5-EMMA

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E vivrai con le cuffiette

nelle orecchie, ascoltando
parole di chi ti ha capito
senza bisogno di conoscerti

Appena torno a casa vado in camera per cambiarmi e togliermi i vestiti bagnati. La pioggia mi ha arricciato i capelli e adesso ho quelli che mamma chiama tirabusciò che mi ricadano sulla fronte: ciocche di capelli più corte arricciate.

Mi tolgo gli stivaletti col tacco e li allineo insieme alle altre scarpe, nella scarpiera dietro la porta, per poi appendere il cappotto dietro lo schienale della sedia.

Sorrido vedendo Snowflakes, il mio gatto bianco, acciambellato sopra il copriletto. A parte il musetto, che è beige, è completamente bianco e quando lo abbiamo trovato sembrava un piccolo fiocco di neve. Ora, dopo un anno, sembra più una palla di neve visto tutto quello che mangia.

«Ciao cucciolo» dico sedendomi accanto a lui e accarezzandogli il pelo soffice. Sembra un peluche e potrei seriamente accarezzarlo per tutto il tempo.

Lui alza la testa fissandomi coi suoi occhi verdissimi e allunga le zampe anteriori stiracchiandosi. Gli inizio a fare i grattini dietro all'orecchio, che adora, e in poco di gira e me lo ritrovo a pancia in su a fare le fusa.

«Ciccione» gli dico agitando una mano sopra la sua ciccia e procurandomi una sua occhiataccia.

«Mamma dice che dovete andare ad apparecchiare!» urla Filippo dal corridoio.

«E perché non ci vai tu invece di dirlo a noi?» Replica Lara, mia sorella maggiore.

«Perché io ho solo sette anni ed è compito vostro apparecchiare la tavola!»

Sbuffo, iniziando a cambiarmi e sostituendo i jeans scuri e il maglione verde con dei pantaloni della tuta nera e una maglia slabrata che uso per casa.

Nel frattempo Snow si è girato e ha iniziato a leccarsi la zampina per poi portarsela agli occhietti e pulirsi il visino. É bellissimo quando lo fa.

«Il dovere mi chiama» gli dico dandogli un'ultima accarezzata sulla testa e uscendo dalla stanza nello stesso istante di Lara.

Abbiamo la stanza praticamente di fronte, le porte leggermente sfalsate, e quando mi vede mi sorrise raggiante.

Io e mia sorella siamo due gocce d'acqua e ogni volta che andiamo in giro assieme ce lo fanno notare tutti. Abbiamo gli stessi capelli castani presi dalla mamma e gli occhi nocciola, anche se i miei sono leggermente più chiari dei suoi, come quelli di nostro padre.

Anche la nostra altezza è identica: circa un metro e sessantotto e certe persone ci scambiano anche per gemelle, anche se Lara ha cinque anni più di me.

«Ehi bellezza, com'è andata la partita?» chiede chiudendosi la porta alle spalle e facendo scivolare il cellulare nella tasca dei pantaloni.

«Bene, Filippo è stato bravissimo»

«E quella dopo? Mamma ha detto che sei rimasta per vedere un'altra partita con Rebecca»

Annuisco guardandomi dietro e vedendo Snow che mi segue come uno spettro. «Si, giocavano i '98, e me ne sono andata a metà quando c'è stata una rissa»

Lara si ferma a guardarmi con gli occhi sgranati. «Una rissa? Durante la partita?» chiede fra lo scettico e il divertito.

«Lunga storia» la faccio breve. Non ho voglia di pensare a Nicolò, a quello che è successo e che quando è venuto a sedersi accanto a Rebecca ho sentito il cuore sprofondarmi nel petto.

Solamente Noi -In PausaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora