cap 10 Insieme per caso

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Yuri pov

Tre mesi dall'incidente ed ormai avevo capito. Conoscevo il mio corpo meglio di chiunque altro e ancor prima di guardare in faccia i medici sapevo cosa avrebbero detto. Non potrai più camminare, le gambe non ti reggono, resta a riposo e non fare sforzi perché potresti peggiorare.
Non mi ero preso la briga nemmeno di ascoltare quello che dicevano per questo non sapevo che nome avesse il mio problema. Non potevo camminare questo era ciò che dovevo ricordarmi e fanculo tutto il resto.
Tre mesi con Otobek al fianco mi erano serviti per chiarirmi le idee. Il pattinaggio si era preso la mia vita ma non era mai stato tutta la mia vita: non avendo legami affettivi se non con i coach di pattinaggio e con Otobek che era a sua volta un pattinatore... Mi era diventato impossibile con il tempo distinguere la mia vita dal mio lavoro.
Avrei dovuto mettere dei paletti e crearmi un gruppo di amici, un posto dove andare quando in palestra le cosa non andavano bene. Invece se avevo un problema in palestra mi allenavo come un matto alla ricerca della soluzione, finendo per perdere di vista l'obiettivo.
Era successa la stessa cosa con la storia di Daniel e Otobek. Invece di parlare con uno dei due ero scappato in Russia e poi tornando mi ero gettato a capofitto nell'allenamento. Facendo così non avevo mai risolto nulla, solo adesso me ne rendevo conto. Avevo bisogno di una valvola di sfogo che non fosse il pattinaggio, avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a lottare invece di accrescere le dimensioni della mia battaglia, ma era il contrario ciò che avevo fatto: la mia valvola di sfogo era diventata il pattinaggio, se avevo problemi andavo sulla pista per dimenticarlo e ogni volta era sempre peggio per questo mi ero ritrovato a fare allenamenti massacranti, perché mi servivo sempre più del pattinaggio per esorcizzare tutto il resto.
Avevo perso di vista le cose importanti.
Non mi ero avvicinato a nessuno ed avevo scoraggiato tutti gli altri.
Guardai al mio fianco su una sedia accanto al letto c'era Alin: tutti eccetto uno, mi correggo.

Lui era il più testardo e fedele amico che avessi mai avuto.
Anche come compagno non era stato male, bravo dentro al letto e discreto fuori e come ogni buon compagno era rimasto al mio fianco per tutto il tempo.
Spariva solo la sera e tornava la mattina presto. Spesso si addormentava dalla stanchezza sulla sedia ed era da quello che capivo che era successo qualcosa anche a lui. Mostrarsi cosi debole e vulnerabile davanti me e gli altri...era impossibile per come era fatto.
Tecnicamente anche lo scenario intorno era cambiato. Da una settimana condividevano una casa in campagna e ancora non capivo perché non mi avesse permesso di pagarla di tasca mia.
Con i soldi in premio per chi vince il mondiale ho comprato la palestra dove mi allenavo e un'altra in una città vicina gestita dai miei vecchi compagni di corso a cui loro, quasi scherzando avevano dato il mio nome, Yuri Tiger's Club.
Per cui vivevo di rendita e potevo pagarmi tranquillamente l'affitto di quel posto...ma Otobek non mi permetteva di contraddirlo. Voleva prendersi cura di me ed io non capivo che volesse fare in realtà.
Da giorni qualcosa bolliva in pentola ne ero certo, inoltre con tutto quello che avevo passato e per via dei medicinali che mi davano non avevo le energie di stargli dietro. Avrei preferito che fosse sincero e mi dicesse subito cosa c'era che non andava. Magari voleva che mi sbrigassi a guarire così da liberarsi di me.
Dopotutto assistere uno che non è nemmeno un tuo parente ma solo uno scopa-amico per mesi interi doveva averlo portato all'esasperazione e da qui forse veniva il suo continuò silenzio.
O almeno così pensavo

Otobek pov

Yuri stava meglio, mangiava, dormiva e sembrava rilassato nella vecchia casa dei miei nonni.
Non so perché l'avessi portato qui, non gli avevo detto nemmeno che la casa non era in affitto, semplicemente sapevo che tutta la casa era attrezzata per una persona che aveva difficoltà a camminare. C'erano appigli nascosti sulle pareti e camuffati da semplici ringhiere o mobili ma in verità erano stati concepiti apposta: mio nonno era un generale, il classico tipo che come Yuri odiava mostrarsi debole così iniziò a ricevere gli ospiti in casa e con discrezione si muoveva per casa senza l'obbligo delle stampelle. Diciamo che ero già passato in un momento simile e mi era parsa la soluzione più logica portarlo lì.
Adesso però lo vedevo girare per casa con la sua solita andatura sciolta, da padrone del mondo, il genere di atteggiamento che hai quando ti sai adeguare a tutto.
E lui era così in quella casa, ci calzava a pennello come se fosse fatta apposta per lui.
In quei giorni mi era venuta l'idea di chiedergli di restare, vivere con me, tanto che mi ero trovato un lavoro in città grazie alla laurea che avevo appeso al muro da troppi anni ormai. Yuri non sapeva nemmeno che avevo studiato, durante il percorso verso i mondiali, uno come lui non avrebbe capito: era il migliore al mondo ma era anche vero che dalla mattina alla sera non faceva altro, gente come lui che dedicava la propria vita ad una sola cosa in genere riusciva nei propri intenti e altre volte falliva restando con un pugno di mosche in mano. Io era partito prevenuto fin dall'inizio, se dovevo fare questo di lavoro almeno mi sarei preparato un piano B qual ora le cose fossero andate male. Studiare era stato il mio piano B e mi aveva tolto tempo, dividendolo tra scuola e pettinaggio, così ero rimasto indietro rispetto agli altri. In quel momento avrei voluto mollare ma poi ho incontrato Yuri, il ragazzo felice di saper fare una sola cosa nella vita. Ho capito che c'erano più soluzioni a quello che volevo fare e mi sono impegnato per restare accanto a quella persona che mi aveva dato molto più di quanto si ricordasse.
Lo capivo dal fatto che ultimamente si comportava come se fossimo due amici finiti a vivere insieme per caso. Volevo chiedergli di rimanere per sempre con me in quella casa ma prima dovevo sistemare la questione dell'essere solo amici che per altro non mi andava affatto bene.

Look me //Otayuri// Yuri on ice fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora