New Friends

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"La cosa peggiore del risveglio mattutino, è la valanga di pensieri che ci investe ancora prima di renderci conto di dove siamo e se stiamo ancora sognando.
È un po' come quando siamo al mare, distesi tranquilli a prendere il sole ed improvvisamente un onda più alta delle altre ci bagna completamente lasciandoci senza fiato.
È una cosa devastante che ci lascia, per alcuni minuti, incapaci di comprendere cosa realmente stia accadendo.
Decisamente è la parte peggiore della giornata di tutti, sia per coloro che non hanno problemi a cui badare e sia per quelli a cui sono i problemi a badare a loro".

HARRY

Harry quella mattina aprì gli occhi lentamente, sentendo nella testa quel fastidioso frastuono di pensieri e vecchi dialoghi che prendevano ad accavallarsi e unirsi fra di loro come una pessima orchestra di demoni.
Si mise a sedere e si massaggiò leggermente le tempie per poi spostare lo sguardo sull'orologio posto sul comodino: 10:25 A.M.
Sbuffò alzandosi e recandosi in cucina con passo stanco rimanendo ancora in mutande, consapevole del fatto che i suoi genitori sarebbero rimasti a lavoro fino alle sette di sera.
Prese a preparare la colazione con ancora una miriade di pensieri ad invadergli la testa e come un fulmine a ciel sereno, le parole del ragazzo con gli occhi azzurri gli ritornarono alla mente.
"Che razza di arrogante mi sono andato a scovare, il figlio del capo... il fottutissimo figlio del capo. Ma chi si crede di essere?" cominciò a riflettere ad alta voce mentre terminava la colazione e notò un post-it attaccato al frigorifero di casa.

~Torneremo tardi questa sera,
fai la spesa e non mangiare schifezze.
Un bacione, mamma.~

L'inutilità di quel biglietto gli fece arricciare il naso : "Quando mai sono tornati presto a casa?" , sbuffò sonoramente e si diresse in camera sua per prepararsi ed uscire al più presto da quell'appartamento.
Una volta vestito afferrò chiavi e soldi ed uscì dirigendosi al centro commerciale situato due palazzi dopo.
Arrivato all'interno del mini-market cominciò a riempire il cestino di quelle che ipotizzò fossero le cose necessarie per preparare qualcosa di decente almeno per pranzo, dopodiché si diresse al reparto dolci perché : "Andiamo, qualche caramella non mi potrà mica fare male!".
Cominciò ad osservare scrupolosamente i vari tipi di caramelle quando una leggera spallata e una voce agitata lo fecero voltare di scatto.
"Scusami ricciolino sono di corsa e... quali caramelle vuoi amore?" disse un ragazzo in canottiera "Oi, tu, sai mica dove trovare le caramelle a forma di orsetto? Io odio le caramelle." gli chiese poi.
"Ecco, tieni." Harry afferrò un pacco di Haribo situato in alto a sinistra e glielo porse.
"Grazie mille, gentilissimo."
"Molto interessante comunque. Sei la prima persona che conosco che non ha mai mangiato una Haribo" si voltò ed afferro un pacchetto delle stesse caramelle buttandole nel suo cestino pronto ad andare alla cassa per pagare.
"Ad ogni modo, piacere di conoscerti, mi chiamo Liam."
"Harry. Sei nuovo per caso? Non ti ho mai visto in giro." provò a fare conversazione sentendo una vocina dentro di lui insultarlo e dirgli di tornare subito a casa – le persone possono solo ferirmi, inutile conoscerne di nuove, dato che sarebbe solo un modo per essere ferito ancora di più.
"Sono arrivato da una settimana in realtà, ho chiesto il trasferimento qui circa un anno fa ma mi è stato confermato solo il mese scorso, sai come funzionano queste pratiche. Tu è da molto che sei qui?"
"Sì, sono qui da sette anni circa   e preferirei non esserci. Non pensavo ci fossero persone disposte a farlo, a parte i miei genitori ovviamente" disse Harry sospirando.
"Ok... ammetto che non ho preso questa decisione da solo, anche io all'inizio ero dubbioso all'idea di venire qui, ma un mio amico ha detto che in questa città si sta bene quindi ho deciso di partire."
"Questo tuo amico non penso conosca molto bene questa città..." replicò Harry passandosi una mano tra i capelli, per poi posare i vari acquisti sul rullo della cassa.
"Non saprei, ma penso mi sarei trasferito lo stesso..."
"E come mai? Se posso chiedere ovviamente."
"Per amore.. se non mi fossi trasferito avrei buttato al vento cinque anni di relazione e non ero pronto a farlo."
"Oh... beh, non posso dire di capirti ma penso che tu abbia fatto bene." mormorò arrossendo senza motivo alle sue parole – cosa c'è che non va in te Harry?
"Sì, ne sono convinto anche io. Senti ma... visto che sono nuovo e non conosco nessuno, ti andrebbe di andare a farci un giro qualche volta?"
La spontaneità e la disinvoltura con cui pronunciò quelle parole fecero restare Harry abbastanza sorpreso e colpito mentre afferrava le varie buste. Non poteva negare che la cosa gli avesse appena dato una piccola botta di autostima e di felicità ma gli sembrava comunque strano l'approccio di quel ragazzo nei suoi confronti – nessuno si era mai mostrato così gentile con lui – inoltre, non pensava che in vita sua sarebbe riuscito ad avere il coraggio di dire una cosa del genere a qualcuno.
"Oh... io... certo ti lascio il mio numero se vuoi!" balbettò schiarendosi poi la voce.
"Sarebbe grandioso! Che ne dici però se ci spostiamo altrove.. non penso di riuscire a segnare il tuo numero con tutte queste buste tra le mani " affermò Liam facendo notare al riccio le varie buste che anche lui stava reggendo.
"Certo, dimmi tu dove vuoi andare."
"Se ti va passiamo per il mio appartamento, sono solo fino alle cinque, così poso queste buste e ti offro un caffè ti va?"
Per un secondo la sua mente cominciò a protestare al pensiero di accettare una proposta del genere. Come poteva invitarlo a casa sua se nemmeno lo conosceva? Annuì comunque.
"Perfetto allora. Palazzo C, quinto piano."
"Oh.. è il mio stesso palazzo!"
**
Entrato nell'appartamento di Liam cominciò a guardarsi intorno sorridendo per il leggero caos che regnava al suo interno. Scatoloni ovunque e vestiti vari adagiati su di essi.
"Scusami per il disordine Harry... non abbiamo avuto tempo di sistemare le cose e, anche se ci provo, non riesco proprio a mantenere ordine in queste condizioni."
"Con chi condividi l'appartamento?" continuò a guardarsi intorno facendo un leggero slalom tra i vari scatoloni sentendosi stranamente a suo agio.
"Con il mio ragazzo..." si girò di scatto sentendo quella parola e i suoi occhi si sgranarono appena : "Ragazzo?" chiese immediatamente non aspettandosi una cosa del genere da lui.
"Si... non è un problema per te vero? E' per lui che mi sono trasferito qui ed è per colpa sua che c'è tutta questa confusione" affermò Liam sorridendo appena.
Quella confessione, fatta senza freni e con una disinvoltura assoluta, non fece altro che far sorridere Harry che scrollò le spalle e scosse la testa : "Liam, sinceramente non vedo come potrebbe infastidirmi... vedi io non ho una ragazza... ne un ragazzo ma ecco non... non ho nulla in contrario."
Harry abbassò lo sguardo sentendo le sue guance arrossire.
"Per un momento ho pensato fossi omofobo, ma per fortuna non lo sei. Diventeremo ottimi amici, ne sono sicuro!"
**
"Grazie mille per il caffè Liam, ci sentiamo via messaggi allora."
"Non devi ringraziarmi Harry, avevo proprio bisogno di chiacchierare con qualcuno che non fosse il mio fidanzato. Ad ogni modo, domani sera daremo una piccola festicciola, avresti voglia di unirti a noi? Rimaniamo a casa e ci divertiamo un po'... che ne pensi?"
"Noi inteso io, te e il tuo ragazzo?" chiese Harry titubante.
"Il mio fidanzato, il suo migliore amico e in più ci sono altri tre ragazzi della base e due ragazze... dai vieni, ci divertiremo?"
Harry annuì appena, sentendosi elettrizzato per essere stato invitato ad una cosa del genere.
"Va bene, scusa se ti parrò imbarazzato, solo non sono troppo abituato a stare in mezzo alla gente..."
"Ti prometto che ti faremo sentire a tuo agio!"
"Grazie mille Liam, grazie. Ci sentiamo domani allora." e detto questo Harry si voltò di spalle e camminò verso il suo appartamento sentendosi felice, per la prima volta, all'interno di quella base.

"Le gente può solo solo ferirmi. Inutile conoscerne di nuova. Sarebbe solamente un modo per essere ferito ancora di più, ma forse, se si ha la fortuna di incontrare una persona diversa, l'unica cosa che si rischia realmente è che quelle ferite vengano a poco a poco ricucite.
Anche se, una persona che soffre, che è stata ferita mille volte, tende a confondere. Confonde il diverso con il bene, un sorriso per un gesto significativo e un'illusione per una certezza. E così facendo finisce per medicare le sue vecchie ferite, dimenticandosi che potrebbero infliggergliene di nuove."

LIAM

"Ehi amore, ben tornato!" esclamò Liam sporgendosi dalla cucina.
"Ehi cucciolo... come è andata la giornata?"
"Tutto bene Zayn, te? Giornata pesante?"
"Louis come capo è un vero rompiscatole... ma non importa, la mia consolazione a fine serata sei tu." affermò baciandogli il collo.
"Louis è il tuo migliore amico, non hai detto che ti trattava con i guanti rispetto agli altri?"
"Sì lo fa, ma mi punisce di continuo." disse il moro.
"Come ti punisce?" chiese quest'ultimo accigliato e con il fiato corto.
"Mi tiene lontano da te per tutto il giorno, non pensi che sia una punizione troppo dura?" abbassò il suo viso facendo sfiorare il suo naso con quello di Liam.
"Non pensi che dovresti scusarti con me da parte di Louis per questa punizione?"
"Lo farò molto volentieri" affermò Zayn con voce lussuriosa avviandosi verso la camera da letto con un sorriso furbo sulle labbra che faceva ben trapelare cosa sarebbe successo a breve in quella stanza.

***
Questa mini nota la volevo dedicare a tutte voi ragazze, che nonostante abbiate già letto la storia, siete qui a sostenermi. Grazie di tutto, siete fantastiche!
(Ovviamente adoro anche tutte voi che avete iniziato ora la lettura, siete la forza che mi fa continuare ad andare avanti)

Welcome to my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora