Day 1 - 26th October

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Day 1 - 26th October

Harry non avrebbe dovuto accettare quella scommessa, così come non avrebbe dovuto farlo Draco.

Quando entrambi l'avevano fatto, nessuno dei due aveva immaginato cosa sarebbe successo se avessero perso, nessuno dei due aveva immaginatoquello.

«Dovete pagare pegno.»

Blaise e Neville, che ormai non provavano più alcun timore nel mostrarsi insieme in pubblico, fermarono la loro camminata per girarsi verso i due malcapitati, gongolando nel vedere le loro facce sconvolte.

«No, ditemi che non è vero.»

«Potete scordarvelo. Non dividerò mai un appartamento con Potter!»

I due risero più forte alle prevedibili obiezioni di Draco ed Harry, che intanto li maledicevano in ogni lingua esistente, e solo dopo ripresero a camminare tra i passanti ignari che da lì a poco sarebbe scoppiata nuovamente una guerra.

«Un appartamento in zona babbana, Malfoy. E senza bacchetta.» ricordò ghignando Neville, evidentemente influenzato dall'indole serpeverde del ragazzo, giusto per vederlo imprecare ancora di più e abbassare le spalle sconfitto nell'animo dalla poco apprezzata situazione.

Il duo dell'Apocalisse, come aveva deciso di rinominarli Harry, si fermò di fronte la porta della casa incriminata

Era di un nero brillante ed il pomello scintillava sotto quei flebili raggi di sole che di tanto in tanto facevano capolino tra le nuvole che quel giorno, e non solo, ricoprivano il grigio cielo di Londra.

Non appena Harry e Draco l'aprirono, due mani li spinsero dentro e, prima che potessero anche solo sorprendersene, la porta fu chiusa dietro le loro spalle.

«Oh, mi sono dimenticato: c'è un solo letto. Matrimoniale. »

Una voce ovattata raggiunse il duo attraverso il legno, seguita da quella che sembrava una manata contro il muro.

«ZABINI.»

Draco osservò soddisfatto la sua alta opera di ingegneria: un filo che percorreva da un lato all'altro tutta la camera matrimoniale rosa, dividendola in due metà perfette.

«Supera questo confine, Potter, e ti crucio.»

Non voleva diventare violento, non più del necessario almeno, ma solo l'idea di dormire con lo Sfregiato gli faceva venire l'orticaria.

Sì, avrebbe decisamente fatto bene a non toccarlo, o gliel'avrebbe fatta pagare.

«Non credo sia legale come cosa.» mormorò il diretto interessato mentre si grattava una guancia, guardando dentro la stanza dal corridoio.

I due compagnia di scuola - si rifiutava di definirli amici dopo quello scherzo che gli avevano giocato - avevano trovato un bell'appartamento, abbastanza grande da garantire una pacifica convivenza - pacifica se non fossero stati loro a doverla portare avanti - e che, in meno di mezz'ora, ovvero da quando li avevano lasciati soli, aveva già dovuto assister3 alla crisi isterica del biondo e a quella depressiva del moro.

«Lo diventerà.» fu la risposta piccata del serpeverde che si ritrovò a sbuffare scocciato.

Davvero era così infantile quel ragazzo?

L'idea di dover dormire con affianco il corpo schifosamente pallido, asciutto e invit- e basta dell'altro, non piaceva nemmeno a lui ma almeno evitava le scenate da prima donna.

«Preferisco dormire sul divano.» borbottò facendo dietro front, o almeno quello era l'intento.

L'odiosissima voce dell'altro, seccante e sprezzante, infatti, lo ghiacciò sul posto.

«Potter, non c'è un divano.»

E nemmeno tutto il bene che voleva a Neville riuscì a salvarlo da un sonoro vaffanculo.

Si portò un paio di dita a massaggiarsi le tempie che, come se non bastasse, avevano deciso di iniziare a dolore per lo sforzo di sopportare la sua nemesi.

Perché, perché dannazione, erano finiti in quella situazione?

Non avrebbe retto per sette, lunghissimi giorni.

Quando Draco lasciò la loro - un brivido lo attraversò da capo a piedi e non era sicuro fosse dovuto allo schifo - stanza da letto, vide la porta a vetri del salotto chiusa e la luce accesa.

Che Harry si fosse barricato lì per mantenere la sua santità mentale?

Non lo sapeva e nemmeno gli interessava, in fondo avrebbero passato quasi sicuramente lunghissime ore chiusi

stanze diverse per tutto il giorno e la notte facendo finta di addormentarsi non appena toccato il materasso.

Quando il suo stomaco, però, decise di averne abbastanza di stare a digiuno, scrollò le spalle e, distogliendo lo sguardi dalla porta, non curante entrò in cucina.

L'arredamento di uno scintillante color verde smeraldo lo fece sorridere, ma durò poco.

Una volta aperto il frigo, infatti, le sue labbra si piegarono in una smorfia nel vederlo vuoto.

Maledetti.

Avrebbero pagato caro anche questo affronto, parola di serpe.

«POTTY! Abbiamo un problema.» urlò allora innervosito.

Il grifondoro giunse subito con un'espressione strana sul volto che qualcuno avrebbe definito preoccupata, altri - come Draco - da idiota.

«Che vuoi, Malfoy?»

«Non c'è cibo.»

Harry distese i lineamenti del viso, fissandolo come se stesse fissando in bambino.

«Non è un problema, basta fare la spesa.»

«Non starò in mezzo a dei babbani!»

E subito Malfoy lo lasciò solo nella stanza, scansandolo malamente mentre si dirigeva di nuovo nella stanza rosa confetto.

E ci si chiudeva dentro.

A chiave.

«Significa che ordineremo una pizza.» disse con una scrollata di spalle.

Quello stupido serpeverde viziato si sarebbe dovuto abituare.






NdA: Storia mia già precedentemente pubblicata su EFP, ho deciso di pubblicare anche su questo sito - a distanza di più di un anno - su richiesta di alcune lettrici. Spero possa piacervi.      E scusatemi eventuali errori, sono leggermente malata e non ho la testa di correggerli, quindi sì, scusatemi ancora. 

XoXo

Logan 

Seven Days || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora