Cap6

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Eccomi con un nuovo capitolo che in realtà sarebbe anche il terzultimo quindi spero che gradirete :) intanto vi ringrazio per i commenti e i voti che mi avete lasciato sullo scorso nonché le numerose letture...sono felice che questa storia sia piaciuta e spero lo sarà anche il finale....per questo capitolo ho trovato un po' di tempo per fare un disegno in digitale....i prossimi due però saranno in tradizionale gomen XD il tempo è quello che è...BUONA LETTURA


Quella notte Gowasu tornò a parlare ad Elery sotto all'albero di ciliegio in cui entrambi stavano sorseggiando del tè. La ragazza aveva appena finito di raccontargli tutto.
"Capisco..."
"Apprezzo molto la compagnia di Zamasu, ma... non so se potrò farcela: ormai restano solo tre giorni..."
"Vedremo: mai disperare, figliola!"
L'anziano Kaioshin tornò a bere il suo tè non notando alcun timore nello sguardo della ragazza.
"Sommo Gowasu, io... anche se non riuscirò nel mio intento volevo ringraziarla per ciò che mi ha permesso di fare..."
Elery si alzò in piedi e chinò il capo. "Ecco... non so come spiegarlo... ma sento come se Zamasu avesse risvegliato in me una nuova speranza. Grazie a lui ho scoperto dei lati di me che non conoscevo e fatto nuove amicizie! Questo è anche merito vostro!"
"Ti sbagli, giovane Elery: sono io che devo ringraziarti!" rispose Gowasu. "Stai mettendo a disposizione la tua stessa vita per uno scopo che io stesso mi sono fissato nella mente... e spero potrai perdonarmi per questo mio gesto egoistico! Zamasu è stato un mio fallimento... e, se non cambierà idea, ti libererò dal potere di quel potara e lui tornerà a risiedere in eterno nell'oscurità."
"Co... cosa? No... la prego!"
L'anziano Kaioshin chiuse gli occhi. "Purtroppo non posso andar oltre a ciò che sto già facendo. Credo di aver violato fin troppe leggi del mondo degli esseri superiori... per quanto, stranamente, mi sia stato concesso! Il mio affetto per Zamasu ha avuto la meglio: inizialmente ero solo furioso e deluso dopo aver visto ciò che aveva causato nel futuro... poi dentro di me sono tornati i ricordi in cui era un giovane apprendista Kaioshin! Avrei dovuto mostrargli personalmente ciò che gli esseri viventi erano in grado di fare... persone come te, Elery, che continui ad avere una purezza unica per il tuo genere... Quasi me ne stupisco!"
"Ma io... sono una semplice terrestre! Come faccio a..."
"Nessun terrestre avrebbe accolto così a buon cuore la mia richiesta. È qualcosa di assurdo... e che solo in pochi avrebbero potuto comprendere!"
"... Non voglio che Zamasu torni ad assopirsi nell'oscurità... "
Gowasu la vide asciugarsi qualche lacrima: ormai era ovvio che ella si fosse affezionata al suo allievo... proprio come lui o forse in una forma diversa che la giovane ancora non riusciva a comprendere ma che, invece, fu sempre più chiara al saggio anziano.
"Non abbatterti. Mancano ancora tre giorni: sii fiduciosa... d'altronde c'è ancora una speranza!"
"Io... ci proverò..."
L'anziano annuì. "E ora godiamoci il nostro thè!" dopodiché riprese a sedersi con il pensiero di Zamasu nella sua mente: avrebbe fatto di tutto per far sì che non dovesse vivere in eterno avvolto dalle tenebre.
Intanto quest'ultimo, invece, all'insaputa dei dialoghi che la rossa aveva con il suo maestro, rimase nuovamente seduto sul letto di lei ad osservarla, stavolta permettendosi persino di accarezzarle il volto più volte cercando di non svegliarla.

È... assurdo! Totalmente privo di senso... Eppure... non riesco a fare a meno di osservarla, toccarla...
Perché ora... desidero farti mia?

Improvvisamente, Elery afferrò la mano di colui che stava avendo quel dolce gesto sulla sua pelle, e sussurrò il suo nome.
"Zamasu... Ti prego, non andare..."
Egli intravide qualche lacrima sgorgare nuovamente dal suo volto: fu totalmente spiazzato da quella vista tanto che morse il labbro inferiore. Anche in sogno, quella ragazza continuava a preoccuparsi così tanto per lui come neanche Gowasu aveva mai fatto.




_______

Quando riaprì gli occhi, Elery riuscì a focalizzare qualcuno al suo fianco che la stava osservando del tutto steso sul suo letto alla propria destra. Totalmente arrossata in volto, si sollevò istintivamente.
"Z... Zamasu? Co... cosa stai facendo?"
Lui continuava ad osservarla serio in volto.
"Non capisco: d... da quando sei...?"
Zamasu le strinse un braccio tirandola verso di sé, facendole avvertire appena il contatto con la pelle sul suo collo: non aspettandosi minimamente un gesto simile, il cuore di Elery iniziò a correre all'impazzata.
"Ho deciso... Ti risparmierò!"
"C... Cosa?"
"Quando attuerò il mio piano di giustizia sarai l'unica umana che sopravvivrà... e resterai al mio fianco! Diventerai la regina di un mondo perfetto!"
A quelle parole con uno scatto la rossa si allontanò da lui, che rimase lievemente stupito da tale gesto e da quello sguardo contrariato.
"Ti prego, Zamasu... Non puoi farlo..."
Quella risposta non venne accettata di buon grado dall'essere superiore che digrignò i denti stringendole con forza un polso, arrivando a farle del male. "Tu non devi scegliere! Ho deciso così e tu non potrai opporti!"
"Ma io... non voglio che tu faccia una cosa del genere! Ti prego... ti prego, Zamasu!"
"Ti sto risparmiando la vita e permettendoti di vivere in un mondo perfetto: dovresti essermene grata!" le urlò, quasi non riuscendo proprio a capire il perché ella si stesse tirando indietro dinanzi a tutto ciò. Ma, quando Elery alzò lo sguardo ricoperto di lacrime verso di lui, per poco Zamasu non sentì una lama trafiggerlo.
"Non voglio che tu stermini la razza umana... Tu non sei così, lo so: hai un lato buono... Non posso credere che tu sia così... altrimenti, in questi giorni tu..." replicò lei singhiozzando appena.
"Io non ti ho mai mostrato nulla di diverso: sei tu che..."
Zamasu si frenò all'istante, rendendosi conto di ciò che stava per dirle. Quella ragazza lo aveva turbato dall'interno risvegliando in lui qualcosa di sconosciuto: un sentimento che neanche credeva di poter provare.
"Ti prego, Zamasu: non voglio... non voglio che tu torni a vivere nelle tenebre più profonde... Ti supplico!"
"...."
Serrò gli occhi a quelle parole. Lo aveva intuito: quella ragazza doveva essere in diretto contatto con qualcuno che conosceva bene... il suo maestro. Era come se lei gli stesse rivelando ciò che il maestro Gowasu le aveva riferito la notte prima: quelle erano le stesse, identiche parole che avrebbe potuto udire da una persona come lui, e tutto questo gli sembrò sempre più doloroso.
A quel punto, prese una difficile decisione. Lentamente lasciò il braccio di Elery per poi allungare la mano verso il lobo sinistro di lei, sfilandole l'orecchino e facendo lentamente smaterializzare la sua figura dinanzi ai suoi occhi. Aveva bisogno di restare da solo con se stesso, senza di lei che offuscava i suoi pensieri al punto da diventare pazzo.
"No... Aspetta, Zamasu!"
L'orecchino cadde sulle sue coperte: Elery lo raccolse velocemente, ma prima di poterlo nuovamente indossare avvertì un brivido dentro di sé. Intuì che non era il momento giusto per farlo tornare indietro.
"Zamasu..."
Capì che era inutile insistere con lui anche se, stavolta, lo aveva visto davvero diverso. Davvero le parole che le aveva rivolto erano solo causate dalle sue manie possessive... o c'era un'altra ragione dietro di esse? Scosse il capo per evitare di pensarci.

Elery uscì circa un'ora dopo di casa, dirigendosi verso uno dei luoghi che adorava e in cui, il giorno prima, aveva potuto assistere a quello splendido spettacolo assieme a Zamasu. Sorrise appena per poi tornare ad incamminarsi per raggiungere la metro che l'avrebbe portata fuori città. Osservò la porta d'uscita del mezzo dinanzi a sé, e in quel momento le parve quasi di rivedere la propria figura che si scontrava contro quella di un seccato apprendista Kaiōshin... e nuovamente sorrise a tal pensiero.

Anche se il tempo che abbiamo trascorso è stato breve sei diventato davvero una parte importante di me... Non riesco più ad immaginare un singolo giorno senza di te... Perché?

