamminiamo verso l'uscita.
< Dove andiamo?> Ancora non sa che sono molto curiosa.
< Ti porto in un vero bar, a due isolati da qui. Lo adoro, fa sempre i cornetti caldi> Sono felice, è tanto che non mangio in un bar, anche quando ero a casa ad Almota, ci andavamo pochissimo. Solo per i nostri compleanni mamma ci portava colazione a letto,presa al bar. Spesso, faceva mamma i dolci, devo dire che erano buonissimi. Soprattutto quello che c'era le noci pecan e cioccolato, era il suo modo per consolarmi, cioè, se ero triste mi preparava quella ed e stava subito meglio. Guardo i paesaggi che scorrono dal finestrino, i grattacieli più alti rispecchiano il sole appena sorto, le persone che vedo, stanno facendo jogging con il proprio cane o semplicemente una corsetta prima di iniziare ad affrontare la lunga giornata lavorativa. Altri stanno uscendo dalle proprie case, già,pronti per andare a lavoro o a giro.
Mi volto dall'altro lato e c'è Danny concentratissimo sulla strada. La sua macchina è molto bella: una Range Rover, nera opaca, con le rifiniture argentate e gli specchietti dietro opachi. Da quanto ne capisco io di macchine, questa qua è molto costosa, quindi la sua famiglia è molto benestante.
< Tutto bene? Sei molto taciturna> rompe il silenzio che si è creato, non era un silenzio imbarazzante, ma era piacevole.
< Sisi, stavo osservando fuori. Adoro guardare i paesaggi mentre sono in macchina, soprattutto se sono dei posti che non ho mai visto> sorrido
< Comunque, siamo quasi arrivati. Mancano 5 minuti> mi informa, meno male ho molta fame ed ho un po' paura che arrivi in ritardo a scuola. Controllo l'orario e sono le 7:30. Svoltiamo l'angolo e Danny inizia a rallentare, per cercare un posto libero. Vedo una grossa insegna, che si illumina ad intermittenza di blu e bianco, che contorna il nome del bar, " Chalet", molto chic. Sorrido quando Danny impreca perché non riesce a trovare un posto libero, ma appena ne vede uno gli si illuminano gli occhi e va subito diretto lì.
Scendiamo di macchina e ci dirigiamo verso il bar.
< Eccoci, qua> Dice aprendomi le grandi porte in vetro, trasparente con delle maniglie lunghe in acciaio. Lo ringrazio sorridendo, ed entro. È bellissimo.
C'è un balcone pieno di buonissimi cornetti e brioches, di tantissimi gusti e tipi; ci sono altre paste dolci e pasticcini che fanno venire l'acquolina in bocca solo a guardarli. Nell'altra metà del bancone ci sono le pietanze salate. In un altro bancone servono caffè e altre bevande.
Ci sono due salette, arredate con tavolini rotondi bianchi e neri con poltroncine color crema.
Ci sediamo in uno di quei tavolini, Danny si mette davanti a me.
< Ti piace? È carino ed è riservato come posto> mi chiede. Ammetto che ho molti buoni propositi su di lui, mi piace la sua compagnia, per adesso.
< Si, tantissimo> dico guardandomi intorno. Adoro le lucine al soffitto, sono piccole e di un colore caldo che rendono l'atmosfera più romantica e sofisticata.
Arriva la cameriera, indossa un uniforme elegantissima. Una gonna nera, sotto le ginocchia, una camicia bianca con sopra un gilet nero e una giacca nera e per completare il look una cravatta silver.
<Buongiorno ragazzi, cosa vi porto?> È molto dolce
Danny fa parlare prima me <Ehm, vorrei un cornetto ai frutti di bosco e un cappuccino, grazie> lei scrive ciò che ho detto su un blocco notes, poi si volta verso Danny e aspetta, già pronta per scrivere
< Io vorrei, un cornetto alla Nutella, anche un cappuccino, grazie> Finisce di scrivere e se ne va.
Sono le 8:00, mi sa che arriverò in ritardo.
< Stai guardando in continuo l'orologio,non vedi l'ora di andare via?> chiede un po' preoccupato, nervoso della mia risposta
< Oh, nono, ho solo paura di arrivare in ritardo a lezione, dato che sono le 8:00> Sospira e alza gli occhi al cielo
<Sam, dio santo, stai tranquilla!!! Non ti fucilano> dice ridendo e mi unisco a lui. Ha una risata bellissima, rauca, è la prima volta che lo sento ridere così apertamente, senza pensieri.
Dopo una decina di minuti arriva la nostra colazione e iniziamo a mangiare.
Noto che Danny mi guarda spesso, chissà se è uno sguardo positivo o negativo.
< Mi piacciono i tuoi capelli, oggi> sorride guardandomi dritto negli occhi
<Ehm.. grazie> arrossisco, mi piacciono quando mi fanno i complimenti, ma purtroppo non li ricevo spesso, anzi ultimamente quasi mai.
Danny mi dice che va in bagno, ma invece va verso la cassa per pagare, io mi alzo per andare da lui ma, ovviamente, arrivo quando ha già fatto tutto.
<Danny, non dovevi> dico dandoli un bacino sulla guancia, non so perché l'ho fatto. Lui mi guarda arrossendo leggermente, oh mio dio che cucciolo, è adorabile.
< Di niente, è una piccola cosa> mi aiuta a salire in macchina e partiamo per andare a scuola.
Arriviamo giusto in tempo per la mia lezione, mi accompagna davanti all'aula, tutti ci guardano e questi sguardi sono accompagnati da vocine di presa in giro. Danny fa finta di niente e mi bacia sulla guancia e se ne va.
Io entro in aula, mi siedo e cerco il più possibile di stare attenta, ma il mio cervello mi porta a questa mattina. Mi piace lui, come amico intendo, per come si è mostrato oggi sembra un ragazzo molto gentile ed educato. Devo ancora capire come mai era lì, mi sembra strano che sia venuto solo per quello.

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