ATTENZIONE: IN QUESTO CAPITOLO SARANNO PRESENTI CITAZIONI ALL'AUTOLESIONISMO, STUPRO E SUICIDIO. LINGUAGGIO VOLGARE. Avverto sempre💖
"Papà?"
"Si, Zoe.." La guardo.
"Ti.. ti va di proseguire col racconto?"
Deglutisco il pezzo di pizza, che improvvisamente sembra diventato sabbia.
"O-okay" Mi schiarisco la gola. "Dopo lo sfogo in camera sua.. Stiles.. lui era diventato strano, sempre silenzioso, pallido e spento. Tutti vedevamo che c'era qualcosa che non andava, ma non sapevamo come fare. Avevamo già parlato con i professori, lo psicologo della scuola e il preside, ma nessuno di loro sapeva cosa fare. Lo psicologo ci consigliò perfino di metterlo in una clinica perché secondo lui era anoressico. Quanto era lontano dalla verità. Era ormai passato un anno e mezzo dalla pubblicazione dei video e un anno dal nostro fidanzamento. Non mi sono mai pentito di essermi messo con lui, ho imparato ad amarlo con calma e non potevo chiedere relazione migliore. Mi sono diplomato quell'estate e decisi di prendermi un anno sabbatico. Non ero pronto a scegliere cosa volevo fare e in quel momento la mia priorità era stare vicino a Stiles. Così decisi di lavorare da Eva, al bar. Sapevo di aver fatto una buona scelta: mettevo via un po' di soldi e mi godevo la mia relazione." Sospiro e mi passo le mani tra i capelli. "Ma non sapevamo comunque come fare. Stiles con me era Stiles.. ma si vedeva che stava male. Parlarne con lo sceriffo era fuori discussione, anche se era l'unica nostra chance rimasta. Non lo abbiamo fatto e, forse, è stato il più grosso sbaglio della mia vita."
Passo le mie giornate a fare azioni quotidiane. Non mi interessa assolutamente di niente. Voglio solo che le giornate passino. Ma sono così lente. Sospiro e giro la pagina del libro di chimica. Il professor Harris sta spiegando un argomento che sicuramente ci sarà nel test di domani, ma.. guarda un po', non mi interessa. Scott continua a fissarmi, che strazio lui e la sua faccia da cucciolo. Giro lo sguardo annoiato e lo guardo a mia volta. Non dice nulla, così alzo un sopracciglio. Niente. Sbuffo e torno a sfogliare il mio libro.
"Signor Stilinski può ripetere ciò che ho detto?"
"No." Borbotto.
"Come, prego?"
"Ho detto no. Non l'ho ascoltata, quindi non posso ripetere ciò che ha detto, perché non lo so."
"Punizione, signor Stilinski. Non puoi permetterti di rispondermi così, non mi interessa della tua situazione.."
"La mia cosa?" Alzo lo sguardo su di lui e poi lo sposto su Scott. Non ci posso credere, ne hanno davvero parlato con i professori. "Non ho nessuna situazione, professore, e ho solo risposto alla sua domanda."
"Ne parleremo dopo."
"No. No, non ne parleremo dopo. Io non verrò a scontare la punizione, perché è solo un pretesto per farmi una lavata di capo, ma non ne ho bisogno. Non ho bisogno di niente e nessuno." Faccio su la mia roba ed esco dalla classe.
Come diavolo hanno potuto? Mi hanno pugnalato alle spalle! Parlarne con i professori! Tks. Ci manca solo che ne parlino con mio padre e poi hanno fatto bingo. Esco da scuola e chiamo Derek.
"Mi chiamò un giorno. Era il mio giorno libero ed erano solo le 10:30 di mattina. Mi preoccupai, insomma, doveva essere a lezione a quell'ora. Subito pensai che gli avessero fatto qualcosa e quando mi chiese di venire a casa mia, la mia preoccupazione si alzò anche di più."
"Ehi, amore.." Stiles entrò in casa senza dire nulla e buttò lo zaino sul divano. Aggrottai le sopracciglia. "Che.."
"Perchè cazzo ne avete parlato con i professori? Di cosa poi? Mh? Cosa siete andati a dire? Che sono malato? Anoressico? Depresso? Autolesionista? Cosa cazzo gli avete detto? Eh? Dimmelo Derek! Io mi fidavo!" Iniziò ad urlare, piangere e spingermi.
"Stiles.. Stiles noi.."
"Voi un cazzo! Voi non sapete niente.."
"Perchè tu non ci dici niente! Come possiamo aiutarti, eh?"