Sentì una malsana tristezza avvolgerla e subito dopo strinse il suo zainetto per tentare di colmarla: avrebbe tanto voluto indossare quell'orecchino e parlargli, ma non sapeva quali parole usare. Quell'essere supremo continuava ad essere parecchio enigmatico ai suoi occhi, quindi non sapeva ancora bene come muoversi con uno come lui.
Una volta arrivata alla stazione si lasciò trasportare dal vento che la condusse verso un vecchio luogo che ormai conosceva meglio delle sue tasche. Vi era in lontananza una grande casa avvolta da una marea di alberi: tra tutti questi intravide subito quello che era il suo adorato arbusto, lo stesso che sin da piccola aveva curato con tutto il suo cuore. Quando lo raggiunge poggiò appena una mano sulla sua corteccia e sentì il suo cuore sussultare, quasi lo sentisse respirare.
"Ciao, sono venuta a trovarti! Avrei voluto farti conoscere un mio nuovo amico... ma credo che oggi non sia il giorno più adatto!"
L'albero emise un fruscio facendo cadere qualche petalo roseo sul suo volto e tra i suoi lunghi capelli, come se le stesse rispondendo. La ragazza sorrise e disse: "Hai ragione... Dovrei sentirmi più sicura di me stessa!"
Elery gettò un'occhiata verso un sentiero ricoperto di foglie, che istintivamente percorse ritrovandosi pochi istanti dopo dinanzi ad un dirupo.
Ancora quel dirupo dal fondo infinito, che di notte la sua mente riportava alla luce.
Portò una mano sul petto sentendo il respiro farsi affannoso, mentre ai suoi occhi tornavano nuovamente immagini lontane proprio di uno Zamasu che attentava alla sua vita.
Fu in quel momento che si ricordò tutto. Avvenne due anni prima: lei ancora non aveva avuto l'opportunità di conoscerlo ma, in qualche modo e sebbene fosse solo una semplice mortale, era riuscita ad infrangere ogni regola e guardare attraverso lo specchio del futuro, potendo scoprire ciò che realmente quell'apprendista Kaioshin celava. La rossa aveva cercato in ogni modo di convincerlo che in lui non poteva esserci qualcosa di così malvagio... ma ella aveva pagato caro quel prezzo, proprio con la sua vita.
Le lacrime ricominciarono a scorrere copiose lungo il suo volto.
"Zamasu... Avevo ragione: tu non sei un essere privo di cuore... Non lo sei!"
Eppure quella volta non volle ascoltarla, gettandola senza farsi troppi problemi al di sotto di quel dirupo... ma solo adesso ne capiva il senso, o almeno in gran parte.
Ora i suoi ricordi erano ben chiari.




_______

Zamasu credeva si sarebbe ritrovato nuovamente avvolto dalle tenebre, ma con suo grande stupore la prima cosa che vide fu quell'albero di ciliegio e un luogo che non gli apparteneva più.
"Ma questo..."
"Bentornato Zamasu!"
Accanto a quella voce, egli notò la figura di Gowasu prendere posto al suo tavolo per poter sorseggiare del tè.
"... Lei?" chiese sorpreso di tutta quella situazione. Di tutti i luoghi in cui credeva di giungere, quello era davvero uno di quelli ai quali non aveva pensato.
"Non mi chiami più maestro?" sospirò Gowasu quasi dispiaciuto, mentre lo invitava a sedersi dinanzi a lui come anni prima. L'altro fece qualche passo per avvicinarsi, ma senza prender posto.
"Non essere esitante!" lo invitò nuovamente il Kaiōshin.
Zamasu cercò di mostrare un sorriso malvagio per tentare di incutergli terrore, ma con sua grande sorpresa Gowasu rimase calmo e gli rispose: "Sai bene che non puoi nuocermi, non in questo luogo..."
Il giovane si rassegnò, restando in silenzio.
"Inoltre... qualcosa mi dice che tu non abbia più molta voglia di farlo!"
"Cosa glielo fa credere?" chiese Zamasu, ancora una volta con grande sorpresa.
"Perché non ti siedi? Sai... lì spesso prende posto anche Elery, o almeno da circa 5 giorni!"
"Tsk: lo sapevo! Quindi voi due avete continuato ad agire alle mie spalle... ed io avrei dovuto..."
"Lo credi davvero, Zamasu?"
Il giovane Kaioshin si placò.
"Credi davvero che il nostro sia stato un semplice agire? O forse... vorresti dirmi che tu stesso non hai notato qualcosa di diverso in quella giovane?"
"Non so di cosa diavolo stia parlando..."
"Se non lo sai, come mai il tuo arto destro sta tremando così nervosamente?"
Di fronte a quell'evidenza, Zamasu digrignò i denti stringendo subito il palmo della mano destra.

Il saggio proseguì: "Ciò che abbiamo fatto è stato solo per il tuo bene. Sì, forse inizialmente era solo un mio desiderio... ma poi, quella ragazza..."
Zamasu allora rimembrò tutti i momenti in cui aveva potuto udire le parole di quella umana e il suo sguardo.
"Potrei giurare che ora lei ci tenga molto più di me. E tu, Zamasu... cosa ne pensi?"
"Cosa dovrei pensare? Sempre le stesse domande, come quando mi chiedeva cosa pensassi della razza mortale..."
"Vuoi forse dirmi che le tue idee non sono minimamente cambiate?"
"Forse sperava in qualcosa di tanto assurdo?"
Il giovane apprendista tentò inutilmente di mostrarsi superiore a lui gettandogli uno sguardo di falsa superiorità, ma Gowasu riprese a bere dalla sua tazza. "Neanche ora che sai che l'alternativa sarà tornare nelle tenebre? O, meglio... non rivederla mai più?"
A quelle parole Zamasu spalancò gli occhi, ripensando al volto della giovane, alle sue parole, alla sua voce, al suo canto, al suo sogno così simile al proprio.
Gowasu notò il suo turbamento e aggiunse: "Sai che non potrai convincerla a distruggere tutto ciò che ama... ma in qualche modo anche tu sei entrato in quel cerchio. Ora sta a te decidere: se perseguire un folle obiettivo senza futuro che ti porti dalla nascita, o seguire qualcosa che non hai mai voluto ascoltare..."
In quell'istante l'ex allievo del sommo Kaioshin strinse nuovamente la mano all'altezza del petto sentendosi quasi mancare e tornando inconsciamente a tremare. Troppe erano le emozioni che lo stavano avvolgendo in quel momento: era tutto fin troppo nuovo per lui.
"È doloroso... vero, Zamasu? Comunque... c'è una cosa che vorrei dirti, dato che questa potrebbe essere l'ultima volta che ci incontriamo."
Si alzò in piedi e il giovane lo vide chinare il capo, rimanendo del tutto spiazzato da un gesto simile: lui era un superiore, perché ora stava mostrando tanto rispetto? Un tempo ne sarebbe stato più che soddisfatto, poiché significava averlo sottomesso completamente al suo volere.
Ma stavolta era diverso.
"Ti chiedo umilmente scusa, Zamasu. Avrei dovuto permetterti di esplorare meglio la vita che circonda il decimo universo e non lasciarti osservare solo di tanto in tanto! Così non ho fatto che far accrescere inconsciamente in te quel desiderio privo di senso che ti ha portato all'autodistruzione... In qualche modo volevo rimediarvi: non ho mai accettato tutto questo... sei sempre stato come un figlio per me! Non sono stato la buona guida che credevi..."
Zamasu non riuscì a dire una sola parola: mai Gowasu si era mostrato così buono e comprensivo ai suoi occhi. Cercò poi di sforzarsi: "Perché... perché lo state facendo ora?"
"Perché anche io, come te, sono stato cambiato dalla purezza di quella giovane: mi ha mostrato attraverso i suoi occhi quanta dolcezza si possa comprendere da esseri umani come lei... anche se talvolta esseri così possono rivelarsi più che rari, e mi rammarico che una simile creatura non provenga dal nostro universo! Mi ha insegnato molto durante le nostre chiacchierate... e sono certo che anche tu in qualche modo sia cambiato!"
"......"
Senza riuscire più a replicare nella maniera più corretta, a quel punto Zamasu decise semplicemente di chiedergli una sola cosa: "... Fatemi tornare da lei!"
"Ma tu puoi farlo benissimo da solo. Ovviamente ora ti toccherà scegliere... perché..."
Il saggio si smaterializzò assieme a lui al di sopra di quel burrone... come due anni prima; cosicché poterono osservare la giovane a due passi da quel dirupo.
"Se deciderai di salvarla stavolta... lo farai anche con la tua anima, e l'intero genere umano... Se salvi lei, cancellerai automaticamente anche il tuo peccato. Questo è ciò che vuoi, no?
Stavolta io non interverrò..."
Gowasu notò il suo sguardo totalmente perso nel vuoto quando vide la ragazza perdere nuovamente le forze e scivolare in quel dirupo senza fondo.
"Zamasu. Fa la scelta... la tua scelta: decidere di vivere per qualcun altro oltre che per te stesso... Decidere di dare una seconda opportunità a coloro che hai disprezzato per tanto tempo cominciando da una di loro... forse la più importante per te!"
In preda alla più totale confusione Zamasu portò le mani sulla nuca, ripensando al primo istante in cui aveva conosciuto Goku e i suoi pensieri negativi erano cominciati a dilagare senza alcuna ancora di salvezza.
Poi, quella voce e quel sorriso. Un umano, o meglio un saiyan, aveva messo in discussione la sua intera vita da futuro supremo Kaiōshin, ed ora proprio un altro essere mortale sembrava stesse rimuovendo quella macchia che aveva oscurato la sua mente e il suo cuore. Questa volta, sapeva che se non fosse intervenuto l'avrebbe persa per sempre, e questo non era contemplato in ciò che si era prefissato... anche a costo di dover modificare i suoi piani.

