Ho camminato per due ore ma è come se mi fossi avvicinata ancor più al nulla, guardare avanti è inutile, questa strada sembra non avere una fine e adesso sono troppo stanca per continuare, cercherò un angolo dove riposare un po'...anche se in questo momento ciò che vorrei di più è trovare un essere vivente in grado di indicarmi la strada di una zona possibilmente abitata.
Mi avvicino leggermente al bosco che si trova al lato di questo tragitto, metto il mio zaino accanto ad un albero e poggio la testa su di esso, penso a cosa potrei fare anche se riuscissi ad arrivare da qualche parte, ho i soldi solo per pagarmi tre giorni di hotel al massimo.
Rivolgo gli occhi al cielo e guardo quelle nuvole che una volta mi sembravano di tante forme diverse ma che adesso mi ricordano solamente delle macchie bianche in un cielo vuoto, un cielo che riesce a farmi sentire ancora più sola di quanto io sia già.
E' stata una cavolata? Non dovevo farlo? Continuo a ripetere fra me e me tutte queste domande ma il rumore dei nervi che pulsano e rimbombano nella mia testa coprono tutti quei pensieri. Le lacrime scivolano lungo il mio viso e diventa tutto buio.
Mi sveglio e vedo Austin che mi viene incontro -Claire, perdonami ti prego, devi perdonarmi, non so perché l'ho fatto, non ero in me!-
-Va bene Austin, ti perdono, ma devi promettermi che non lo rifarai mai più!-
-Certo! Te lo giuro, da oggi ti tratterò come una principessa, come la mia principessa.-
Mi prende la mano e mi alza da terra, mi porta in un luogo bellissimo sulla riva di un fiume e mette della musica dal suo cellulare, iniziamo a ballare e ballare finché ad un certo punto mi stringe forte tra le sue braccia, ma inizia a stringere talmente tanto da farmi male, non riesco ad urlare, sembra che la mia gola sia bloccata ed inizio a perdere i sensi fino a quando diventa tutto nero, il mio nome rimbomba mi rimbomba in testa -Claire! Claire! Dai, ce la puoi fare! Alzati!-.
Apro gli occhi. -Ma che...- alzo lo sguardo e mi strofino il viso.
-Menomale, allora sei ancora viva... Non potevo perdere una delle alunne migliori!-
-...ma cosa fa lei qua?-
-Sono venuto a cercarti, cosa credevi? Che nessuno avrebbe parlato di te e della tua scomparsa?-
-Ma, come ha fatto a trovarmi?-
Rivolge lo sguardo altrove, come se avesse fatto finta di non sentirmi -...ma adesso l'importante è sapere che tu sia sana e salva, ti porto a casa per mangiare qualcosa dai.-
Annuisco, sono troppo disperata per rifiutare.
Mi porta davanti alla sua auto e mi apre lo sportello, sembra un pezzo d'antiquariato ma luccica come un gioiello.
Durante il tragitto c'è molto silenzio, anche troppo, ma dopo qualche minuto una mia domanda improvvisa riesce a spezzare leggermente quell'aria imbarazzante -Siamo molto lontano da New Haven?-
-Abbastanza.- un altro minuto di silenzio imbarazzante -...ma tranquilla, ti riporterò dai tuoi genitori e dai tuoi amici!-
-Non ho né genitori né amici, è per questo che sono andata via ed è per questo che non ho intenzione di tornarci.-
-Wow, sembra una cosa seria, beh... se ti senti così avvilita da tornare per un paio di giorni ti potrei far stare nella mia casetta di campagna, è molto bella, si trova accanto al "Quinnipiac River Marsh Wildlife Area"!- lo dice con aria entusiasta, come se per lui fosse il posto più bello al mondo ma io rispondo semplicemente con un cenno molto lento, le sopracciglia alzate ed un sorrisetto quasi forzato, rimettendomi a guardare fuori dal finestrino.
Il viaggio dura circa quaranta minuti, ma sembrano durare un'eternità ascoltando quella musica di una lingua incomprensibile che esce da una radiolina vecchissima, ma lui sembra felice e non fa altro che canticchiare qualche parola ogni tanto.
Ovviamente faccio finta di niente e qualche volta lo guardo di striscio con quel mio solito sorrisetto imbarazzato, non so neanche io che espressione faccia in realtà ma sembra non dispiacere, quindi continuo, dopotutto mi sta aiutando.
-Siamo arrivati!-
Scende dalla macchina e mi apre lo sportello mostrandomi quella casetta in mezzo agli alberi, tutta fatta di legno in stile svedese, si vede che è proprio casa sua, la casa di Algot Dahlbeg.
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Come corde di chitarra
RomanceUna ragazza piena di amici, popolare, festaiola, ribelle, ricca e assolutamente poco responsabile si stanca della sua vita per diversi motivi, sarà forse un incontro inaspettato a cambiare il suo destino?