capitolo 9

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"Scordatelo Feach"

Mi girai di scatto sapendo perfettamente a chi appartenesse quella voce profonda e roca che tanto mi faceva eccitare.

Quel giorno sembrava ancora più bello del solito. Non feci fatica a capire perchè ci fossero così tante ragazze infatuate di lui in quella scuola: i suoi occhi verde smeraldo, in quel momento puntati su Peter, avrebbero potuto convincere qualsiasi ragazza a fare qualunque cosa lui volesse e l'accenno di barba mattutina che quel giorno si trovava sul suo viso mi faceva immaginare a come sarebbe stata sentirla grattare sulle cosce nel momento in cui avesse avuto la testa in mezzo alle mie gambe.

Si, insomma,penso ormai fosse chiaro a tutti che nel momento in cui Nate entrava nel mio campo visivo il mio cervello andava completamente a farsi fottere.

"Che cosa vuoi Jackson?" 

Durante l'ultimo incontro tra Nathaniel e Peter, il primo aveva decisamente avuto la meglio, e pensai che fu l' ego ferito del secondo a portarlo a rispondere in quel modo, anche perchè, se così non fosse stato, proprio non capisco perchè avrebbe dovuto fare una cosa del genere. Insomma, parliamo chiaro, Nate non era proprio quel tipo di persona che ti ispirava tranquillità e a cui eri sicuro di poter dire qualsiasi cosa: il suo sguardo, nonostante su me avesse l'effetto opposto, sembrava pronto a fulminarti alla prima mossa errata e la sua stazza sicuramente non faceva venir voglia di contraddirlo. Come se non bastasse, emanava un aura di potere che sembrava schiacciare tutti gli altri, come se ti impedisse di guardare o prestare attenzione a qualsiasi altra cosa che non fosse lui nel momento in cui entrava in una stanza. Tutto, e dico tutto, sembrava spingerti a rispettare la sua autorità, a temerlo, ma allo stesso tempo a rispettarlo, ad adorarlo (forse la questione dell'adorarlo riguardava solo me, ma questi sono solo dettagli).

"non vedi che stavamo parlando?" chiese infastidito Peter.

"fidati Feach, dovresti solo ringraziarmi per starti salvando da questo palo clamoroso" il suo tono nonostante fosse calmo  e controllato, tradiva il nervosismo in esso implicito. 

"veramente sta sera passeremo la serata a casa mia, sai, siccome una cosa tira l'altra forse dovrei essere io a consigliarti di farti da parte" disse con tono saccente.

non mi sembrava di aver mai acconsentito ad una cosa del genere durante la nostra breve conversazione, quindi subito fui pronta per contestarlo "ma a me non sembra di aver mai..."

Peter mi fulminò con lo sguardo e sibilò "zitta".

 Lessi nei suoi occhi, letteralmente un nano secondo dopo aver pronunciato quella parola, che lui stesso si era reso conto di aver sorpassato il limite.

Io, che non accettavo di essere zittita proprio da nessuno, figuriamoci da Peter Feach, mi preparai subito a ribattere a tono, quando però notai il suo sguardo preoccupato mi resi conto che non era ansioso per la mia di reazione ma per quella del ragazzo al mio fianco.

 Infatti Nate, con le braccia tese lungo i fianchi e i pugni stretti, gli si stava avvicinando con aria incazzata.

"Non ti devi permettere di mancarle di rispetto. Chiaro?" chiese avvicinandosi sempre di più a lui. Era talmente teso che riuscivo a vedere le vene sul suo collo pulsare e pensai fosse sul punto di picchiare seriamente Peter visto quanto gli stava vicino.

Avevo l'impressione che Nathaniel lo stesso sfidando non solo a causa della sua mancanza di rispetto nei miei confronti, ma anche per dimostrare chi dei due avesse il coltello dalla parte del manico. Nonostante il suo lato possessivo e autoritario suscitasse in me sensazioni non proprio appropriate all'ambiente scolastico, stavamo dando spettacolo e non mi piaceva l'idea che lui potesse passare dei guai per aver scatenato un rissa nella mensa; istintivamente mi mossi per posizionarmi dietro Nathaniel e senza che neanche me ne accorgessi portai le mani sulle sua schiena muscolosa.

Benedetta dalla LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora