Miller impugna il mandato, sorride e pensa: "Quello stronzo avrà quel che si merita!"
È orgoglioso di essere riuscito a trovare così velocemente l'assassino. A fianco a lui Monscow dà un'occhiata al foglietto che ha in mano il capo. Sorride anche lui e guarda la squadra. Cinque secondi dopo Miller proclama a tutti ciò che c'è scritto nel mandato: dà loro la possibilità di perquisire la casa di Deper da cima a fondo. Partono tutti. A sirene spiegate e alla maggiore velocità che è a loro consentita dalla legge, che devono rispettare per primi per dare l'esempio. In cinque minuti sono dietro la macchina di Deper. È Monscow a riconoscerla. L'aveva notata quando era andato a casa del sospettato. È una berlina rosso sangue, anche per questo l'aveva colpito e non se ne sarebbe mai dimenticato. Anche la macchina concorreva al sostenimento della colpevolezza di Deper. A quel pensiero Monscow sorride. Forse era con quella macchina che il padre della vittima aveva viaggiato per andare da sua figlia. Quell'idea invece lo fa rabbrividire. Miller suona il clacson e la macchina di Deper si sposta automaticamente per far passare la volante. Deper guarda dal sedile del guidatore l'auto della polizia che gli si sta affiancando. Impallidisce e distoglie subito lo sguardo. I poliziotti, che sono stati avvisati da Monscow di chi c'è nella macchina a fianco, sorridono tutti e a qualcuno scappa una risata di scherno. Se fosse stato Sheun a guidare la volante sicuramente avrebbe accelerato e cercato di seminare Deper per fare il figo. Ma è Miller al volante e non gli interessa sembrare più cool del sospettato, ciò che lo preoccupa maggiormente è riuscire a mettere in carcere il colpevole.
Così arrivano tutti quanti alla casa di Deper. Il capo della polizia bussa alla porta. Nessuno apre. Riprova. Ancora nulla. Alla terza prova finalmente si sentono dei rumori provenire dall'interno della villetta. Pochi minuti dopo la porta viene aperta. Uno spiraglio mostra il viso di una donna dai capelli castani chiari. Monscow e Sheun la riconoscono. Il primo dei due fa un passo avanti perché è come preso dal viso chiaro, quasi pallido al cui centro fanno capolino due occhi verdi scuri, mentre li guarda si incanta trovando che non sono solo verdi, ma anche blu notte, quasi quel colore che è tipico degli abissi marini. Viene disincantato da un commento di Sheun che allude alla vestaglia della signora Deper che è leggermente aperta sul seno. Larsson gli dà una gomitata, allora a Sheun scappa un sorriso. Lancaster lo guarda malissimo, se i suoi occhi potesse fulminare la gente, Sheun sarebbe già un mucchietto di cenere che vola via. Perciò quest'ultimo si impettisce.
Il dolore si trasmette dagli occhi della donna al cervello di tutti i presenti. Miller apre la bocca e ne esce una voce flebile e il più dolce possibile, cerca di non essere duro.
"Signora Deper..."
"Mi chiami Angelina" dice soavemente la donna, ma con una punta di sofferenza nella voce.
"Ho qui un mandato per perquisire la casa" Miller mentre parla alza il foglio che ha in mano in modo che Angelina possa vederlo chiaramente.
"Ehm, potete entrare certo, ma perché vi serve un mandato, cioé bastava chiedermi di farvi entrare"
La sua voce trema leggermente mentre una lacrima le solca piano piano il viso liscio.
"Suo marito non era così d'accordo nel farci entrare" interviene Lancaster un po' bruscamente, così tutti lo guardano di traverso, anche Sheun.
"Ehm, non mi ha mai parlato di una vostra visita che sia durata di più di pochi minuti"
"Allora mi sa che suo marito le ha mentito come ha fatto con noi" dice il più dolcemente possibile Miller. Angelina li guarda a uno a uno e apre completamente la porta. Sembra leggermente turbata da ciò che le è stato appena detto. Richiude la porta e i poliziotti iniziano a perlustrare la casa. Miller chiede alla donna se possono spegnere le luci, lei alza un sopracciglio come se stesse chiedendo il perché di ciò che gli è stato appena domandato e il capo della polizia dice che in quel modo possono usare un 'attrezzo' per vedere se ci sono tracce di sangue. Angelina impallidisce e capisce che i poliziotti pensano che lei o suo marito o entrambi siano colpevoli di aver ucciso Leslie. Rimane muta perché non riesce a parlare così annuisce con la testa. Allora Lancaster spegne la luce ed estrae dalla borsa che si è portato a dietro quella che sembra una lampada che emana una luce viola-blu. Gli sbirri si guardano intorno, ma il luminol non evidenzia nessuna traccia di sangue. Il primo a entrare in bagno è Lancaster che indica una zona illuminata dalla lampada e decide di guardare bene attorno a quella parte e per tutta la toilette. Ma non trova altri segni e dice a bassa voce: "Queste non possono essere macchie di sangue dovute a un omicidio sono troppo piccole, poche e ravvicinate"
Il suo disappunto si può quasi toccare. Intanto i suoi compagni di squadra perlustrano tutto il resto della casa. Poi si riuniscono in sala dove è seduta Angelica che trema leggermente. Forse suo marito aveva ragione a dire che è una persona fragile o forse è più giusto pensare che lei sia spaventata e allo stesso sia stata inglobata in una sfera di eventi troppo velocemente e che quindi si sente come un'outsider, infatti probabilmente è sconvolta da tutto quanto sta succedendo intorno a lei e allo stesso tempo si sente travolta come qualsiasi persona si sentirebbe se fosse al suo posto. Al massimo si può dire che è una persona molto sensibile. Probabilmente si sente anche a disagio avendo davanti agli occhi tutti quei poliziotti che sembrano venuti in casa sua solo per accusarla. Non la stanno ritenendo colpevole di un qualsiasi crimine, ma di aver ucciso sua figlia. E ciò aggrava ancora di più la situazione che era già in bilico.
In quel momento suonano alla porta e Angelica apre. Il signor Deper entra e si trova davanti i poliziotti, ma non rimane affatto sorpreso. Se lo aspettava. Il suo sguardo è annoiato. Quando Miller fa segno di aprire la bocca, il viso di Deper si oscura: si sta chiedendo se la polizia ha trovato qualcosa a suo carico, poi si ritranquillizza perché se così fosse lo avrebbero già arrestato. A questo punto Miller parla e Deper intuisce già che cosa sta per dire: "Signor Deper buongiorno, se si sta chiedendo perché siamo qui, la risposta è facile: per ispezionare la casa. Se si sta domandando se abbiamo trovato qualcosa di incriminante, la risposta è no. Ma sequestriamo questi coltelli..." e prende in mano un set di coltelli da cucina "...per analizzarli e accertarci che siano o non siano compatibili con le ferite trovate sul corpo della vittima. È tutto più chiaro ora?" Il capo della polizia non lascia a Deper il tempo di rispondere che continua a parlare: "Signora Deper, ci scusi per l'intrusione effettuata così senza preavviso, ma la giustizia non aspetta. Arrivederla"
Tutti quanti salutano con cortesia e se ne vanno dalla casa. Rimangono al suo interno solo Angelica ed Evan. La donna lo guarda a lungo, lui non sa se quello è uno sguardo arrabbiato, triste, sconsolato o soldato deluso. Sa che se dovesse risultare colpevole, Angelica non si fiderebbe più di lui ed Evan non la vuole perdere.I poliziotti tornano alla centrale e portano i vari tipi di coltelli al medico legale e alla scientifica per verificare se siano compatibili. Gli scienziati forensi che ricevono le prove dicono a Miller che potranno ricevere i risultati delle analisi solo tra una settimana perché c'è una lista di prove da esaminare molto lunga. Allora il capo della polizia chiede al medico legale di dargli qualche delucidazione che gli possa servire per escludere almeno parte dei coltelli che erano stati presi da casa Deper. Il signor Chris Stewart, medico legale del dipartimento di polizia, esclude subito i coltelli a lama corta o media, mentre quelli a lama lunga e liscia vengono inclusi tra le prove effettivamente da esaminare. Questi però non saranno da annoverare tra le armi che sono servite a uccidere la signorina Deper, ma per deturpare il suo corpo dopo che gli era stato inferto il colpo fatale, del quale non si conosce ancora la natura poiché non si sa che cosa abbia ucciso la vittima.
A volta sono veramente inefficienti gli scienziati forensi, poveri Miller & company che non potranno conoscere subito i risultati. Eh eh!
Alla prossimaaaa

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L'ultima Vittima
Bí ẩn / Giật gânUna serie di delitti sconvolge un piccolo quartiere della grande New York. Ogni omicidio sembra scollegato dall'altro e questo crea non poca confusione nei poliziotti che cercano di far luce sulla faccenda. Ma un piccolo indizio, che solo all'invest...