Capitolo 3.
James aprì gli occhi poco dopo, Maximilian non si era accorto di niente. Solo quando si sentì avvolgere dalle braccia forti del detective sussultò, ma si rilassò subito dopo. James gli sussurrò all'orecchio: «Buon giorno, piccolo...» il ragazzo timidamente gli chiese: «James, da quanto sei sveglio?» il detective rispose sorridendo: «Da quando mi hai baciato...» Maximilian arrossì imbarazzato, non sapeva che lui avesse percepito quel suo tocco leggero così per uscire dall'intoppo riuscì a dire soltanto: «Io...» James sorridendo disse: «Va tutto bene, non preoccuparti...» la luce che entrava dalle persiane socchiuse creava un'atmosfera molto romantica, il silenzio della stanza non era fastidioso, anzi era molto rilassante per entrambi. Il detective gli chiese: «Max, posso baciarti?» il ragazzo rispose in un lieve sussurro: «Sì...» lentamente il detective si avvicinò al volto del ragazzo, ma fu proprio Maximilian ad eliminare tutte le distanze. Nessuno dei due si era accorto dell'entrata nella stanza di Jeremy, che era andato a comprare qualcosa da mangiare per tutti e tre, rimase in silenzio per non rovinare l'atmosfera e solo quando i due si separarono annunciò la sua presenza: «Buon giorno, ragazzi. Ho portato qualcosa da mangiare, spero abbiate fame» sorrideva allegro. Maximilian disse un po' imbarazzato: «Per quanto mi riguarda sto morendo di fame...» a quelle parole James sorrise divertito, era la prima volta da quando aveva lasciato l'ospedale che il ragazzo mostrava di aver fame, questo era un buon segno, voleva dire che ormai era entrato in fase di guarigione. Solo in quel momento Maximilian si ricordò della ferita di James e disse: «James, la ferita...» il detective sorrise e disse tranquillamente: «Adesso mangiamo, dopo ci penseremmo» Maximilian annuì, aveva paura che se non curata bene la ferita potesse infettarsi.
Dopo aver mangiato qualcosa, Maximilian medicò nuovamente la ferita di James, dopodiché presero la macchina appositamente modificata da Jeremy durante la notte e raggiunsero un luogo che il ragazzo non conosceva. James tranquillamente gli disse: «Maximilian, qui troveremmo la persona che ci creato dei documenti falsi. Ho già chiamato dei miei conoscenti all'FBI e lì ci hanno dato delle nuove identità. Adesso recupero i documenti falsi e ci allontaniamo da questo paese, fino a quando non avrò sistemato tutto quello che mi serve per eliminare le persone corrotte» Maximilian lo osservò preoccupato, James notandolo in quello stato e capendo la sua paura prese una delle pistole nella fondina e indeciso la diede al ragazzo per poi chiedergli: «Sai come si usa?» il ragazzo spaventato disse: «James, io...» il detective disse allora: «Tranquillo, voglio solo che tu sia al sicuro, non devi usarla per forza. Mi ci vorranno solo pochi minuti...» gli accarezzò il volto sorridendogli.
Maximilian prese un respiro profondo per calmarsi e disse: «Allora, è una Pratical VB41 Action Express. Dodici colpi, una Bernadelli... so come si usa. Carlos mi ha insegnato a usare ogni tipo di arma» James sorrise, Carlos era sempre stato previdente e se aveva addestrato il fratello nell'uso delle armi voleva dire che sapeva già cosa gli sarebbe successo. Sorridendo gli disse: «Torno subito, piccolo...» Maximilian annuì e osservò James scendere dalla macchina e entrare nell'edificio. Mentre il ragazzo lo aspettava il detective parlò con il falsario: «James, sei arrivato!» il detective sorrise rispondendo: «Ciao Sebastian, hai quello che ti ho chiesto?» il falsario rispose: «Certo. Eccoti i documenti, ho visto che sei in compagnia» il detective osservò i documenti per un attimo non poteva che esserne soddisfatto e disse: «Sì. I documenti sono perfetti. Non hai perso il tuo tocco. Se avrò bisogno nuovamente del tuo aiuto ti contatterò» fece per andarsene quando le parole di Sebastian lo bloccarono con la mano posata sulla maniglia della porta: «Quando è il desiderio a spingere un uomo, niente lo può fermare. Neanche la morte» perplesso si voltò a guardare l'uomo chiedendogli: «Scusami, cosa vuoi dire?» Sebastian sorrise e rispose: «Semplice, James. Se sei disposto a tutto pur di proteggere quella persona, anche a morire. Allora fallo senza esitare e fallo senza ripensamenti, così potrai proteggere chi per te è importante» il detective sorrise e lasciò la casa del falsario. La frase di Sebastian gli ronzava ancora in testa, era strano certo aveva salvato la sua vita diverse volte, eppure, non immaginava che potesse ricevere proprio da lui una frase del genere e si chiese: Forse è laureato in psicologia? Come diavolo è finito a fare il falsario? Un giorno glielo chiederò per ora ho altro a cui pensare.
Tornato da Maximilian, salì in macchina si avvicinò al volto del ragazzo baciandolo con dolcezza per poi dirgli: «Scusa l'attesa, piccolo. Adesso andiamo via da qui...» detto questo mise in moto la macchina e partì a tutta velocità.
Uscirono velocemente dalla città, aveva intenzione di prendere un volo per un altro paese, ma le ferite del ragazzo erano ancora troppo instabili per permettergli altri sforzi. Così presero alloggiò in un hotel e restarono lì per la cena, ma soprattutto per medicare la ferita sulla spalla del detective.
STAI LEGGENDO
W. P. P. Witness Protection Program
Short StoryEra una notte buia e tempestosa, Carlos Emery Maxwell, sulla sua macchina, stava tornando a casa assieme al fratello quando all'improvviso un uomo incappucciato si presentò davanti a loro, piazzandosi in mezzo alla strada, con in mano una pistola se...