Cap7

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Siamo al capitolo sette,ovvero il penultimo,qui le cose prenderanno una piega un tantino diversa da come avreste potuto aspettarvela....non mi andava di fare un finale banale e scontato come al solito quindi ho deciso di incasinare un po' la situazione....cercherò di spiegarla meglio nell'ultimo capitolo...intanto vi ringrazio per tutti i voti,commenti e letture...sono proprio tanto tanto tanto felice <3 fatemi sapere cosa ne pensate del penultimo. BUONA LETTURA :)

Continuava ad esserci qualcosa che stava turbando Zamasu, nell'osservare la giovane che teneva ancora stretta a sé.
"C'è qualcosa che ti distingue dal resto degli umani..."
"Cosa?"
Avvicinò lentamente una mano al suo petto abbassandole appena la maglia; a quel gesto, lei si coprì subito imbarazzata.
"Ah, aspetta! Non... non ti sembra di correre un po' troppo?!"
Lui inarcò un sopracciglio non riuscendo a capire cosa ella intendesse, per poi portarsi alle sue spalle e poterla bloccare così che la vista gli fu migliore dall'alto. "Da quanto tempo hai quella voglia?"
Lei arrossì ancora di più. "Ah... Q... questa? D... dalla nascita. Perché?"
"È strana..."
"Beh, certo! Immagino che voi esseri superiori non abbiate simili... uhm..."
Per poco la rossa non ebbe un mancamento, ma Zamasu la resse appena in tempo evitandole un brusco contatto con il terreno.
"Uhm... Non mi sento molto bene..."
L'apprendista Kaioshin portò la guancia sulla fronte di Elery, chiudendo gli occhi. "La tua temperatura corporea è alquanto alta..."
"S... se continui a stare così si alzerà ulteriormente..."
Zamasu la prese velocemente tra le braccia volando il più in alto possibile, facendo ben attenzione a non farsi notare da altri terrestri.
"W... wow!"
Intanto la rossa riuscì ad osservare la terra al di sotto di sé che si faceva sempre più piccola e distante, mentre attorniava con le braccia il collo del suo salvatore... che avrebbe dovuto considerare un compagno? Ancora non lo capiva bene.
"Non tremare così..."
"Non... non è colpa mia: non sono abituata a queste altezze e poi... sento parecchio freddo..." rispose lei con il respiro sempre più corto.
"Ti stai accaldando ulteriormente... Aumenterò la velocità!"
Il corpo di Zamasu si attorniò di un'aura violacea e trasparente. In un lampo furono dinanzi alla finestra socchiusa della casa della giovane dalla quale poterono entrare facilmente: egli la mise subito a letto utilizzando tre coperte per riscaldarla il più possibile. Le diede anche delle medicine da lei indicate ma la situazione sembrò non migliorare.
"Tsk! Nonostante mi stia riducendo a farti da badante sembra che la tua temperatura non voglia proprio scendere..."
"M... mi dispiace... Forse il bagno dell'altro giorno nel lago non mi avrà giovato..."
D'istinto l'essere superiore ripensò al momento in cui ella si era gettata per raggiungerlo, dunque era anche a causa sua se ora si ritrovava in quelle condizioni. All'improvviso Elery gli prese la mano, e l'altro poté avvertire quanto fosse calda, e non solo a causa della forte influenza che ora la stava rendendo tanto vulnerabile.
"... Zamasu... Mi dispiace, non è colpa tua..."
Sembrò avergli letto nel pensiero. Zamasu strinse a sua volta la mano di lei serrando i denti: si sentiva impotente in una situazione simile. D'un tratto avvertì un bagliore al di sotto delle sue coperte e subito intravide ancora la voglia della ragazza: sembrava emettesse una luce rosea a contatto con alcuni petali di ciliegio che erano finiti inavvertitamente su di essa.
"Forse... posso curarti, con il mio potere da superiore... Ma dovremo uscire di nuovo! Se è come penso..."
Elery lo vide chinare il capo e farsi stranamente serio. "Ma..."
Ma il giovane non le diede il tempo di replicare, che subito la sollevò avvolgendola in una delle coperte.
"Zamasu... Cos'hai in mente?"
"Non parlare: risparmia le forze... Presto starai meglio! Hai la mia parola..."
Lei sorrise nel vederlo così deciso, poggiando poco dopo la guancia contro il suo petto: si sentì al sicuro tra le sue braccia. "Sono così felice... che tu abbia cambiato idea... Non immagini quanto!"
"Ti ho detto che non devi sforzarti!"
Subito dopo la rossa perse i sensi e respirò sempre più a fatica. Una forte preoccupazione avvolse Zamasu: stava diventando fin troppo pallida. Così egli sfrecciò velocemente verso quel luogo intinto di petali di ciliegio e la posò sotto l'albero più grande, mentre lentamente veniva avvolta da una pioggia rosea. Stranamente, il volto di Elery riprese un lieve colorito.
"Non basta..."
Zamasu appoggiò le mani all'altezza della sua voglia e quest'ultima si illuminò reagendo al contatto con esse, ora ricoperte dell'aura curativa che lentamente si riversava sulla giovane.

Non oserai andartene così! Sono un essere superiore: non lo permetterò! Userò tutto il mio potere per rivedere nuovamente il tuo maledetto sorriso... Non me lo negherai proprio ora!

Sembrò essere abbastanza provato da ciò: essendo solo uno spirito il suo potere era molto limitato tanto che, poco dopo, si sentì mancare le forze al punto di perdere quasi i sensi. Iniziò a notare il suo corpo che lentamente stava scomparendo dinanzi agli occhi verde acqua della rossa, che nel frattempo stavano riacquistando visibilità. Zamasu riuscì comunque a focalizzare il volto di Elery che riprendeva man mano il suo colorito: ne fu sollevato. Aveva ormai capito il vero essere di colei che era diventata tanto importante per lui, al punto da sacrificare anche ciò che restava della sua anima.
"Uhm..."
La rossa notò l'apprendista Kaioshin a terra, ormai quasi del tutto invisibile ai suoi occhi, e per poco non trasalì. Si portò verso di lui, urlando il suo nome.
"Zamasu!"
Subito gli afferrò le mani e cercò di tenerle a mezz'aria per paura di fargli male, mentre lui sorrideva appena.
"Lo sapevo... Non potevi essere una comune mortale..."
"Zamasu...Zamasu! Oh, no... Ti prego, non... Non andartene! Io..."
Gli occhi di Elery si riempirono totalmente di lacrime nel vederlo svanire lentamente dinanzi ai suoi occhi. Aveva appena scoperto quello splendido sentimento all'interno del suo cuore che non aveva neanche avuto il tempo di sbocciare definitivamente.
"Non può finire così... Non può! Ti prego... Ti prego..."
Singhiozzò più volte mentre in cielo si libravano alcune scie luminescenti segnando la fine definitiva di colui che per così poco tempo, ma per lei tanto, era rimasto al suo fianco. Il suo orecchino lentamente svanì dal suo lobo, lasciando solo spazio ad una sconfinata tristezza all'interno del suo cuore ora così vuoto.
"È tutta colpa mia... Io... non sono riuscita a salvarti..."
"No... Ti sbagli, Elery..."
A quella voce la ragazza sollevò improvvisamente lo sguardo e si ritrovò in un luogo che non sembrò riconoscere, ma che a tratti ricordava il regno dei Kaioshin del decimo universo, solo contornato di colori diversi e enormi pietre fluttuanti che sulla vetta sembravano racchiudere dei piccoli universi.
"Dove mi trovo?"
Dinanzi a sé intravide una strana figura molto più minuta di lei, che la osservava dall'alto in basso con le mani dietro la schiena, tipico atteggiamento da Kaioshin. Le venne spontaneo chinare il capo, capendo di trovarsi di fronte ad un'altra divinità.
"M... mi perdoni..."
L'essere supremo le si avvicinò fluttuando a mezz'aria, per arrivare alla sua altezza e alzarle il mento con la mano destra. Ella poté notare i suoi occhi viola e uno sguardo che, all'apparenza poteva sembrare tranquillo, ma non rassicurante.
"Benvenuta... nel luogo in cui risiede il sommo Zeno!"
"Il sommo... Zeno?"
Elery tremò appena nell'udire quel nome, ma lui sorrise lasciandola poco dopo. Nel voltarsi, alle sue spalle notò altre due presenze del tutto chinate dinanzi a quella figura minuta, delle quali una in particolare le era familiare.
"Sommo Gowasu..."
Poi gettò un'occhiata sull'altro essere, anch'egli di certo un superiore dagli abiti che indossava e del quale, stranamente, conosceva il nome: "Sommo... Shin..."
"Alzatevi pure!" gli intimò colui per il quale i due sembravano serbare un forte rispetto.
Gowasu replicò: "Grazie, Gran Sacerdote, per aver accolto la mia richiesta..."

G... Gran Sacerdote?

Elery ebbe un sussulto e subito voltò lo sguardo verso l'essere che le era ancora di fianco, continuando a tremare appena.
"Non devi ringraziarmi!" rispose la suprema divinità. "Proprio come te ho osservato molte volte... questo piccolo errore!"
"... Errore?" Sarei io l'errore?
"Esatto, Elery!"
Dopo tutto quello che aveva passato in quegli ultimi giorni, la ragazza quasi non si stupì del fatto che, anche lui, le avesse letto nel pensiero.
"Pe... perché?"
Elery cercò spiegazioni con il suo sguardo, prima verso i due Kaioshin che mostrarono un'aria piuttosto dispiaciuta, e poi verso il Gran Sacerdote che invece continuava ancora a sorriderle. Quello sguardo non smise di intimorirla.
"Non devi preoccuparti delle mie parole: non volevo certamente offenderti. Sei un piccolo errore per il mondo dei mortali..."
La divinità si fece leggermente più seria, ma mantenendo un lieve sorriso stampato in volto. "Ma non per quello di noi esseri superiori... il mondo che in parte ti appartiene..."
"..."
"Vorresti spiegazioni in merito, immagino. Diciamo che la voglia che hai lì sul tuo petto..."
Elery se lo sfiorò appena a tali parole, continuando ad ascoltare le sue parole.
"... non è altro che il segno della tua anima superiore. Un'anima fusa con il corpo di un mortale... che circa ventiquattro fa venne rinnegata dall'unione imperfetta del potere di un essere superiore ad un altro egualmente elevato, da cui nascesti tu... o meglio... il tuo spirito..."
La rossa rimase sempre più sconvolta da tali parole.
"... uno spirito che fu spinto verso il mondo dei mortali, ma che riuscì a sopravvivere solo con il calore di ciò per cui era nata: l'unione con la natura. Ora immagino ti sia più chiaro il perché del tuo forte legame con essa..."
Elery continuava a tremare dinanzi alle rivelazioni che le venivano fatte una dopo l'altra. Eppure, in quel momento, riuscì a sussurrare solo una parola:
"Zamasu... Ti prego..."
Egli rimase quasi stupito dalle sue parole, così come Gowasu e il Kaioshin del settimo universo.
"... Non condannarlo... Lui...."
La ragazza portò le mani sul volto totalmente in lacrime, e singhiozzò: "... Lui non è un essere malvagio... Ti supplico..."
"Sei davvero un essere tanto puro... vero, Elery? Nonostante il tuo corpo da mortale, ti sei mostrata più buona e altruista di qualsiasi altro Kaioshin qui presente!"
A quelle parole Shin, Kaioshin, del settimo universo, si gettò nuovamente in ginocchio dinanzi a lui. "Le chiedo perdono: avrei dovuto rendermi conto sin dall'inizio di colei che risiedeva nel mio universo!"
Il Gran Sacerdote gli sorrise. "Coraggio, non fare troppe storie. Io stesso ho tenuto sott'occhio questa creatura... e, credimi: mi è diventata parecchio a cuore, proprio come tutti i miei figli!"
Lei sollevò appena il capo per osservarlo mentre lentamente tornava ad avvicinarsi, per poi proseguire: "... per questo sono intervenuto personalmente con il sommo Zeno per accogliere la tua richiesta e quella del sommo Gowasu, ma solo dopo averti messa alla prova... e devo dire che non mi hai affatto deluso! Non devi temere: l'anima di Zamasu verrà purificata e lui avrà una seconda chance!"
"D... dice sul serio?"
"Certamente! Lui non mentirebbe mai!" intervenne subito Shin, mentre dal nulla si materializzarono improvvisamente Lord Beerus, Whis e il sommo Kaioshin con sulle proprie spalle il giovane Goku che osservò entusiasta il gruppo.
"Allora? Dov'è Zamasu?"
Subito il dio della distruzione si chinò più volte verso il Gran Sacerdote così come il sommo Kaioshin. Beerus prese subito parola: "Mi perdoni! Mi perdoni! Ho insistito più volte affinché questo sciocco non facesse di testa sua, ma non ha voluto sentire ragioni!"
"Il fatto è che il sommo Kaioshin mi ha detto che Zamasu sarebbe potuto tornare in vita, e io vorrei tanto scoprire se è diventato più forte!"
"Cosa?! Io non c'entro nulla! Lo perdoni, gran Sacerdote!"
"Questo rischia di farci polverizzare tutti!" intervenne il sommo Kaioshin, seguito da Beerus mentre Whis rideva sotto i baffi.
Goku notò la presenza di Elery, e con gran sorpresa la indicò. "Ehi, ma io ti conosco! Non ti avevo vista da Bulma?! Come mai ti trovi qui?"
Lei si asciugò le lacrime mentre il Gran Sacerdote riprendeva il suo discorso, poggiando una mano sulla spalla della giovane: "Prima che mi interrompeste..."
Tutti, meno che Goku e Whis, chinarono il capo verso di lui, ma il Daishinkan tornò a sollevare quello della giovane alla quale si rivolse nuovamente: "Avrei una cosa da rivelarti. Forse potrebbe non piacerti... e temo neanche a te, Goku!"
"Uh?" Il saiyan si grattò la nuca, mentre Elery portava le mani sul petto sentendo una profonda ansia crescente.
"Per far sì che l'anima di Zamasu venga totalmente purificata egli dovrà ricominciare la sua vita da zero... Ciò significa che non avrà alcun ricordo di te e di ciò che in passato lo aveva tanto oltraggiato... ma avrà comunque un'anima pura grazie a te, Elery, che sei riuscita a ripulire ciò che prima era così sporco!"
La rossa chinò velocemente il capo verso terra: avrebbe dovuto rinunciare definitivamente a lui e a tutto ciò che avevano passato assieme. Sarebbe stata una terribile condanna per il suo cuore... ma non per Zamasu, che avrebbe potuto avere una nuova opportunità di vivere per poter diventare il sommo Kaioshin del decimo universo.
"Allora, Elery... Cosa ne pensi?!"
"..."
Ella gettò lo sguardo sul sommo Gowasu che annuì a tali parole; poi lei tornò ad osservare il Gran Sacerdote, tentando di sorridere con la solita semplicità che tanto la contraddistingueva.
"Io... voglio che Zamasu sia felice. È il mio unico desiderio!"
Rimasero tutti allibiti dinanzi a parole tanto sincere, meno che il Gran Sacerdote, Beerus e Goku che continuava a non capirci nulla, ricevendo di tanto in tanto qualche colpo non voluto dal Dio della distruzione.
"Molto bene."
"Solo... Se fosse possibile, io... vorrei tanto poterlo vedere... un'ultima volta!"
"Un'ultima? Questa è anche casa tua, Elery: d'ora in poi ti sarà concesso tornarvici quando più lo desidererai... Sei per metà un essere superiore, e come tale ti verrà anche assegnato un compito come protettrice della natura di tutti gli universi!"
"Co... cosa?"
"Ovviamente non dovrai rinunciare alla tua vita da mortale! Ma ne parleremo meglio dopo... Ora, procediamo..."
Un'immensa luce comparve dall'aureola alle spalle del gran Sacerdote, che sembrò connettersi con qualcosa e colpì anche il cuore di Elery. Lei riuscì quasi ad avvertire le vibrazioni di un albero potentissimo in stretto contatto con il suo essere, che era presente in quel mondo e che fece apparire tra le sue mani un frutto dorato, il quale subito dopo assunse una forma diversa. Tra le braccia di Elery si materializzò un piccolo Kaioshin, che in età umana avrebbe potuto dare l'impressione di un bimbo di sei anni, che la fece cadere sulle ginocchia per il suo peso mentre lei lo osservò dormiente e tranquillo. Ella rimase qualche secondo immobile cercando di riconnettere i propri pensieri; quando finalmente ci riuscì, strinse dolcemente a sé Zamasu cullandolo tra le sue braccia.
"Zamasu..."
Anche Gowasu fu quasi commosso nel rivedere il suo apprendista in quella forma tanto semplice: ora avrebbe avuto l'opportunità di insegnargli tutto ciò che doveva conoscere, senza dover più tralasciare nulla.
"Ovviamente verrà affidato nuovamente al suo maestro... e tu, Elery, avrai il compito di visitarlo a tempi alterni per far sì che non cada nuovamente in folli pensieri. D'altronde anche gli esseri superiori possono avere ambizioni più grandi di loro!" disse il gran Sacerdote: un sorrisetto si intravide nuovamente sul suo volto.
"E quello sarebbe Zamasu? Ma... è un mini Kaioshin!" commentò Goku, mentre venne colpito nuovamente dal Dio dalle sembianze di un gatto.
"Vuoi stare zitto?!"
"Ahi! Colpisca più piano!"
Tutti, lentamente, udirono un dolce canto proveniente proprio dalle labbra di colei che ora stava accogliendo il suo piccolo amore, che avrebbe curato in maniera diversa da ciò che si aspettava. Era davvero molto triste per lei, ma d'altronde il suo obiettivo primario era sempre stato quello di salvare la sua anima... sebbene dentro di sé continuasse ad amarlo anche sotto quella piccola forma.
"Hmm... Un canto davvero puro!" constatò il gran Sacerdote, notando l'aria farsi quasi più calma mentre il gruppo lì presente venne quasi avvolto dalla dolcezza di quelle note rilassandosi visibilmente. Zamasu aprì lentamente gli occhi osservandola e istintivamente aggrappandosi a lei, per poi tornare a chiudere le sue giovani palpebre lasciandosi cullare da quel suono affettuoso.
"Zamasu... Non lascerò che le tenebre oscurino ancora il tuo cuore... Te lo prometto!"
Elery lo strinse nuovamente a sé. Da quel giorno, per entrambi, sarebbe cominciata una nuova vita e in qualche modo avrebbero potuto realizzare assieme i loro sogni senza dover più nuocere ad alcuno. Questa sarebbe stata la speranza che le avrebbe permesso di andare avanti assieme a lui, che ora si apprestava a ricominciare a scoprire tutte le bellezze che lo circondavano, comprese quelle dei mortali.

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