Cuore nerd

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Come ogni mattina entrai in quell'edificio scadente, già annoiato a morte. Non ero assolutamente il classico secchione nerd, ma non ero nemmeno il bulletto idiota che non sapeva fare 2+2. Ero una via di mezzo.


"Eri il capitano della squadra di basket!"


"Non interrompermi." Incrocio le braccia al petto. Lei sbuffa, ma annuisce. "Allora.. riprendiamo."


Lunedì mattina, ciò significava 3 ore consecutive di letteratura inglese.

"Ehi capitano!" Mi girai e vidi Boyd.
"Ehi.." 
"Stamattina sono tutti in fermento.. chissà qual è la novità." Ridacchiò, mentre io annuì disinteressato. Continuammo camminare, quando una chioma bionda si unì a noi.

"Buongiorno ragazzi! Avete visto che agitazione?" Boyd fece passare un braccio attorno alle spalle della sua ragazza.

"Già, chissà perché.."

"Secondo me qualcuno dell'ultimo anno ha preso di mira, di nuovo, quello sfigato quattr'occhi del primo." Sorrise Erika.

"Mh." Non mi interessava.

"Andiamo Derbear, non fare quel musone!" Mi riprende lei.

"Non mi interessa Erika." La ragazza sbuffò.

"Comunque, io dico che dobbiamo controllare."

"Perché?" Alzai un sopracciglio.

"Perché siamo quelli che hanno maggior influenza in questa scuola." Si ravvivò i capelli. Alzai anche l'altro sopracciglio.

"Quale parte della frase: 'non mi interessa' non hai compreso?"

"Andiamo, non litigate di prima mattina voi due. E, amore, il tuo armadietto non è qui?" Disse fermandosi.

"Si, mi aspetti?" Chiese facendo gli occhioni.

"Certo." Boyd sorrise e io sbuffai internamente, per poi proseguire verso il mio armadietto. Passai davanti ad un gruppetto di ragazzini del secondo anno, che indicavano cose sui loro telefonini e parlavano tra di loro velocemente. Roteai gli occhi e continuai a camminare, ma 50 metri neanche più avanti un altro gruppetto di ragazzi stava facendo esattamente la stessa cosa. E anche quelli più avanti, e quelli più avanti e così via. Aggrottai le sopracciglia: che avevano tutti da raccontarsi con tanto ardore alle 8 di lunedì mattina? Arrivai al mio armadietto e lo aprii. Iniziai a fare il cambio dei libri, quando le risate si fecero più alte; spostai il mio sguardo e vidi che Stiles Stilinski stava passando per quel corridoio e tutte le persone, che fino a quel momento stavano parlando si zittirono. Che diavolo stava succedendo? Guardai la scena e mi preparai al peggio: Stiles Stilinski che, come ogni mattina, mi dava il buongiorno. Chiusi lentamente l'armadietto e non mi finsi nemmeno impegnato, non avrebbe funzionato, ma quando passò affianco a me non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Lo guardai arrivare al suo armadietto, aprirlo e chiuderlo, per poi svoltare l'angolo. Questo si che era strano. Stiles Stilinski era sulla bocca di tutti, cosa strana per uno sfigato come lui; Stiles Stilinski non lo aveva degnato di uno sguardo, cosa molto, ma molto strana; Stiles Stilinski era da solo, anche questo era molto strano. Dov'erano Scott McCall, Lydia Martin, Allison Argent, Liam Dunbar e Malia Hale? Scrollai le spalle e decisi che non mi interessava, come sempre, e andai in classe, dove ci passai il resto della mattinata.


"Odio quando le persone additano altre persone."

"Diciamo che era un evento abbastanza particolare, insomma non era successo nulla di grave, ma Stiles era.. ecco.. uno sfigato." Mi passo una mano tra i capelli. "Nessuno parlava di lui se non per screditarlo o prenderlo in giro. Sai no, quando il bulletto di turno vede lo sfigato per i corridoi ed inizia ad urlare insulti.."

Vietato Morire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora