Al momento della sua progettazione, oltre 25 anni prima, non si era previsto che il polo tecnologico di Sesto Fiorentino sarebbe fiorito così tanto, ospitando al suo interno vari laboratori, scuole, centri congressi e un discreto numero di esercizi commerciali di indotto; e in effetti non fu così finché non venne attivato un piano di mobilità speciale adeguato al volume di persone che vi si recavano.
La vicinanza all'aeroporto e all'autostrada era una caratteristica che ne facilitava la frequentazione da parte di chi giungeva da fuori Firenze e lo rendeva un crocevia unico nel suo genere: qui si incontravano scienziati, ingegneri e businessman provenienti da tutta Italia. Anche all'Estero era visto come una insolita eccellenza italiana, in grado di attrarre attenzione, ma soprattutto investimenti: una Silicon Valley in miniatura, che a differenza della supernova ormai esaurita di oltre oceano, bruciava lentamente e con costanza, producendo reale valore aggiunto.
Il laboratorio GAIA era un asset di UniFi (l'Università degli Sudi di Firenze) e sarebbe rimasto sotto la direzione del dipartimento di Matematica ancora per qualche mese. Era un boccone ghiotto per tanti accademici, in particolare per gli ingegneri di Santa Marta. Un po' di meno per loro studenti, che statisticamente non amavano troppo sporcarsi le mani con il codice.
Era chiaro per tutti che l'IA fosse matematica applicata, ma erano già anni che ovunque si potevano trovare implementazioni discretamente funzionanti; come ambito di ricerca, dunque, si poneva proprio su quel confine non tracciato tra elettronica, informatica, matematica e qualunque altra scienza naturale e umana che si volesse indagare.
La decisione del rettorato di creare un nuovo dipartimento per l'Intelligenza Artificiale era stata inizialmente osteggiata, poi, grazie ad una faticosa opera di distribuzione di tempo macchina, di finanziamenti, e di qualche promozione, si era trovato il compromesso che mettesse tutti d'accordo. Se non si fosse deciso per la separazione, cioè la creazione di una nuova "identità" accademica, si sarebbe probabilmente innescata una guerra di influenze che avrebbe bloccato le attività del laboratorio, e con gli importanti finanziamenti in corso il Rettorato non poteva assolutamente permettere che questo accadesse.
Ad ogni modo il GAIA era operativo. Certo non era l'unico, né il più ben equipaggiato, ma grazie all'impegno progettuale del professor Luca Berti di Matematica, aveva ottenuto un importante finanziamento comunitario. Inoltre quell'anno alcuni giganti del web avevano seminato "a pioggia" numerosi piccoli finanziamenti (da centomila fino a ducentocinquantamila Euro) con una operazione a sorpresa; nell'ambiente si mormorava che dovessero farsi perdonare "a modo loro" qualche marachella dal fisco o dal garante della Privacy.
Il piccolo edificio di due piani (che in realtà erano cinque, considerati anche i tre piani sotterranei) era rivestito con pannelli che mimavano una costruzione in mattoni rossi, come richiedevano i vincoli paesaggistici della zona, e non possedeva tratti che lo distinguessero dagli edifici adiacenti, anch'essi a pianta quadrata e corte interna.
L'ingresso era rivolto su una traversa laterale, mentre sul lato della strada principale, a ridosso del muro esterno, erano installate tre postazioni di ricarica riservate ai taxi autonomi di Uber e altre due riservate per eventuali ospiti della struttura. Al piano terra c'era la reception automatica e una sala di attesa, mentre per il resto erano tutte aule, sale studio e postazioni di lavoro.
La corte interna, in verità, era quasi del tutto occupata dagli impianti asserviti ai piani sotterranei, nascosti alla vista da un basso muro di cinta, circondato da piante. Alla fine lo spazio utile per prendere una boccata d'aria era limitato ad marciapiede che correva lungo i lati esterni della corte.
Al primo piano c'erano gli uffici degli insegnanti, alcuni uffici amministrativi e un paio di grandi sale riunioni. Alcune stanze erano vuote, in attesa che fosse ultimata la separazione dal dipartimento di Matematica.
Una volta giunta al laboratorio ci vollero pochi secondi per sbrigare le formalità: sul suo bracciale fu scaricato il certificato e la chiave pubblica del laboratorio non appena Lucrezia ebbe avvicinato il polso alla colonnina della reception. Il contratto d'uso standard prevedeva che finché fosse rimasta all'interno dell'edificio non avrebbe potuto utilizzare le funzioni di registrazione audio e video delle sue lenti né avrebbe potuto caricare documenti sul suo bracciale o sul suo account cloud, in cambio avrebbe avuto accesso illimitato alla rete e a tutti i servizi della intranet locale.
Mormorò sottovoce la frase di attivazione delle sue hololens:
«Hey, Genio! Andiamo nell'ufficio del professor Berti».
Un lampeggio verde nell'angolo in alto a sinistra del campo visivo la informò che la richiesta era stata elaborata correttamente. In quella frazione di secondo Genio aveva scaricato la mappa dell'edificio, la rubrica telefonica della struttura, con relativo stato di presenza in sede, e aveva elaborato il percorso fino all'ufficio di Berti. Adesso mostrava un indicatore di navigazione in trasparenza sul campo visivo delle lenti, indicando a Lucrezia l'ascensore. Una voce calda e rassicurante, percepita attraverso l'auricolare a conduzione ossea inserito nel cerchietto per capelli la informò che il professore era stato avvisato del suo arrivo e che la aspettava al piano interrato UG-2.
L'ascensore non era nulla di speciale: le pareti cromate, un po' ammaccate, si erano da tempo dimenticate l'antica lucentezza. Lucrezia focalizzò l'attenzione sul QRCode posto all'esterno della porta. Il bracciale ricavò l'indirizzo del server del controllo accessi e inviò la richiesta cifrata di accesso per l'ID di Lucrezia al piano richiesto.
La porta dell'ascensore si aprì e, una volta entrata Lucrezia, si richiuse stridendo e traballando un po'.
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La scelta giusta
Научная фантастикаLucrezia è una brillante e capace neolaureata che torna nella sua città natale, Firenze, in un caldissimo 2027. Il suo lavoro sarà fondamentale per un innovativo progetto di Intelligenza Artificiale, ma sarà in grado di affrontare le conseguenze di...