Elery...

"... Eleryyyyyyy!"

Senza più esitare, Zamasu si scagliò ad una velocità estrema per poterla prendere tra le sue braccia, assumendo un'aria decisamente sollevata nel vedere il suo orecchino sul suo lobo sinistro: in tale modo non ebbe problemi nel compiere tale gesto. Ella riaprì velocemente gli occhi, e fu felice nel rivederlo al suo fianco.
"Zamasu..."
"Sono qui..."
Egli sorrise appena nel vederla riprendere coscienza, con gli occhi quasi lucidi: era come se la rossa ora racchiudesse il suo ideale di giustizia per il creato, anche se in una maniera diversa da quella che aveva progettato.
"Non devi mai più smettere di mostrarmi il tuo sorriso. Questo... è un ordine!" L'avvicinò di più a sé per stringerla, facendola arrossire visibilmente.
"Ma... Co... cosa ti succede? Non sembri più tu!"
"È tutta colpa tua... sciocca umana!"
Elery lo sentì quasi singhiozzare e velocemente gli alzò il volto per potersi specchiare nei suoi occhi grigi, per poi avvicinare le labbra a quelle di lui che rimase completamente spiazzato dal contatto con le sue labbra, così delicato. Quella notte le aveva sfiorate appena ma ora, nell'avvertirle, provò qualcosa che rischiarò ulteriormente il suo cuore, che prese quasi a palpitare rendendolo del tutto impotente dinanzi al calore che ora lo stava avvolgendo. Sembrava che ella stesse cancellando totalmente quelle tenebre che avevano oscurato per tanto tempo la sua anima, facendo nuovamente cadere all'interno di esso fiumi di petali che da rosso diventavano sempre più rosei: proprio come l'anima di colei che qualche istante dopo si separò da lui, imbarazzata da quel gesto così improvviso ma spontaneo.
"Scusami, io... non volevo: so che..."
Prima che potesse dire altro, Zamasu si gettò nuovamente sulle labbra di lei che stavolta si schiusero lentamente, accogliendolo al suo interno mentre le punte delle loro suole toccavano terra. Avevano raggiunto il fondo di quel baratro che si mostrò essere ancora più illuminato.
"Zamasu.... Non credevo che questo luogo potesse essere così bello..."
"Anche io. Non credevo che un'umana potesse eliminare tutto ciò per cui avevo deciso di vivere rimettendo in gioco il mio intero essere..."
"Cosa? C... che intendi dire?"
Il vento smosse i capelli di entrambi mentre il Kaioshin scostava qualche petalo da quelli di lei per poi sfiorare appena l'orecchino sul lobo della giovane. "Forse potresti mostrarmi la via giusta per poter migliorare questo mondo devastato da parte di alcune folli menti umane... e ottenere quel mondo perfetto che ho sempre desiderato..."
La rossa rimase ad osservarlo incredula, ma lui continuò: "... Di cui tu stessa ora fai parte... la parte più importante!"
Elery lo vide arrossire appena e nuovamente si lasciò scappare delle lacrime, stavolta di gioia.
"Zamasu!"
Lo strinse forte a sé, mentre lui lentamente ricambiava quel gesto chinandosi appena per far sì che quell'unione durasse il più possibile. Mai egli avrebbe creduto di potersi legare con una mortale e quanto questo sarebbe potuto esser piacevole, anche se in qualche modo Elery gli sembrava diversa dal resto dei terrestri e ormai tal dubbio continuava ad accrescersi all'interno dei suoi pensieri.

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