Capitolo 1 - Voglia di libertà

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-Sveglia principessina mia! Non vorrai fare di nuovo tardi?!- 

Ma perché diavolo deve urlare così ogni mattina?

In effetti è tardi, ma devo essere perfetta, quindi mi prenderò il tempo che serve, devo ancora fare una doccia, stirarmi i capelli, scegliere dei vestiti e truccarmi, non ci metterò tanto.

Faccio tutto di corsa ma finisco sempre a ritardare di tre quarti d'ora.

Per fortuna riesco a prendere la metro, è un incubo per me alzarmi presto la mattina, specialmente quando torno tardi dalle feste... e mia madre puntualmente deve riempirmi la testa di discussioni inerenti al fatto che ogni sera vado a divertirmi e per alzarmi la mattina ci vuole una vita, ma cavolo, sono una ragazza di soli 19 anni, se non vivo adesso, quando dovrei farlo? Hanno persino licenziato Adam (il mio autista) perché mi aiutava ad andare alle feste di nascosto..

-" Cara, da oggi in poi prenderai la metro per andare al college, devi responsabilizzarti!"-

Balle! In più, non mi fanno guidare da quando mio fratello ha avuto quell'incidente.

Frequento la Yale University, studio medicina come mio padre, adoro il lavoro che fa e mi piace pensare di poter salvare la gente che ha bisogno del mio aiuto, e so che quando finirò gli studi, grazie alle sue conoscenze, potrò diventare una dottoressa conosciuta e apprezzata ovunque.

Finalmente sono arrivata alla metro, c'è il mio ragazzo che mi aspetta come ogni mattina, non sembra molto felice...

-Ecco! Di nuovo in ritardo! Sei sempre la solita ritardataria del cavolo, ma cosa credi? Che la gente sia sempre a tua disposizione?! Ti sto aspettando da ore! Se vuoi andare a divertirti, la mattina devi svegliarti presto, non posso mica aspettarti tutto questo tempo e arrivare in ritardo anche io!!-

Tutte le sue urla mi danno i nervi e cerco di guardare altrove dall'imbarazzo, ci stanno guardando tutti come al solito, persino quello straccione messo tutti i giorni in un angolo con la sua chitarra ha smesso di suonare e i suoi occhi sono fissi su di me come se gli facessi pena, che figura!

-Austin! Basta! Mi stai mettendo in imbarazzo, smettila! -

Basta, sono già stufa di sentire altre discussioni, e vorrei evitare alche le lamentele dei professori, per oggi me ne torno a casa.

Corro a sedermi in una panchina per aspettare un'altra metro che mi riporti a casa, il "ragazzo con la chitarra" aveva ormai ripreso a suonare facendo finta di niente, quando gli occhi mi cadono su un foglio che tiene sempre accanto a lui, con su scritto:"Il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore". Mi avvicino un po' più a lui incuriosita, dai suoi occhi sembra ne abbia passate tante, eppure credo sia solo qualche anno più grande di me...

Mi sono bloccata un attimo, il suo sguardo si è incrociato al mio, ma sono ritornata subito alla realtà quando sento la metro arrivare.

Ritorno a casa e mi chiudo in camera mia sbattendo la porta.

-Tesoro, ma come mai non sei al college? Fammi entrare! - Oh no, eccola, ci voleva anche lei che mi spalanca per la seconda volta in una giornata la porta.

-Cosa vuoi mamma?! Lasciami in pace! -

-No, no signorina! Adesso tu mi spieghi perché non sei lì! -

-Ho litigato con Austin.-

-Claire Caroline Hamilton! Quante volte ti ho detto di tenertelo stretto e di non farlo arrabbiare? Ho promesso ai suoi genitori che sareste stati insieme, ricordi che famiglia ha, vero? Quindi vai subito da lui e scusati! -

-Non puoi sempre dirmi cosa fare! Tra l'altro non sono io a dovermi scusare, e se ti piace così tanto, stacci tu con lui perché io non voglio più avere nulla a che fare con Austin! Adori mettere casini nella mia vita vero? Infondo è quello che hai fatto con Alexander. Ma fidati "mamma", che non riuscirai a fare della mia vita un tuo teatrino, non ti permetterò di farlo ancora! -

La caccio fuori e sbatto di nuovo la porta, stavolta chiudendola a chiave.

Metto le mie cuffie e premo play, ecco cosa mi serve in questo momento: musica...

Alzo il volume al massimo così che non possa sentire le lamentele di mia madre che ha già deciso la mia vita, ma non capisce che a me non importa di fare la vita come la sua, sposando un uomo solo per i soldi.

Austin è figlio del giudice Davis, secondo lei non ci sarebbe futuro più bello e giusto di quello che potrebbe offrirmi lui, ma non sa che lui mi sgrida sempre, mi tratta come fossi un giocattolo e mi picchia, ma quando gliel'ho detto ha affermato che sono pazza, che lui è un ragazzo d'oro che non si permetterebbe nè ora nè mai a fare una cosa simile.

Mi sono così stancata della mia vita che ho iniziato a soffrire di bulimia, ma a mia madre in fin dei conti non frega nulla.

Mio padre è tutto il contrario e non so come abbia fatto a sposare una donna del genere, lui è il mio idolo e la mia fonte d'ispirazione, ma lo vedo si e no cinque volte al mese a causa del lavoro, viaggia in tutto il mondo per curare le persone, sin da quand'ero piccola l'ho sempre considerato un supereroe pieno di missioni da compiere.

Lui è sempre stato contrario a farmi stare con Austin, perché ha notato da subito quanto mi stesse facendo del male, eppure non è stato in grado di comandare.

Ma adesso non voglio più pensarci,chiudo gli occhi e mi concentro solo sulla musica, l'unica cosa che riesce a farmi dimenticare tutto e a farmi sognare a quando sarò finalmente libera.

Come corde di chitarraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora