18. Truce

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Quello che vedete in foto è il profilo instagram che ho creato per il mio profilo wattpad. Si chiama @/lhemmonadeswriting e mi piacerebbe se ci deste un'occhiata❤ (dai che posto meme brutti nelle storie)

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Luke


La mia vita è una totale tragedia. Ho passato metà di essa a farmi chiunque senza farmi il minimo problema, saltavo di fiore in fiore senza prendere malattie varie o peggio, innamorarmi, fino al punto in cui mi sono autoconvinto che potessi farcela, che senza amore stessi bene, che il mio cuore fosse bello sigillato a tenuta stagna e a prova di sentimenti che non fossero quelli soliti per amici e familiari. Eppure è bastato un fiore più invitante a far crollare tutte le mie certezze, a distruggere la camera blindata in cui avevo chiuso per bene il mio cuore. E diamine, io l'avevo anche accettato! Non mi importava di rinunciare al mio stile di vita, non importava di appartenere ad una sola persona perché quella persona, quel fiore così bello, non potevo proprio lasciarmelo scappare.

Ma ovviamente doveva mettersi in mezzo il Karma, che sapevo non me l'avrebbe fatta passare liscia – ero stato troppo cattivo nella mia vita per avere qualcosa di così simile alla felicità, dovevo aspettarmi la fregatura in ogni caso. Forse me lo meritavo, che Michael mi avesse lasciato così senza un apparente motivo (o almeno, un motivo serio, dato che nutriva soltanto il sospetto che me la facessi con lui per prendermela con la sorella) e trattandomi in malo modo, me lo meritavo eccome: sono un dannato bastardo, cattivo e sadico e mi piace giocare con i sentimenti delle persone. Questa è soltanto la risposta dell'universo alle mie cattiverie, a tutti i cuori che avevo spezzato e a tutte le persone che avevo fatto piangere con le mie stronzate. Non meritavo, quindi, che il fiore più bello – che tra l'altro stava in un campo minato, nel territorio della mia più grande nemica – appartenesse a me. Non meritavo né Michael né la felicità, visto che l'avevo tolta a troppe persone.

«Luke, sembri il tizio che piange alla fine di quel film che Callie ci ha costretti a guardare l'altra sera», si lamentò Ashton, facendomi alzare la testa verso di lui, «Insomma, non pensavo che Michael fosse tanto importante per te da farti stare così male. Pensavo fosse un altro dei tuoi giochetti perversi».

Sospirai. «Non sono sicuro di voler fare più giochetti perversi, Ashton», borbottai, facendo accigliare il mio migliore amico, «Cioè, intendo quelli che facevo per far star male la gente. I giochetti perversi mi piacciono ancora se vuoi saperlo», mi affrettai a chiarire, sentendo un leggero calore affluire alle mie guance. Stavo arrossendo? Per una cosa tanto stupida? Okay, ero decisamente rincoglionito.

Ashton scoppiò a ridere. «Che Dio benedica i Clifford, se uno di loro è riuscito a farti arrossire», commentò, facendomi accigliare, «Tralasciando queste stronzate... come stai? Non ne abbiamo ancora parlato per bene».

Scossi la testa. «Non sono ancora pronto, Ash. Lasciami elaborare il lutto, okay? Te ne parlerò io».

«Fa male, avere il cuore a pezzi?», annuii stancamente, tenendo lo sguardo fisso sulle patatine che non avrei mangiato, «Beh, benvenuto nel mondo di noi comuni mortali».

«Non mi piace il vostro mondo. Come fate a viverci?».

«Sopportiamo. Ecco come», sbottò Callie, sedendosi al nostro tavolo e sbattendo su di esso il vassoio, facendo traballare la bottiglietta d'acqua.

Ashton alzò un sopracciglio. «Il vicino ha ricominciato ad ascoltare l'intera discografia di Shakira alle sei del mattino?», le chiese, ridacchiando, «Non ti vedevo di così cattivo umore da quando sei venuta a scuola canticchiando Waka Waka alternata a bestemmie».

Slut + Sluttier || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora