Capitolo 5

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"Le tue amate Gocciole da oggi hanno ancora più gocce di cioccolato, per partire con più gusto!" Mah, a me sembrano sempre uguali, pensai addentandone una mentre leggevo annoiata le scritte sulla confezione.

Erano passati tre giorni dal primo giorno di scuola: le interrogazioni non erano ancora iniziate, in quanto i professori volevano farmi mettere prima in pari con il programma, e le mie nuove amiche mi avevano fatto conoscere tutto il loro gruppo, insomma, tutto andava bene.

Proprio per questo non riuscivo a spiegarmi la strana sensazione che avevo quella mattina: non era vera e propria agitazione quanto più un sentore di nervosismo mischiato a eccitazione.

Dopo colazione mi vestii con un maglione, dei jeans neri e una sciarpa sempre su quei toni e uscii. Il tragitto da casa a scuola durava circa quindici minuti a piedi e io trascorrevo tutto il percorso con la musica nelle orecchie e i pensieri nella testa, ancora intenta a svegliarmi completamente. Salii direttamente in classe sapendo che Lucy e Adriane probabilmente si trovavano già lì in quanto la prima lezione (inglese) la frequentavamo insieme.

Quando entrai in classe la lezione era già iniziata, Lucy e Adriane si erano sedute vicine e per questo si scusarono con lo sguardo, così io mi vidi costretta a sedermi nell'unico posto rimasto libero.

Il ragazzo a fianco a me non era un brutto ragazzo, anzi, ma sul viso aveva una strana espressione di superiorità, come se il mondo fosse ai suoi piedi, insomma a prima vista sembrava uno di quei soliti figli di papà. Non essendo però io una persona che giudica il libro dalla copertina iniziai la conversazione nel modo più gentile possibile:

"Ei ciao, sono Diana, per caso questo posto è libero?" chiesi, indicando la sedia affianco a lui.

"piacere, io sono Peter, certo siediti pure. Sei nuova qui?"  Visto? Alla fine non era tanto male, pensai.

Bhe,

quaranta minuti dopo mi ricredetti.

Dopo quelle che sembrarono ore e ore, la campanella suonò interrompendo il monologo di Peter riguardo la sua magnifica media a scuola, i suoi viaggi annuali a Parigi e la Porshe che gli aveva regalato il padre al compleanno di due anni prima (che si trovava ancora in garage aspettando che lui si facesse la patente).

"Diana è stato veramente bello parlare con te oggi. Che ne dici se dopo a pranzo vieni al mio tavolo? Ti presento qualche amico"

"Mi piacerebbe, ma avevo già detto a Lucy e Adriane che avrei mangiato con loro" dissi indicando le mie amiche che mi stavano aspettando sulla porta.

"Ok, va bene sarà per un'altra volta" ma anche no, pensai "ci vediamo nei prossimi giorni!" disse allontanandosi.

Tirai un sospiro di sollievo e mi avvicinai alle mie amiche. "hai proprio fatto colpo eh?" dissero sghignazzando.

"Ma state zitte che è tutta colpa vostra! Sappiate che questa me la lego al dito" risposi lanciandogli uno sguardo 'minaccioso', per poi scoppiare irrimediabilmente a ridere.

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Erano passate tre ore dalla mia disavventura con Peter e mi trovavo nella classe di fisica parlando distrattamente con Adam, che per quell'ora sarebbe stato il mio compagno di banco.

Lo stato di palpitazione che avevo provato di mattina aumentava di secondo in secondo e non ne capivo la ragione, non mi sembrava ci fosse qualche compito o che quella giornata fosse in qualche modo diversa da quelle già trascorse: ero andata a scuola a piedi, solite lezioni, Seth ovviamente mi aveva ignorata e il banco centrale infondo era vuoto, come sempre durante questa lezione. Tutto esattamente come al solito. Eppure io, sempre più agitata, non riuscivo neanche a stare ferma mentre il professore entrava in classe e iniziava a spiegare.

Benedetta dalla LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora