Cap 3 Bentornato

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Pov Yuri

Mi svegliai in un letto enorme e comodissimo, le coperte erano mosse come se qualcuno ci avesse dormito dentro anche dall'altra parte.

Con chi avevo dormito?

Mi alzai, ero vestito quindi era impossibile che fossi finito a letto con qualcuno.

Dove diavolo ero?

Feci un giro per la casa, aveva tre stanze: soggiorno con cucina, camera da letto e bagno. Quest'ultimo fu la mia prima fermata. Una doccia e due aspirine dopo ero in soggiorno a rovistare in una valigia, la mia, che non sapevo come avesse fatto ad arrivare fin lì. Ci misi un bel pò di tempo ma alla fine capii due cose. La prima fu che quella era la casa di Otobek e la seconda era che anche i vestiti che portavo erano suoi.

Che diavolo era successo?

Tornai in camera e guardai il letto. Si, avevo dormito nello stesso letto con lui e portavo i suoi vesti, questo non voleva dire che ci avessi fatto sesso, anche se era quello che io stesso avevo appena sospettato.

Trovai un biglietto sul comodino, "Sono in palestra con gli altri, torno alle sette e mezza. Otobek" ottimo, era davvero sua la casa. Tanta era la noia che tornando in soggiorno feci un aeroplanino di carta col biglietto e poi spedii tutto nel cestino via aerea. Ovviamente andò fuori e dovetti alzarmi per gettarlo via. E pensa un pò ne trovai uno identico già cestinato. Non avrei dovuto rovistare tra le cose del mio amico ma il cestino era vuoto e dentro c'era solo l'aeroplano che ero sicuro fosse mio quindi gettati il secondo e presi il messaggio che non avevo ancora letto.
Stesso messaggio di prima ma questo aveva la data, guardai il telefono e scoprii che era ieri.
"Sono in palestra torno alle sette e mezza." diceva ma io ieri ero su un aereo, che motivo aveva di lasciarmi un biglietto. E se il biglietto non fosse per me? Non mi dire che Otobek aveva un amante?! Sorrisi, e bravo il mio amico.

Alle sette e mezza passate lui tornò. La borsa era piena di roba che rovesciò direttamente in lavatrice mentre lui sembrava a pezzi. Si sedette al tavolo della cucina e mi salutò con un cenno.
Che succede? Questo non è da lui.
"Com'è andata?" chiesi tanto per far lavorare la bocca.
"Mi stanno stressando senza motivo, diciamo che tutti non vedono l'ora di conoscerti." rispose con un sospiro.
"Sanno già che sono qui? Sono arrivato solo stamattina." risposi osservandolo mentre metteva qualcosa sui fornelli. Sapeva cucinare?
" Non è proprio così... Ma diciamo che sarai al centro dell'attenzione per un bel po'." rispose con le spalle rigide, c'era qualcosa che non mi diceva, ora ne ero certo. Intanto vidi che hai fornelli se la cavava eccome, questa era una vera sorpresa.
"Sei bravo in cucina?" chiesi senza pensarci.
"Quanto basta per cucinare ad otto fratelli più piccoli e tu? Qualche dote nascosta?" chiese col sorriso, una cosa rara, forse avremmo potuto parlare normalmente dopo tutto.
"Nulla che possa mostrare agli amici." dissi mettendomi al suo fianco per guardare quello che faceva. Pezzetti di carne saltati in padella con delle spezie che avevano un odore fantastico. Avevo la fame di uno che non mangiava da giorni.
"Nulla che tu non...stai parlando di sesso?" chiese lui senza girarci intorno. Io annuii mentre lui guardava me, sconvolto, io rubai un pezzetto e me lo mangiai. Cavolo, scendeva giù come lava ma era buonissimo.
"Questa me la devi spiegare, Yuri." disse con le mani sui fianchi. Io del tutto tranquillo presi la padella in mano e la portai a tavola dove poco prima avevo già apparecchiato. Non dissi niente e mi sedetti. Ero serio, prima, non era nulla che avrei detto agli amici. Non puoi spogliarti nello stesso spogliatoio e poi dirgli che sei gay. Oltre a pattinare facevo solo una cosa nel tempo libero e di sicuro tutti i ragazzi passati in camera mia non venivano per giocare a carte. Otobek prese insalata e altri tipi di verdure dal frigo, poi si sedette dopo avermi dato un'altra occhiata.
"Visto che siamo in tema..." disse tranquillo"...tanto vale che ti preparo a quello che succede domani." concluse con un sospiro. Bene, aveva deciso di cambiare totalmente argomento.
"Che dovrebbe succedere?" chiesi io mentre mangiavo. Lui sembrò intenzionato a dirmi qualcosa poi invece dovette cambiare idea perché cambiò espressione e forse anche il discorso.