"NON HO BISOGNO DI AIUTO!" Mi spinse contro la porta e mi guardò con il fiatone. Era così sconvolto. Non era lo Stiles che tutti conoscevano. Non lo era più. Quella era solo una brutta copia. Si portò le mani tra i capelli e iniziò a girare per il salotto. "Non bisogno di nessun aiuto. Sai perché? Perché io non sto male. Io sto benissimo Derek." Stirò un sorriso e sentii il cuore dolere. Com'era potuto succedere? Come poteva una persona ridursi così?
"Stiles.. lo puoi dire a me.. io non.."
"Tu cosa? Non lo dirai a nessuno? Cazzate. Non mi fido di nessuno, Derek. Mi avete teso un colpo così basso. Il professor Harris ha usato un pretesto troppo infantile per mettermi in punizione e sai perché? Solo perché voleva farmi il discorsetto." Rise. "Come se potesse cambiare qualcosa. La mia vita è andata a puttane Derek. È questo che volete sentire? Mh? Volete sentire quanto io mi senta morto dentro?" Si sedette sul divano e cautamente mi avvicinai.
"Amore.." Mi sedetti anch'io sul divano e gli presi le mani. "Se tu.. se tu ti aprissi almeno con me, i ragazzi non avrebbero bisogno di chiedere aiuto ad esterni. Non sanno più cosa fare e non ce la fanno più a vederti così."
"Passerà. Scusate se sono egoista e non ho pensato ai vostri sentimenti."
"Stiamo male per te, amore. Ti vogliamo bene ed è inevitabile, non sei egoista. Ma ti farebbe bene parlarne con almeno uno di noi. Nessuno deciderà per te, ma per favore pensaci."
"E' difficile, io.." Sospirò. "Io ho dei pensieri che.. che farebbero accapponare la pelle a tutti." Lo abbracciai, incapace di dire qualsiasi cosa.
"Se avessi saputo che sarebbe stato uno degli ultimi abbracci, lo avrei stretto ancora più forte. Anche se non sarebbe mai stato abbastanza."
Sono sdraiato sul letto e guardo il soffitto. Sono così fortuitamente appagato. Normalmente quelli della mia età stanno così dopo un bel 5 contro 1, io invece sto così dopo essermi scorticato le braccia. Alzo le spalle. Vabbè a ognuno il suo. Mi alzo e pulisco tutto, prima che arrivi a casa mio padre. Mi sto per rimettere a letto, quando sento suonare al citofono. Aggotto le sopracciglia e vado di sotto. Apro la porta.
"Si?"
"Sei tu Stiles Stilinski?"
"Perchè?" Guardo il ragazzo sulla soglia della porta iniziando a sentire l'ansia salire.
"La mia ragazza mi ha scaricato e beh.. avevo voglia e i miei amici mi hanno consigliato di venire qui e chiedere di te. Allora mi fai entrare?" Deglutisco e stringo il pomello della porta.
"No e vattene."
"Oh, andiamo. Vedrai che ti piacerà."
"Ho detto.."
"Stiles? Tutto bene?" Il ragazzo si gira e lo vedo sbarrare gli occhi.
"Oh porca.. tu.. tu sei il figlio dello sceriffo?" Mio padre si avvicina e alza un sopracciglio.
"Qualche problema?"
"N-no, signore. Stiles.. lui mi ha dato una mano con dei compiti, io.. io me ne stavo andando. Buona serata." E scappa via. Codardo. Bugiardo. Schifoso.
"Stiles?"
"Si papà, tutto bene. Sono stanco, vado a letto." Corro di sopra e mi chiudo in camera. Inizio a buttare tutto per aria, inizio a piangere e mi faccio male con qualcosa, non so nemmeno con cosa. Odio tutto. Odio tutti. Mi fa schifo tutto. Fanculo. Mi fermo, mi appoggio alla porta e scivolo a terra. Le lacrime non smettono di scendere. Inizio perfino a singhiozzare. Prendo il telefono e chiamo Derek.
"Pronto?"
"Voglio morire."
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Diventa sempre più difficile scriverli, ma sto cercando di aggiornare il più spesso possibile.
Se vi va, cliccate sulla stellina.
Baci stellari💝
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Vietato Morire.
Teen Fiction"Papà?" "Si, piccola?" "Perché non ho una mamma?" Derek sobbalza, preso in contropiede. "E' una cosa un po' complicata, te lo spiegherò quando sarai grande." "Ma io sono grande! Ho.." Zoe apre le manine per contare esattamente i suoi anni. "Hai 7 an...