Capitolo 3.
Quel pomeriggio al termine delle lezioni Jacob tornò a casa con Claudia e Matias, che guarda caso abitava proprio di fianco a casa sua.
Non sapeva se quella era una coincidenza o meno, ma gli faceva piacere.
Non sapeva, nemmeno cosa il destino avesse in serbo per lui, ma una cosa la sapeva se poteva fidarsi dei due ragazzi la sua vita sarebbe di certo migliorata moltissimo.
Appena varcò la soglia di casa, sfinito, si appoggiò alla porta d'ingresso lasciandosi scivolare fino a terra.
Le lacrime iniziarono a bagnargli il volto senza che potesse fermarle, si sentiva stranamente immerso nella solitudine più totale.
Quando, però, il campanello suonò sussultò, non si era nemmeno accorto che i genitori lo stavano guardando. A volto basso si alzò e aprì la porta di casa, trovandosi poco dopo stretto tra due forti braccia.
La cosa lo sorprese moltissimo e alzò lo sguardo trovandosi davanti Mattias domandandogli in un lieve sussurro: «Cosa?» il ragazzo gli sorrise sussurrandogli: «Se stai male per qualcosa e vuoi parlare, io ti ascolto...» per un attimo solo Jacob restò in silenzio: «Posso parlarti di tutto?»
«Di tutto quello che vuoi...» disse lui sorridendogli e asciugandogli con un gesto della mano le lacrime: «Mi dai un attimo il tuo telefono?» il ragazzo prese l'oggetto dalla tasca del pantalone: «Certo, ma a cosa...»
Non ebbe il tempo di finire la frase che Matias aveva già digitato il suo numero nel suo telefono poi fece uno squillo al suo e si salvò il numero di Jacob sorridendo disse: «Adesso hai il mio numero ed io il tuo. Non farti problemi a chiamarmi o a mandarmi un messaggio se hai bisogno di qualsiasi cosa» fece per andarsene, ma poi si voltò di nuovo a guardarlo: «Non piangere perché le lacrime non ti donano» un alone rosato colorò il volto del ragazzo che si limitò ad annuire essendo rimasto a corto di parole.
Quel ragazzo lo faceva sentire davvero molto strano e non se ne spiegava il motivo.
Quando Matias rientrò a casa sua, si chiuse la porta alle spalle, ripensando alla strana sensazione di sicurezza e protezione che gli aveva dato quell'abbraccio; una domanda sorse spontanea dal suo cuore: Si può dimenticare con un solo abbraccio un amore non ricambiato per tanti anni?
Il suo cuore iniziò a battere forte mentre un alone rosato gli colorava di nuovo il volto ripensando al sorriso di Matias e al suo abbraccio che l'aveva colto impreparato.
La madre gli si avvicinò scompigliandogli i capelli gli chiese: «Jake, tutto bene? Chi era quel ragazzo?»
«Lui è Matias, un mio compagno di classe, abita di fianco a casa nostra» disse lui sorridendo, la donna rimase sorpresa finalmente dopo tanto tempo rivedeva il volto del figlio brillare illuminato da un sorriso nato dal cuore: «La prossima volta lo devi invitare a pranzo»
Jacob la guardò sorpreso per un attimo: «Ecco, lo conosco da poco...»
«Vedrai che nonostante tutto un invito da te lo accetterà volentieri» ne era certa, aveva notato qualcosa nello sguardo del ragazzo quando aveva abbracciato Jacob, era come se fosse rimasto ferito dalla vista delle sue lacrime.
Quindi anche se al momento il figlio era scettico sulle sue parole, prima o poi l'avrebbe capito anche lui.
Avrebbe trovato in quel modo la risposta anche alle strane sensazioni che gli avevano percorso il corpo.
Jacob decise di andare in camera sua, aperta la finestra della sua stanza, recuperò il blocco da disegno e si mise seduto sul letto.
Sfogliò il blocco fino a raggiungere una pagina bianca e iniziò a disegnare, sussultò, però, quando un messaggio arrivò al suo cellulare, perplesso posò la matita e prese l'oggetto premendo il tasto per aprire l'SMS appena arrivato.
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Estrella del destino
RomanceJacob Winchester era un ragazzo normale, non si reputava bello nonostante avesse i capelli biondi, gli occhi azzurri e un fisico asciutto e muscoloso. Tutte le ragazze della sua scuola in Inghilterra lo ammiravano e avevano fondato anche un suo fan...