Prologo

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Prologo

Jacob Winchester era un ragazzo normale, non si reputava bello nonostante avesse i capelli biondi, gli occhi azzurri e un fisico asciutto e muscoloso. Tutte le ragazze della sua scuola in Inghilterra lo ammiravano e avevano fondato anche un suo fan club. La cosa, però, non gli importava più di tanto, a lui non interessavano le ragazze.

Sapeva, infatti, fin dall'età di quattordici anni che era più interessato al fisico degli altri ragazzi che a quello delle ragazze; la sua vita, però, era cambiata quando per colpa di una ragazza, la sua migliore amica dall'infanzia, nella sua scuola tutti quanti vengono a conoscenza della sua omosessualità.

La ragazza in questione era innamorata di lui , ma dopo esser stata rifiutata gentilmente, aveva rivelato a tutta la scuola la sua omosessualità e nonostante dicessero che l'Inghilterra era di mentalità aperta, non era per niente vero.

Certo, la ragazza, non aveva mentito, ma non aveva pensato alle conseguenze: Jacob si mostrava sicuro di sé con gli altri, ma questo non gli impediva di soffrire per le parole pesanti che i compagni di classe e della scuola, che nemmeno lo conoscevano gli dicevano quando lo vedevano.

Da quel momento per cancellare il dolore che portava dentro, iniziò a ferirsi, fino a quando il giorno del suo compleanno durante una festa organizzata a sorpresa dai suoi genitori per le prese in giro, che nemmeno in quell'occasione si erano fermate, davanti a tutti i presenti impugnò un coltello e disse attirando ancor di più la loro attenzione: «Vi divertite tanto a offendermi con le vostre parole senza nemmeno conoscermi, vi siete limitati alle apparenze. Sono bastate, però, le parole di quella che consideravo come una sorella a far esplodere questo. Solo perché non riesco a vederla come la mia ragazza, tranquilli festeggiate allegramente, mi tolgo dalle palle...» detto questo con un gesto secco affondò la lama del coltello nella carne del polso facendo esplodere in un getto di sangue le vene che lo percorrevano.

Quella che era sua amica o almeno credeva lo fosse e si era fidato di lei tanto da confidarle il suo segreto si avvicinò, ma lui non era della stessa idea e disse minaccioso: «Se ti avvicini a me, giuro sull'inferno che mi hai fatto passare che tu non ne uscirai viva...» la sua voce era calma tranquilla, ma non per questo meno minacciosa, il dolore che aveva dentro come sempre era sparito sostituito da quello della ferita al polso, aveva vinto su di esso e questo era quello che contava al momento.

I genitori del ragazzo non sentendo rumore e voci entrarono nella stanza, erano usciti solo un attimo, ma quando videro Jacob con il polso tagliato, corsero da lui. Il padre gli prese l'oggetto dalle mani o per meglio dire il ragazzo glielo diede di sua spontanea volontà, mentre la madre infermiera bloccava la perdita di sangue fasciandola stretta per poi dire al marito: «Questa volta ha affondato sul serio per farla finita...» fece alzare il figlio dalla sedia e sorreggendolo lo condusse fino all'auto parcheggiata sul vialetto di casa.

Dopo averlo fatto salire sul mezzo, mise in moto l'auto.

La ragazza fece per seguirla e andare con loro, ma il padre del ragazzo disse freddamente: «Alice, dove pensi di andare? Hai già fatto abbastanza danni non credi?» la ragazza rispose o almeno ci provò: «Io non ho...» l'uomo si mise seduto sulla stessa sedia dove prima c'era il figlio, il sangue che aveva perso il ragazzo era ancora lì e disse: «Certo non hai fatto niente. Lui ti considerava una sorella. Ti ha detto gentilmente che non poteva ricambiare i tuoi sentimenti perché per lui eri solo questo e tu come l'hai ringraziato? Rivelando a tutti la sua omosessualità, se l'aveva detto solo a te, aveva i suoi buoni motivi. Dovresti essertene fatta un'idea a questo punto o mi sbaglio?» la ragazza rimase in silenzio come tutti gli altri presenti nella sala e continuò il suo discorso, in fin dei conti volevano saperne di più su Jacob: «Jacob, può mostrarsi sicuro di sé con tutti voi, ma non lo è mai stato veramente. Ogni giorno ha vissuto nel terrore che saltasse fuori la sua omosessualità, aveva deciso di fare un passo alla volta e rivelare la cosa lentamente, ma grazie alla tua immensa stupidita di oca giuliva...» la ragazza lo guardò furibonda pensando: Come si permette a darmi dell'oca giuliva?

Estrella del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora