Cap8

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Ed ecco il finale di questa storia XD ....mi sa che dopo averlo letto susciterà in voi ulteriori domande,spero, che vedrò di colmare in un piccolo sequel di pochi capitoli.....non riesco proprio a dire Addio a questa storia perché al momento sono davvero troppo presa da db....vi posso dire che sto già disegnando le nuove copertine...stavolta saranno a matita...sperando di fare un lavoro migliore di quest'ultime <3 detto questo vi lascio al finale sperando sia di vostro gradimento ....aspetto come sempre voti e commenti ne sarei felice <3

UN GRAZIE SPECIALE A Moriko3 pera pazienza avuta nel revisionarla tutta ❤️

"Elery"
"Uhm..."
La rossa sentì qualcuno sfiorarle il volto con tocco gentile e lentamente aprì gli occhi, focalizzando la figura di Zamasu.
"Zamasu..."
Lui continuò ad avere quel gentil gesto sulla sua pelle che ad ogni tocco le dava un brivido piacevole. Elery si sollevò lentamente ma i suoi occhi, subito dopo, assunsero un tono malinconico e visibili lacrime cominciarono a formarsi intorno ai suoi occhi. Zamasu sorrise passandole una mano tra i capelli.
"Non sei ancora convinta, eh?"
Lei singhiozzò mentre qualche lacrima colpiva il suolo oscuro al di sotto di sé; poco dopo si rese conto di ritrovarsi in un luogo infinito e cupo.
"Non posso... non posso venire con te..."
La mano dell'essere superiore si frenò e il suo sguardo assunse un tono di dissenso mentre il suo tono si faceva più duro. "Perché?"
Lei non rispose.
"Desidero riaverti con me... Elery!"
La rossa si morse il labbro inferiore per poi tornare a guardarlo teneramente, nonostante le lacrime avessero cominciato a scorrerle sul viso.
"Mi piacerebbe tanto... ma non è ciò che desidero per te... altrimenti i miei sforzi sarebbero stati vani!"
"Ancora con questa storia? Voglio averti al mio fianco!"
Il giovane la strinse a sé facendole quasi male. "Non ha senso vivere senza di te, senza il tuo ricordo..."
"Zamasu... Ti prometto che mi prenderò cura di te assieme al maestro Gowasu... ma ti prego... Non smettere di venire a trovarmi..."
"..."

Lentamente il paesaggio dinanzi a lei sbiadì, e poté udire il cinguettio di alcuni uccelli e focalizzare nuovamente la sua stanza ormai illuminata dalla luce del giorno.
Si sollevò osservando un orecchino alla sua destra sul comodino. Non era più quello di Zamasu: aveva una grande sfera al centro nera con un'altra più piccola di colore rosa al di sopra di essa, e al centro una sorta di aureola azzurra e dorata a racchiuderle entrambe. Era stato il Gran Sacerdote a darle quell'oggetto per permetterle di raggiungere il regno dei superiori di cui anch'ella faceva parte, anche se rispetto a loro aveva ancora la possibilità di poter vivere sulla Terra, essendo per metà mortale. Ancora le suonava strano.

Dopo essersi vestita, Elery cominciò a percorrere la strada che l'avrebbe portata verso l'università. Ormai erano rare le volte in cui faceva da babysitter alla piccola Bra: proprio Bulma aveva deciso che d'ora innanzi avrebbe passato più tempo assieme alla sua piccola, inoltre l'obiettivo di Elery si stava in qualche modo concretizzando dopo esser diventata la protettrice della natura di tutti gli universi.
Dopo la consueta lezione andò verso il parco dove rimase ad ascoltare la voce di uno dei tanti alberi di ciliegio presenti nel parco: era come rinvigorito dalla sua presenza. D'un tratto, però, vide cadere qualche petalo che aveva perso il suo colorito roseo.
"Oh, no..."
Nel suo cuore quel luogo rievocava ricordi che le davano gioia mista a tristezza. Aveva ormai accettato da più di cinque mesi ciò che le era successo, ma forse non aveva ancora del tutto messo da parte ciò che provava per quell'apprendista Kaioshin, un essere del tutto purificato grazie anche al suo sacrificio.

Non posso cedere... Il mio sogno... era anche quello di Zamasu...

Mise al lobo l'orecchino donatole dal Gran Sacerdote, e subito sull'altro ne comparve un altro e sul suo polso un bracciale identico. Poggiò una mano sulla corteccia dell'albero che lentamente tornò a far cadere petali rosei mentre il volto di lei si rasserenava al pensiero dei momenti passati assieme a Zamasu. Non doveva pensare a tutto ciò come un qualcosa di negativo: doveva trasformare la sua sofferenza in forza per la natura che avrebbe dovuto preservare e che tanto amava.
In quello stesso istante anche l'intero settimo universo venne come rinvigorito.
"... C... ce l'ho f..."
Cadde all'indietro priva di forze ma venne sorretta prontamente da qualcuno. Voltò lo sguardo verso colui che le era di fianco e per poco non ebbe un sussulto.
"Zama..."
Nel focalizzarlo meglio, notò subito che altri non era che il giovane Kaioshin del suo universo.
"Elery, stai bene? Hai di nuovo esagerato!"
La ragazza si sollevò a fatica portandosi una mano sulla fronte: non era la prima volta che il Kaioshin del settimo universo correva in suo soccorso per un'eccessiva fruizione del suo potere. Egli era diventato, su ordine del Gran Sacerdote, il suo maestro essendo lei ancora inesperta con quel suo nuovo "potere".
"Scusami... " L'ho chiamato di nuovo Zamasu... Uffa: perché i Kaioshin si somigliano così tanto?
"Non devi preoccuparti: stavi solo cercando di fare il tuo dovere, però devi cercare di amalgamare meglio la tua forza o rischierai di ritrovarti prosciugata..."
"Hai ragione... Grazie, Shin..."
Elery gli sorrise dolcemente. Nonostante tutto, anche lui non riusciva a rimanere impassibile dinanzi a tanta purezza. E quel compito non gli dispiaceva affatto: apprezzava molto la compagnia di quella ragazza.
"L'ho fatto con piacere, Elery! Che ne dici ora di andare nel regno dei Kaioshin? Ti porto in quello del decimo universo, se vuoi!"
"Dici davvero? Posso anche oggi?"
"Certamente, non credo che il Gran Sacerdote sia contrario! Lui stesso desidera che Zamasu impari da te!"
La rossa arrossì e sorrise appena chinando il capo: sapeva che avrebbe rivisto il piccolo Kaiōshin e non il "suo" Zamasu, ma ne era comunque felice.
"... Elery?"
Shin le si avvicinò nuovamente. Sapeva quanto ella soffrisse, quindi non poteva far altro che starle accanto come meglio poteva per poter fare in modo che lei accettasse tale situazione.
"Sì... Ti prego, andiamo!"
Elery si asciugò appena gli occhi mentre Shin annuiva e si teletrasportava nel decimo universo assieme a lei che potè nuovamente rivedere quel luogo. Il suo corpo venne automaticamente rivestito di abiti simili a quelli degli esseri superiori che lo stesso Daishinkan aveva scelto per lei. Osservò appena il luogo circostante per poi focalizzare due figure in lontananza sedute ad un tavolo dinanzi un enorme albero dal quale cominciarono a piovere petali rosei. Quando uno di questi finì accanto alla tazza del piccolo Kaioshin, intento nella lettura, egli subito si alzò dalla sua sedia mentre Gowasu gli sorrideva.
"A quanto pare è venuta a trovarci anche oggi!"
"Maestro Gowasu, posso andare a salutarla?" chiese cortesemente il piccolo, chinando il capo mentre lui gli rispondeva con tenerezza.
"Ma certo! Va pure, figliolo."
Zamasu sorrise e corse velocemente verso di lei che portò una mano sul petto per poi allargare le braccia, mentre lui si gettava tra di esse con grande entusiasmo.
"Sei venuta a trovarmi anche oggi, Elery! Ti ringrazio!"
Lei lo strinse forte a sé chiudendo gli occhi, mentre Shin li osservava con una nota di commozione nel vedere la giovane mostrarsi tanto affettuosa con colui che continuava ad amare così tanto.
"Sono tanto felice di rivederti Zamasu! Sai, mi sembri davvero tanto cresciuto... è come se tu dimostrassi dodici anni terrestri!"
Il piccolo strofinò appena la guancia contro quella della ragazza, che arrossì a causa di quel contatto. "Infatti! Quindi non devi trattarmi come un bambino! E poi ricordati che presto sarò il futuro Kaioshin del decimo universo!"
"Sì... hai ragione! Mostrerò più rispetto!" gli rispose sorridendo teneramente e lasciandolo mentre lui la prendeva per mano.
"Oggi andremo di nuovo sulla terra del settimo universo assieme per conoscere i mortali? Mi piace tanto la natura di quel mondo, ma voglio conoscere meglio anche loro! Oggi il maestro Gowasu mi ha portato su alcuni pianeti del decimo universo!"
Lei gettò uno sguardo sul Kaioshin del settimo universo che le sorrise, lei ricambiò. "Se lo vuoi, andremo subito Zamasu!"
"Che bello!"
"È bello vederti così raggiante! Deve renderti proprio felice esplorare i vari mondi!"
"Tantissimo! Così potrò proteggere al meglio quelli del decimo universo una volta diventato Kaioshin! E poi... tu sarai sempre con me, vero?! Sulla Terra ci si sposa per suggellare legame, no?! Io vorrei sposarti, Elery!"
La ragazza arrossì vistosamente dinanzi a quella proposta: nonostante fosse stato il piccolo Zamasu a fargliela, non poté non rivedere in lui il volto del suo amato.
"Ne sarei felicissima!" lo assecondò ingenuamente, mentre lui annuiva deciso arrossendo a sua volta.
"Sarai un Kaioshin buono e giusto... con il creato e i suoi esseri viventi!"
"Certo... e lo farò anche per te, che sei la protettrice della natura!"
Elery sorrise dolcemente a tali parole: il loro legame era rimasto comunque molto forte sebbene fosse più simile a quello di una sorella con il proprio fratellino. Da ormai cinque mesi, circa tre volte a settimana riusciva a far visita al piccolo Kaioshin che ogni volta imparava qualcosa di nuovo e positivo sugli esseri mortali. A volte lui si ritrovava dinanzi anche a fatti spiacevoli che gli davano da pensare, ma per fortuna sia Gowasu che Elery erano sempre pronti a riportarlo sulla retta via, prima che potesse cadere nuovamente in pensieri spiacevoli che potessero deviarlo come già era accaduto in passato... anche se aveva il sospetto che il piccolo Kaioshin stesse crescendo piuttosto velocemente, tanto da assomigliare sempre più a colui che aveva amato.
Le cose andavano davvero bene per lui, sebbene il cuore di Elery fosse ancora in parte ricoperto di ferite che avrebbe pian piano guarito grazie a queste piccole cose e l'aiuto di quella che si poteva considerare la sua nuova famiglia.
Quando salutò Zamasu, Shin le si avvicinò e disse: "Stai facendo un ottimo lavoro!"
"Ti ringrazio, Shin! Ascolta, volevo chiederti... non ti sembra che Zamasu stia crescendo piuttosto in fretta?"
Prima che questi potesse risponderle dinanzi a loro si materializzò il Gran Sacerdote e subito entrambi chinarono il capo, ma l'essere superiore sollevò il volto della giovane Elery con un sorriso.
"Non devi sempre chinare il capo dinanzi a me!"
"Ma..."
"Volevo compiacermi per l'ottimo lavoro che stai facendo! Hai davvero un potenziale interessante, più di quanto credessi!"
Gettò poi lo sguardo su Shin ancora inginocchiato, e gli disse: "Questo è anche merito tuo: continua così!"
"La... la ringrazio! Farò del mio meglio!"
Il padre degli angeli tornò poi su Elery: "Ti aspetto al palazzo di Zeno uno di questi giorni: voglio constatare personalmente il miglioramento delle tue abilità e conoscere meglio il nuovo membro della nostra famiglia!"
"C... certo!"
Istintivamente la ragazza stette per chinare il capo, ma venne di nuovo frenata da lui che poggiò un dito sulla sua fronte: riuscì quasi a percepire l'immenso potere che egli racchiudeva, costringendola a guardarlo negli occhi. Sembrava sempre così calmo e pacato, e quella forma di sicurezza invisibile le dava così tanto i brividi che il suo corpo tremò appena.
"L'orecchino che ti ho donato, cerca di indossarlo anche la notte. Cancellerà i tuoi incubi e le tue insicurezze... Non devi metterti in contatto con lo spirito di Zamasu: credevo di avertelo già detto!"
Elery sussultò a quelle parole mentre Shin la osservava stupito.
"M... mi dispiace..."
"Credimi, non voglio che tu soffra: incontrare lo spirito di colui che ormai non esiste più può portarti solo sofferenza! Sai bene che per far vivere la natura di tutti gli universi devi essere più serena possibile... Devi cercare di dimenticare e prenderti cura di ciò che hai qui. Sei stata scelta anche per la tua innata purezza... non vorrai certo macchiarla con certi pensieri, vero?"
La ragazza tornò a versare qualche lacrima tenendo il capo chino, e annuì. "Io... c... ci proverò..."
"Qualora il tuo dolore dovesse opprimerti, sappi che non sarai più sola..."
La divinità minuta le poggiò le mani sulle spalle, avvicinandosi lentamente al suo orecchio e sussurrandole: "Ti aspetto anche in tali momenti. Non esitare..."
Elery tremò nuovamente dinanzi a quelle parole mentre lui si svaniva lentamente dinanzi ai loro occhi salutandola con un cenno della mano destra. Quando fu nuovamente sola con il Kaioshin del settimo universo crollò sulle proprie ginocchia portandosi una mano sul petto scalpitante: quell'essere riusciva davvero ad intimorirla come nessun altro.
Notando il suo timore Shin le si avvicinò mettendole una mano sulla spalla.
"Elery, non devi temere... Il Gran Sacerdote vuole solo il tuo bene: devi cercare di seguire il suo consiglio per quanto possa esserti difficile!"
"Ma... credi davvero che rivederlo... possa..."
Ella ripensò ai petali dell'albero che aveva dovuto curare quella mattina a causa dei suoi pensieri negativi, e subito le fu chiaro come il padre degli angeli la tenesse sott'occhio per far sì che compiesse al meglio il suo lavoro.
"Shin.... Lui mi intimorisce davvero..."
"Non sei l'unica: è un po' per tutti così... anche se sembra che tenga particolarmente a ciò che fai. Effettivamente non ha tutti i torti: hai una purezza che mai avevo visto... Inoltre sei anche molto altruista: prima di te solo Goku mi aveva dato un'impressione simile, eheh! Ma il fatto che tu non abbia la fissazione per i combattimenti ti rende notevolmente più pura rispetto ai saiyan! Sei unica, Elery: se farai come ti è stato detto non dovrai temere nessuna ritorsione da parte del Gran Sacerdote o del sommo Zeno...."
La ragazza cercò di sorridere ma non sembrò essere convinta; così Shin cercò di sollevarla.
"Che ne dici di canticchiare qualcosa? Il tuo canto riesce sempre a mettermi di buon umore: magari funziona anche con te!"
Elery sorrise dinanzi a tale proposta. Se era un Kaioshin a chiederlo non poteva proprio rifiutarsi: anche Zamasu amava molto il suo canto, o almeno era ciò che aveva potuto notare. Mise le mani sulle gambe e chiuse gli occhi, intonando proprio la canzone che anche il suo perduto amore adorava tanto e che racchiudeva il suo affetto per la natura di cui ora era protettrice. Lentamente sotto di loro si intravide qualche piccolo germoglio e anche Shin si lasciò trasportare da quelle note, così come la giovane che a poco a poco riuscì a rilassarsi, almeno in quel momento.

Quella notte fece molta fatica nel prendere quella decisione.
Osservò l'orecchino nel palmo della sua mano avvertendone l'immenso potere. La pietra nera era sicuramente ciò che la legava ad esseri supremi come gli angeli e il Gran Sacerdote, mentre la rosa racchiudeva il suo potere. Sembrava assurdo che due colori tanto opposti dovessero ritrovarsi così vicini.
"Zamasu... Ho così tanta voglia... di rivederti..."
Ripensò al gesto del Daishinkan e nuovamente un brivido la percorse. "Cosa devo fare... Cosa?!"
Scoppiò a piangere sentendo il suo cuore andare in mille pezzi, e strinse le ginocchia vicino al petto.

Non credevo che mi saresti mancato così tanto... ma se continuo così non riuscirò a reggere la responsabilità che mi è stata data...

Tornò a guardare l'orecchino, sentendo un enorme vuoto dentro di sé.
"Io... mi sento così sola. La solitudine... mi ha sempre terrorizzata..."

E tu eri riuscito a colmarla...

D'un tratto l'oggetto si illuminò ricoprendola di un'aura azzurra e oscura allo stesso tempo, teletrasportandola in un luogo dalle tinte azzurrine e a tratti verde smeraldo, che sembrava non avere spazi ed essere infinito. Poco dopo esso si colorò di svariate tonalità, assumendo un'aria del tutto naturale e mostrando un immenso albero che fece palpitare all'istante il suo cuore, mentre la sua voglia si illuminava di una luce intensa che quasi le tolse il respiro.
Elery si inginocchiò, non reggendo l'influsso di potere che quell'arbusto le stava trasmettendo.
"Direi che può bastare!"
Avvertì un brivido alle sue spalle nell'udire quella voce e lentamente lo scenario attorno a sé cambiò, ritrovandosi nuovamente all'interno di qualcosa che sembrava un palazzo dalle colonne svolazzanti e interni infiniti.
Senza accorgersene aveva cominciato a tremare come una foglia in balia del vento. Deglutì e, lentamente, si voltò notando la figura del Gran Sacerdote ben distante da lei.
Perché quell'essere continuava a spaventarla così tanto? Era certamente uno dei cinque combattenti più forti di tutti gli universi ma non avrebbe avuto motivo di farle del male, come le aveva detto anche Shin; eppure sentiva che c'era dell'altro.
"Hai incontrato qualcosa di familiare, vero?"
La ragazza restò in silenzio.
"Mi riferisco... all'albero della vita!"
Non riusciva a capire cosa le stesse dicendo e nel vederlo levitare con calma verso di sé fece, scioccamente, qualche passo all'indietro, sperando di salvarsi da un incontro ravvicinato con lui. Invece, in meno di un attimo, se lo trovò dinanzi e chiuse velocemente gli occhi per non imbattersi ancora in quell'espressione all'apparenza tranquilla, ma che sapeva incuterle terrore come non mai.
"Che... cosa? Io..."
Non sapeva cosa dirgli, era la prima volta che si ritrovava da sola con un'essere tanto potente in un luogo che sembrava non avere via di fuga. Istintivamente strinse il braccialetto, che aveva il potere di riportarla sulla Terra, con la vana speranza di poter scappar via. Il Daishinkan osservò il suo gesto con un lieve, forse falso, stupore.
"Hm? Desideri andar via?"
Elery serrò i suoi pugni, rivolgendo gli occhi verso il suolo, cosicché poté osservare la mano del padre degli angeli prenderle il polso e costringerla ad alzare lo sguardo verso di lui.
"Io... Perché sono qui?"
Dinanzi a quella domanda, il gran Sacerdote si fece estremamente tranquillo. "Stavi per commettere nuovamente quell'errore, vero?"
Lei capì al volo che si stava riferendo al voler incontrare nuovamente lo spirito di Zamasu. D'istinto i suoi occhi si rattristarono gettandosi su quelli di lui che rimase come sempre impassibile, per poi farsi leggermente più serio mutando lievemente la sua espressione. Nuovamente un brivido la percorse.
"Devi fare come ti ho detto, Elery. Il sommo Zeno è stato fin troppo magnanimo nell'accogliere la mia richiesta e quella di Gowasu... nonchè tua!Non vorrai rischiare proprio ora?"
"Rischiare?"
"Non c'è bisogno che ti spieghi: certamente avrai capito anche tu quanto il sommo Zeno sia facilmente suscettibile. Quando una cosa non gli va troppo a genio... la cancella senza problemi!"
Egli tornò a sorridere nel dire tali parole con estrema tranquillità lasciando ancora più inquieta la giovane, che portò una mano sulle labbra.
"... Gran Sacerdote... Io..."
Elery strinse i pugni, facendosi coraggio e tentando di assumere uno sguardo deciso. "... So bene quanto questo sia sbagliato. Vi chiedo solo... di concedermi più tempo. Io... sto facendo davvero il possibile... probabilmente voi conoscete ciò di cui sto parlando..."
Portò una mano sul petto mentre qualche lacrima le sfiorava il volto. "... e non so se mai lo avete provato... ma è un qualcosa difficile da cancellare. Vi chiedo solo questo... altro tempo..."
"Oh, sì. Osservandovi ho visto cosa esso provochi in voi mortali... e cosa ha provocato in te. Per questo..."
La divinità suprema le prese qualche ciocca di capelli facendola scivolare senza problemi tra le dita. "... penso che dovresti cercare di metterla da parte quanto prima, mia piccola Elery. Prenditi pure il tempo che ti serve... ma cerca di non incontrare ancora quello spirito...!"
Altre lacrime scorsero lungo il volto di Elery e lei, velocemente, portò le mani contro di esso come a non volersi mostrare così fragile nonostante stesse singhiozzando: non aveva modo di sfuggire dinanzi alla richiesta di colui che era a difesa del sommo Zeno e che continuava a credere fosse anche più potente di quest'ultimo.
"Stavolta sono io a chiederti un favore..."
A quelle parole, Elery scostò per un attimo le mani dal volto, e in quell'istante il Daishinkan ne prese una con delicatezza sfiorandola con le labbra. Lei rimase senza parole, stupita da quel gesto così elegante.
"... Non voglio più vederti piangere!"
Per un breve istante, la ragazza poté quasi udire un tono diverso nelle sue parole, che però venne subito velato dalla sua solita espressione.
"Altrimenti rischierai di far appassire tutto ciò che ami... ricordi?"
Ella ripensò nuovamente all'albero di ciliegio e subito dopo a quello che lui aveva chiamato "della vita". Per una frazione di secondo ebbe come un ricordo lontano, quasi del tutto sfocato... e istintivamente disse: "Ma noi... ci siamo già incontrati?"
In quel frangente l'essere superiore chiuse gli occhi e cominciò a svanire dinanzi ai suoi occhi come tutto il resto attorno a sé.
"Ricordati ciò che ti ho detto!"

Elery si ritrovò nuovamente sul proprio letto ad osservare l'orecchino, questa volta con uno strano pensiero nella mente.
"Quell'albero..."
Portò una mano sul petto sentendolo nuovamente scalpitare.
... Perché sento come se fosse una parte di me?
Quando tornò a guardare l'oggetto nel palmo della sua mano, per poco non le sembrò di rivedere l'orecchino di Zamasu e subito dopo quello che le aveva dato il Gran Sacerdote. Sorrise e portò l'oggetto sulla sua guancia.
"Zamasu..." Io...
Mise lentamente l'orecchino al lobo del proprio orecchio per poi assopirsi.
In poco tempo si ritrovò in un luogo contornato di colori stupendi, con al suo centro un albero di svariate dimensioni che lasciava cadere bellissimi fiori di ciliegio. Vi si sedette accanto poggiando la nuca su di esso e chiudendo gli occhi. Sentì qualcuno sfiorarle la guancia, e lei arrossì sentendo quel tocco.
"Elery..."
La rossa riaprì pian piano le palpebre focalizzando la figura del Kaioshin che tanto amava. Poggiò una mano sulla sua per far sì che non potesse smettere di accarezzarla.
"Ciao... Zamasu..."
Lui la tirò velocemente per il braccio per poterla stringere a sé, e lei poté quasi avvertire il suo profumo, una cosa che non le era mai successa. Fu lo stesso per lui che in quel momento avvertì nuovamente l'essenza dei suoi capelli rosati.
Era come se la ragazza fosse riuscita a stabilire un vero e proprio contatto con l'anima del suo amato, ed ella sapeva di aver nuovamente disobbedito al Daishinkan che, in quel frangente, stava osservando il suo corpo dormiente e privo del suo orecchino che aveva volontariamente sfilato via nel sonno, facendosi persino sanguinare appena il lobo dell'orecchio.
"Quel lato umano è la tua unica debolezza... ma per questa volta chiuderò un occhio. Ti lascerò vivere questo ultimo momento assieme a lui!"
Quindi scomparve, mentre la giovane dai capelli rossi danzava al ritmo della pioggia di petali gettandosi di tanto in tanto contro il Kaioshin che la osservava senza dir nulla ma sorridendole. Subito dopo tornò ad avvicinarsi nuovamente a lui che la strinse a sé, stavolta non riuscendo più a resistere alla sua lontananza.
"Io... ti prometto che realizzerò il nostro sogno..." disse nascondendo il volto in lacrime contro il suo petto, mentre lui le accarezzava i capelli.
"Lo so...."
"Non ti dimenticherò mai... mai, Zamasu! Grazie per tutto ciò che mi hai dato..."
"... Avrei dovuto dirti io queste parole..."
Elery sollevò lo sguardo notando gli occhi lucidi di lui. Non voleva ricordarlo così, quindi si gettò contro le sue labbra per poterlo baciare un'ultima volta.
Era stato davvero significativo ciò che aveva provato per lui e ora gli stava dicendo addio per sempre, ma non voleva che ciò diventasse un qualcosa di spiacevole ma un bellissimo ricordo che avrebbe serbato nel suo cuore per il resto della vita, racchiuso da quella splendida pioggia di petali rosei che sin dall'inizio li aveva attorniati e che avrebbe suggellato per sempre il loro legame d'amore.

Era stato davvero significativo ciò che aveva provato per lui e ora gli stava dicendo addio per sempre, ma non voleva che ciò diventasse un qualcosa di spiacevole ma un bellissimo ricordo che avrebbe serbato nel suo cuore per il resto della vita, ...

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Grazie a tutti coloro che hanno letto questa  storia,non credevo avrebbe ricevuto così tante letture e voti....ho apprezzato anche i  commenti davvero grazie grazie grazie di cuore <3 IL SEQUEL LO TROVATE QUI: https://my.w.tt/T6kdrqqkFK

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