Era una giornata come tante alla Monster High School.
Magnus Aalto era intento a lavorare su una nuova pozione, assorto com'era nei suoi pensieri non si accorse dell'arrivo di Takumi Wakahisa, suo migliore amico. Era da un paio di giorni che Takumi si comportava in modo strano e il suo morale era a terra o per meglio dire sotto terra, in un primo momento Magnus aveva pensato che fosse una cosa passeggera, ma quando l'amico si lasciò cadere sulla sedia al suo fianco accantonò per un attimo il suo esperimento: «Takumi, tutto bene?»
«No...» la voce sconsolata dell'amico lo convinse ad accantonare definitivamente tutto quello che stava facendo per ascoltare i suoi problemi: «Puoi parlare di tutto con me, lo sai? Non mordo. Quindi se hai un problema lo possiamo risolvere insieme»
Takumi sospirò e disse sommessamente: «Non ti sei accorto proprio di niente vero?» la domanda lo lasciò perplesso per un attimo, non capiva proprio a cosa l'amico si riferisse, così gli domandò: «Di cosa dovrei accorgermi?»
Takumi spazientito dalla lentezza dell'amico nel capire le cose si alzò dalla sedia e lo prese per il colletto della maglietta baciandolo.
La cosa sorprese non poco Magnus che per un attimo solo non seppe cosa fare, aveva capito cos'era successo all'amico e la cosa gli faceva anche un po' piacere così passandogli un braccio attorno ai fianchi lo costrinse a sedersi sulle sue gambe per poter dar libero sfogo anche ai suoi sentimenti ricambiando quel bacio che da tempo attendeva senza aver il coraggio di fare il primo passo per non spaventarlo.
Quando si allontanarono per mancanza d'ossigeno Takumi si rivolse a Magnus domandandogli: «Hai capito adesso?»
«Sì, ho capito» un leggero sorriso apparve sul suo volto poco prima che si fiondasse nuovamente sulle labbra di Takumi, non avevano bisogno di parole per capirsi, bastavano i gesti e anche se non lo avrebbe mai e poi mai ammesso Magnus sentiva dentro di sé che l'amicizia di Takumi verso di lui era cambiata, solo che non voleva forzare troppo le cose e alla fine la pazienza e il tempo avevano aperto nuove porte.
Adesso potevano dirsi felici... felici di aver fatto evolvere la loro amicizia in qualcosa di speciale.