III

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“Sharp viene sostituito da Hobbes! Può essere una carta vincete per i padroni di casa: dal momento in cui nessuno sa niente su di lui!” il ragazzo iniziò a correre con la palla tra i piedi: due australiani provarono a entrare in scivolata, ma il ragazzo fu più astuto di loro; non appena toccarono la palla, lui con un colpo di tacco la riprese.
“Bravissimo Austin! Ora passa!” urlò Axel, Austin gli passò la palla.
“Axel!” Axel mi passò il pallone.
Dato che l'eclissi lunare non è servita...
“Passeremo al gioco duro!” mi ritrovai davanti alla porta.
Colpo Argenteo!› la palla divenne argentata: brillava di luce propria.
“Goall! L'Inazuma pareggia grazie al tiro formidabile di Tanaka! La ragazza si sta dimostrando un vero e proprio asso del pallone!” avevo segnato, ci ero riuscita.
“Bravissima Rin!” mi girai verso la panchina: Jude mi sorrise alzando il pollice, io ricambiai facendo lo stesso.
“Forza! Facciamone un altro e finiamo la partita!” urlò Mark dalla porta, noi tutti annuimmo.
“Hurley!” passai la palla al ragazzo dai capelli rosa.
“Io so cavalcare qualsiasi onda!” urlò lui, sembrava come se un mare in burrasca si fosse creato in torno al ragazzo: segnando il goal di fine partita.
“L'inazuma passa alla semifinale del girone asiatico!” esultammo tutti quanti insieme: Jude si alzò dalla panchina e zoppicando di avvicinò verso di noi.
“Bhe devo dire che in questa partita abbiamo scoperto tante cose eh” disse sorridendo a tutti quanti.
“E quel colpo! Cioè era potentissimo!” si complimentarono tutti quanti con me; io arrossí e mi grattai nervosamente la nuca.
“Era una tecnica che usavo io nella mia vecchia squadra, era l'asso nella manica” dissi spiegando: tutti mi sorrisero.
“Dai andiamo a fare una bella doccia!” disse Mark: mi feci una doccia; guardai attentamente il bracciale di mio padre: l'acqua scorreva lungo il bracciale, luccicava: pensavo e ripensavo a dove potesse mai essere.
“Rin ci sei!” chiese Silvia bussando dissolvendo i miei pensieri; uscii dalla doccia e mi asciugai: mettendo un asciugamano come turbante.
“Ah eccoti, pensavamo fossi annegata!” disse Silvia ridacchiando; uscimmo dallo stadio e prendemmo il pullman.
“Ma che hai in testa” scherzò Jude guardando il mio bellissimo asciugamano rosa girato in testa come un turbante: arrossí leggermente; mi avvicinai al mio padrino, riassumendo un'espressione seria
“Scusi signor Travis: può dire lei a mia madre che rimarrò a dormire a scuola” dissi, l'uomo annuì senza fiatare.
Una volta arrivati cenammo tutti insieme; poi ognuno andò nella sua stanza.
Io mi sdraiai sul letto: sentii le palpebre farsi pesanti, mi addormentai.

“Rin vieni qui!” un uomo mi prese in braccio, era una piccola bambina dagli occhioni color cielo: l'uomo mi sorrise e io sorrisi a lui; si avvicinò a me strofinando il suo naso contro il mio e viceversa; ma a un tratto, caddi dalle braccia di quell'uomo: stava scomparendo piano piano; diventando invisibile.
“No papà!” era troppo tardi, l'uomo scomparve dal nulla rimasi sola: le ombre mi accerchiarono; poi una luce. Era una luce molto debole che a mano mano diventava sempre più forte.
Era un pallone da calcio di quelli semplici: bianco con i quadrati neri; lo presi in mano e sentii di nuovo la presenza di quell'uomo.

×××

“Passala!” urlai a Jude: il ragazzo mi passò il pallone; passai a Austin.
“Austin passa ad Axel!” gli urlai, Hurley e Thor gli andarono in contro: il ragazzo ugualmente riuscì a fare un ottimo passaggio verso il platinato.
“Ottimo passaggio Austin!” urlò il porcospino: tirò all'angolo della porta, Mark prese la palla rotolandosi a terra.
“Ottima conclusione!” disse Mark guardandoci.
“Tutto merito di Austin! Ha fatto un passaggio perfetto!” disse Axel: il ragazzo dai capelli blu arrossí leggermente; sentimmo dei passi arrivare al margine del campo: alzammo lo sguardo; ecco Percival Travis.
“Ragazzi venite con me!” disse lui: lo seguimmo verso il bar della scuola.
“Mi è stato riferito contro chi giocheremo la prossima partita: il Qatar, i Leoni del Deserto” disse serio, Celia aprì il suo PC.
“Dicono che siano dotati di un'ottima resistenza, hanno anche una forma fisica al dir poco perfetta: dicono anche che sia difficile vincere un contrasto contro di loro” disse Celia leggendo.
“Se vogliamo vincere, dobbiamo lavorare molto sulla resistenza: dovete imparare a sopportare la fatica; e dovete rinforzare la vostra forma” disse il mister uscendo.
“Quindi che esercizi potremmo fare?” chiesi io mettendo le braccia dietro la testa: Hurley si alzò in piedi.
“Corriamo! Correndo alleneremo la nostra resistenza!” disse, Mark annuì.
“Allora corriamo!” disse: Austin si mise il borsone in spalla.
“Mi dispiace ragazzi ma devo andare” disse uscendo dalla stanza.
“Perchè può andarsene quando vuole!” disse Tod irritato; io guardai Mark e Jude.
“Cosa pensate stia succedendo?” dissi io; i due mi fecero spallucce.
“Ci pensiamo noi! Capitano appena sapremo qualcosa ti informeremo! Forza Silvia andiamo!” Celia corse fuori dalla stanza con Silvia a braccetto.
“Forza ragazzi!” dissi alzandomi.
Iniziammo a correre lungo tutto il campo da calcio; sembrava quasi infinito.
“Va bene può bastare per oggi” disse Mark dopo 3 ore: tutti si sdraiarono a terra esausti;  Jordan invece continuò a correre lungo il campo.
“Jordan fermati!” disse Mark; ma lui non lo ascoltò.
“Ma che gli prende!” chiese Xavier vedendo il ragazzo dai capelli color pistacchio correre.
“Dai Xavier lascialo perdere, prima o poi si fermerà” dissi: il rosso si girò dalla mia parte; i suoi occhi color notte mischiato al mare mi penetrarono.
“Smettila di guardarmi così” dissi arrosendo leggermente; lui distolse lo sguardo.
“Vado in camera a farmi la doccia!” dissi andando verso le camere.
Mi buttai sotto la doccia: levando l'odore disgustoso del mio sudore: improvvisamente il telefono mi squillò.
“Pronto”
“Ciao Rin, sono Cammy: ti va di venire con me oggi pomeriggio, facciamo un giro insieme e poi andiamo a mangiare un gelato se ti va” disse lei: sentivo un'aria felice dall'altra parte.
“Va bene, finisco di asciugarmi e sono da te” dissi: attaccai e iniziai ad asciugarmi; lasciai i miei capelli sciolti e misi la tuta di rappresentanza della nazionale giapponese: chiusi a chiave la stanza e scesi le scale, appena arrivata giù vidi la mia amica davanti all'entrata.
“Ciao Cammy!” dissi io abbracciandola: la ragazza arrossí leggermente; era così tenera come ragazza.
“Come stai?” mi chiese interrompendo il silenzio iniziato tra di noi.
“Sto bene, sono stra felice di essere in questa squadra! Sarebbe fantastico vincere il titolo mondiale!” dissi: lei sorrise dolcemente.
“Cammy! Rin!” la voce di Mark ci interruppe: insieme a lui c'erano Silvia e Axel.
“Mark dove andate?” chiese Cammy.
“Andiamo da Austin, venite anche voi due?” chiese il ragazzo; io e lei ci guardammo per poi annuire.
“Sapete che siete davvero carine!” ci girammo noi ragazze: i ragazzi dell'altra parte sbucarono da una stradina.
“Non fate cavolate!” disse Silvia a bassa voce rivolta verso i ragazzi; Mark li superò seguito da Cammy.
“Ei fermatevi!” il "capo" prese Cammy per il polso; io strinsi i pugni.
“Lasciala subito!” dissi; i quattro ragazzi iniziarono a ridere.
“Come fai a fermarci che sei solo una ragazzina!” disse prendendosi gioco di me.
“Magari da sola non potrà fare niente! Ma insieme a noi può fare tutto!” disse Axel avvicinandosi a me.
“Cosa vuoi fare te moccioso! Sparisci prima che ti faccia tanto male!”
“Voglio proprio vedere, Felix!” una voce alle nostre spalle attirò l'attenzione; Cammy si liberò subito e corse verso di me.
“Pensavo che il gruppo avesse delle regole!” disse Archer avvicinandosi.
“Calmati! Da quando il capo sono io queste regole non ci sono più!” noi ragazze ci allontanammo; i ragazzi andarono a dare una mano a Archer.
“Mark andate via!” disse Archer; Mark annuì e noi andammo via.
“Grazie mille Rin” disse Cammy camminando accanto a me, io sorrisi.
“Non devi ringraziare me, ma Axel perché senza di lui non ce l'avrei mai fatta!” dissi guardando Axel.
“Non si toccano le ragazze” disse sorridendoci; Silvia si bloccò di colpo.
“Ecco! È entrato qui dentro” disse; ci fermammo davanti a un ristorante.
“Ragazzi avete bisogno?” chiese una ragazza dietro di noi: Mark sorrise.
“Cerchiamo Austin Hobbes” disse: la ragazza ci fece segno di entrare.
“Rachel vieni qui che io vado...capitano” dalla porta della cucina uscì Austin con un grembiule.
“Austin che stai facendo?” chiese Axel avvicinandosi: io lo fermai dal polso.
“Ma che succede lì fuori?” sentimmo una voce un po' tremante; da una piccola stanza uscì una signora simile a Austin.
“Mamma che ci fai in piedi! Vai subito a letto!” la rimproverò Austin; la signora ci rivolse un sorriso e ritornò nella stanza.
“Vedete lei è mia madre; è malata e non riusciva a tenere il negozio: così io e questa fantastica ragazza, Rachel, le stiamo dando una mano” disse Austin sedendosi su una sedia: Mark guardò l'ordinazione che avrebbe dovuto portare portare Austin, si rimboccò le maniche e la prese; uscendo dal locale.
“Ehm scusa ma dove la devo portare?” chiese il ragazzo rientrando nel locale.
“Lascia stare Mark! Arrivo!”
“Non se ne parla nemmeno! Vi diamo una mano anche noi! Voi ragazze date una mano a Rachel e tu Austin vieni con noi!” disse Axel prendendo anche lui un ordine; mi misi un grembiule e aprimmo il negozio.
“Buonasera! Prego!” io e Silvia iniziammo a prendere ordini e portare piatti.
“Perfetto! Abbiamo finito!” disse Rachel, in quel momento i ragazzi rientrarono nel negozio affaticati.

“Bevete!” disse Rachel portando 3 bicchieri d'acqua; i tre bevvero come cammelli: noi ragazze ridemmo.
“Grazie mille ragazzi! Davvero grazie siete i migliori!” disse Austin; noi ci guardammo e sorridemmo.
“Buona notte!” dicemmo per poi uscire.

×××

“Benvenuti alla semifinale del girone asiatico che si vedrà scontrare le rappresentantive del Giappone e quella del Qatar” ero in panchina a stringermi bene le stringhe delle scarpe.
“Agitata?” mi si avvicinò Jude: io lo guardai e gli sorrisi.
“Neanche un po', piuttosto tu sta attento con la caviglia” gli dissi io guardando la sua caviglia, non ben sgonfia.
“Non ti preoccupare per me” disse, il coach diede la solita formazione; entrammo in campo pieni di voglia di vincere: sentii il fischio dell'arbitro feci subito un passaggio rapido ad Axel.
Faceva un caldo afoso; quasi non si respirava.
“Xavier!” passammo la palla al rosso che corse subito in contropiede; provarono a prendergli la palla in scivolata, ma appena toccò terra recuperò subito palla correndo verso la porta.
“Jude!” passò il pallone a Jude, il quale si trovò subito un avversario davanti: ci fu uno scontro, ma Jude vinse palla.
“Axel!” Axel prese palla, subito due giocatori del Qatar entrarono in scivolata.
“Rin!” passò la palla a me.
Eclissi Lunare!› la palla arrivò addosso al capitano: la respinse mandandola all'angolo.
“Nathan va a battere tu” dissi: lui annuì e corse verso la bandierina del calcio d'angolo; lui saltellò poi tirò la palla: era decisamente alta per essere presa, ma improvvisamente cambiò traiettoria entrando nell'angolino della porta.
“Non è possibile!” dissi io sorridendo, il ragazzo mi rispose con un sorriso.
“È la tecnica su cui mi sono allenato tanto! E finalmente ci sono riuscito!” disse lui entusiasta; sembrava di sentire me qualche anno fa.
“Perfetto continuiamo così!” disse Mark, noi annuimmo entusiasti e molto felici.
“Non fatelo passare!” un attaccante si stava avvicinando pericolosamente alla porta; Jordan gli portò via palla, passandola poi a Shawn. Il ragazzo aveva la strada sbarrata; solo dopo mi accorsi che era un finto passaggio.
“Forza Xavier mettila dentro!” gli urlò Shawn dopo che prese palla.
‹Meteora Dirompente!› la palla entrò senza problemi, il rosso e il grigio si diedero il cinque.
Continuammo con un ottimo possesso palla fino allo scadere del primo tempo.
“State giocando benissimo!” disse Silvia una volta arrivati in panchina: io mi asciugai il sudore e guardai in cielo, il sole scottava come il fuoco.
“Continuiamo così!” disse Mark bevendo, io guardai i miei compagni: erano tutti stanchi, asciugavano le gocce di sudore come se avessero appena finito di aver fatto la doccia.
“Ragazzi forza! Inizia il secondo tempo!” dissi io incoraggiando i miei compagni; entrammo in campo e la partita ricominciò.

Grazie mille, siamo quasi a 50 letture in meno di una settimana! Vi adoro tantissimo♥️
To be continued...


彼の笑顔 -Jude SharpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora