Racconti da Thessalon

Battaglia nella neve

"Metto la mia vita nelle mani del mio signore. Consacro la mia lama a Dio e all'Arcangelo Kronin, affinché la guidino contro i nemici degli uomini. Ogni goccia di sangue che verserò sarà in loro onore. Non avrò pace finché gli ingiusti, i traditori, gli eretici e i mostri schiavi dei falsi dèi avranno respiro. Con la mia vita e la mia lama purificherò questa terra dal male. Lo giuro."

Giuramento dei cavalieri del Principato di Tyndalos

All'estremo Nord di Thessalon, oltre i più remoti confini della civiltà, si stendevano le terre sterili e gelate abitate dalle tribù di eretici. Si trattava di comunità di esseri che un tempo erano stati uomini, ormai corrotti da secoli di venerazione di quelli che i maghi chiamavano "falsi dèi", il cui culto incitava alla violenza, all'incontrollato appagamento di ogni istinto e ad altre barbarie molto lontane dall'ideale di società ordinata che l'Alto Consiglio cercava di plasmare.

Come se non bastasse, le regioni artiche del continente erano popolate anche da creature mostruose e abomini deformi e selvaggi, esseri le cui origini affondavano le radici nel remoto passato di Thessalon, quando la magia era ancora un potere caotico, capace di produrre aberranti e incontrollabili distorsioni della realtà. Anche questi mostri erano diventati servitori dei falsi dèi, oppure erano proprio alcuni di loro ad essere venerati dagli eretici. L'origine di quel culto deviato non era ancora del tutto certa.

Certo era invece il fatto che rappresentasse una minaccia: periodicamente, e negli ultimi anni sempre più di frequente, le orde barbare lanciavano violente offensive con lo scopo di poter dilagare verso il Sud del continente e spargere morte e distruzione per compiacere i loro signori.

Nonostante le loro rivalità, tutte le nazioni di Thessalon si erano trovate d'accordo sulla necessità di creare un fronte comune contro quella minaccia. Gli sforzi congiunti di tutte le potenze militari del continente avevano dato vita alla linea di difesa settentrionale, un vasto e organizzato apparato bellico che si stendeva lungo tutti i confini a Nord dell'impero di Zavastra e del Principato di Tyndalos, le nazioni che davano anche il contributo maggiore allo sforzo per respingere l'avanzata dei barbari. Le loro truppe ricevevano rinforzi e macchine da guerra da tutte le altre potenze, e questo assicurava che il mondo civilizzato non cadesse nell'anarchia.

Fra tutti gli stati, il Principato di Tyndalos era quello che dava più importanza alla lotta contro le forze del male. Nel suo esercito, soldati e cavalieri venivano addestrati fin da giovani con uno scopo preciso: massacrare gli orrori che venivano dal Nord. La popolazione Tyndal aveva un animo nobile e guerriero, e considerava suo compito difendere le altre nazioni, con coraggio e abnegazione. Era uno dei pochi regni in cui, nonostante l'industrializzazione che aveva ormai cambiato profondamente il continente, gli ideali di cavalleria avevano ancora una così grande importanza.

***

La pioggia di fuoco dell'artiglieria Vahlen era continuata incessantemente per quasi due ore, e non sembrava intenzionata a fermarsi.

Valris e Durman, cavalieri di Tyndalos, al riparo insieme a centinaia di commilitoni in una profonda trincea, assistevano al pesante bombardamento: i loro rinforzi Vahlen avevano piazzato i loro cannoni alcune centinaia di metri più indietro della loro linea, e avevano cominciato a martellare con insistenza la fitta e innevata foresta di abeti da cui aspettavano l'attacco degli eretici.

-Comincio a pensare che si siano scordati di venire- urlò Durman, per farsi sentire sopra al rimbombo delle cannonate.

-Impossibile- gli rispose Valris. -Gli esploratori che hanno avvistato quel ciclope stamattina hanno detto chiaramente che si stava dirigendo qui. Quei barbari non rinuncerebbero certo a un'occasione così ghiotta per provare a sfondare le linee-.