"Domani inizi ad allenarti con me, andiamo lì molto prima degli altri quindi in pratica apriamo la palestra."disse mangiando con molta meno voglia di me. Poco dopo allungò il piatto verso la mia parte del tavolo e si alzo per sparecchiare la sua. Se ne stava andando? Non aveva mangiato nulla...
"Alin, che succede?" cavolo mi era scappato di nuovo il suo nome, ma andava bene, era stato lui a dirmi di chiamarlo così. "Oggi è stata una giornata pesante, faccio una doccia e vado a letto." disse con la testa da tutt'altra parte. Io tolsi tutta la roba dal tavolo. Il cibo era buono e mi dispiaceva lasciarlo raffreddare in frigo ma mangiarlo da solo non aveva senso. Lo seguii in camera dove gli vidi prendere dei boxer e nient'altro, non dormirà solo con quello spero?! Lui non badò minimamente alla mia occhiata e poco dopo lo vidi entrare in bagno, se intendeva uscire in quel modo tanto valeva mettere subito le cose in chiaro e dirgli che ero gay. Non avevo mai vissuto con qualcuno, genitori non ne avevo e il nonno che mi aveva cresciuto non c'era mai a casa.
Dovevo dirglielo e mettere tutto in chiaro fin da subito. Bussai alla porta del bagno e lo chiamai, lui mi disse di entrare ed io tentai di dirgli che avremmo parlato dopo. Lui non mi capiva ed io sembravo un idiota, pensando che tanto l'avrei visto nudo anche in palestra, aprii, deciso ad entrare senza cerimonie.
"Devo dirti una cosa Alin" dissi io sedendomi sul lavandino. Lo so, affrontare le cose di petto molto spesso si rivelava essere una pessima abitudine, ma io me ne fottevo altamente. Se aveva problemi con quello che ero, essere amici non aveva senso.
Lui sentendo il mio tono spense l'acqua e aprì la tenda della doccia. Io capendo quello che stava per fare, ovvero uscire, gli passai l'asciugamano e guardai per terra. "Si, scusa hai ragione. Non ti ho detto a che ora domani. Non preoccuparti ti sveglio una mezzora prima e andiamo insieme." disse del tutto tranquillo. Io tentai di mollare una risposta ma era inutile, ero come un ragazzino che davanti la sua prima cotta non riesce a parlare.
"Perché andiamo prima domani?" dissi di getto tanto per dire qualcosa, lo facevo spesso, quando volevo dire altro in verità. Cazzo, perché non riuscivo a dirglielo?
"Oggi i ragazzi mi stanno dando il tormento, domani preferisco non vederli. Ti spiace se andiamo prima domani?" chiese guardandomi. Io lo guardai, grave errore, i vestiti non gli rendevano giustizia. "Non è un problema andare prima, se ci alleniamo con gli altri inizieranno tutti a guardarmi il che è fantastico ma se devo provare qualcosa di nuovo mi rende nervoso." che diavolo mi ero uscito di bocca? Nervoso? Io ? Il campione del mondo?
"Yuri, da domani faremo coppia quindi cose come questa devo saperle prima. Se preferisci la pista libera sistemo i nostri orari in modo da essere da soli, la maggior parte del tempo. Per me sarebbe una benedizione, credimi." rispose con un' altro sospiro. Iniziò a lavarsi i denti nel secondo lavandino. Quella casa sembrava fatta per una coppia, prima il matrimoniale e poi il lavandino doppio. Ma meglio non distrarsi, dovevo organizzarmi con lui per il giorno dopo, vero?
Parlai io visto che era occupato.
"Domani ti dirò quello che vuoi sapere, ovviamente mi aspetto che tu faccia lo stesso." lui annuì ed io continuai.
"Inoltre non so nulla della gara che dobbiamo fare ne il motivo per cui tu vuoi farla." lui si asciugò tranquillo. Mi guardò e disse" Tu vuoi essere il migliore al mondo ma io non ho piani così ambiziosi. Voglio guadagnarmi da vivere facendo quello che mi piace fare. Mi hanno chiesto di scegliere tra gareggiare in una gara dove ci sono ben sette atleti migliori di me e un'altra dove invece avrei fatto coppia con te e avrei affrontato un percorso del tutto nuovo. Ho scelto di gareggiare insieme al miglior pattinatore al mondo e non contro di lui. Perché sei imbattibile e perché sei il mio migliore amico. Ti servono altri motivi?" chiese tranquillo e sincero. Quindi in sostanza ero io il motivo per cui rinunciava al mondiale. Io annuii ed iniziai a lavarmi i denti, lui prese il cambio e tornò in camera. Cinque minuti dopo eravamo entrambi sotto le coperte e lui si addormentò subito. Io rimasi sveglio per un pò con il pensiero fisso che alla fine non gli avevo detto di essere gay.
Ero proprio un coglione...ora non avevo più alcun dubbio.

Look me //Otayuri// Yuri on ice fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora