Senza nemmeno aprire gli occhi, Harry registrò il dolore lancinante che correva lungo la spina dorsale e poi la posizione in cui si era addormentato - che almeno spiegava il perché del mal di schiena.
Era seduto con la testa di Draco appoggiata all'incavo del collo, un suo braccio che lo circondava, la coperta leggermente caduta lungo le spalle, il pc ormai in stand-by e il filo che avrebbe dovuto segnare il confine bellamente dimenticato.
Sorrise nel vedere il viso del biondo disteso in un espressione rilassata, i capelli leggermente in disordine.
Aveva iniziato a svegliarsi prima di lui soltanto per quello, per poterlo guardare dormire, eppure era sicuro che avrebbe potuto continuare per l'eternità e mai si sarebbe abituato a quel dolce spettacolo.
Le sue labbra rosee erano leggermente socchiuse, i suoi occhi tremolavano sotto le palpebre serrate, segno che stava sognando.
Si dovette trattenere dall'accarezzare quella pelle perfetta così come le mattine precedenti, anche se non sempre c'era riuscito.
Probabilmente, notò, era proprio quell'impossibilità di resistergli che lo portava a comportarsi come una perfetta donnina di casa.
Si era così abituato a fare le faccende domestiche al posto dei suoi zii che era diventato quasi automatico occuparsene, e alle volte, anche una valvola di sfogo, esattamente come in quel periodo. Ordinare e cucinare gli tenevano la mente abbastanza occupata da accantonare in un angolo i suoi impulsi, sempre più difficili da mantenere.
Aggiustò la coperta ad entrambi e sorrise quando Draco si mise ancora più comodo sulla sua spalla.
Sorriso che rimase anche quando gli occhi grigi dell'altro si schiusero lentamente e lo guardarono quasi accigliati.
«Malfoy, hai completamente oltrepassato il filo.» gli disse con tono scherzoso, ma abbastanza basso da non dargli fastidio. Il fiondo storse il naso a quella frase, senza avere la forze di guardarlo storto.
«Non è vero.» fu la risposta frettolosa del Serpeverde, ancora spalmato contro di lui.
«Draco, sbaglio o sei sopra di me?» gli fece notare, ridacchiando alla faccia stizzita dell'altro che quasi gli ringhiò contro.
«Potter, non diciamo scemenza, sei tu che mi stai sotto, non viceversa.»
«Mh, magari se ti stacchi la rendi più credibile come cosa.»
Harry nascose una risata contro il dorso della mano perché solo quando glielo fece notare il Serpeverde si ritrasse, malcelando l'imbarazzo, e lui non poté che trovarlo carino.
Accigliato, certo, ma carino.
«Dannazione, riesco a sentire il tuo cervello pensare a quanto trovi questa situazione divertente.»
«Mh, forse non hai tutti torti.» e accompagnò la sua risposta con un occhiolino e un ghigno molto poco Grifondoro, ma non gli importava gran ché.
Infondo il cappello parlante voleva smistarlo a Serpeverde, no?
«Fottiti Potter.»
«Vieni con me?»
Draco, dopo quella frase di Potter, era scappato dalla stanza fiondandosi nel salone per chiudercisi dentro.
Non sapeva perché l'aveva fatto.
Era stato preso alla sprovvista e, soprattutto, tanto stupido da non capire che Harry stesse scherzando.
Sospirò passandosi una mano sul viso, come se quello potesse lenire la figura di merda appena compiuta.
Iniziò a camminare lentamente per la stanza, con Ekans che lo fissava curioso attraverso il rettilario.
«Cos'hai da guardare?» gli ringhiò, pur sapendo che quello stupido coso non potesse capirlo.
Riprese a camminare.
Com'era potuto accadere?
Per quale dannato motivo si era addormentato sopra Potter?!
Emise un gemito frustrato, quella convivenza lo stava logorando.
Per anni, per anni non aveva fatto altro che infastidirlo fino al limite del possibile ed erano bastati meno di cinque giorni per ritrovarsi ad apprezzare la compagnia del Grifondoro - beh, quasi -, ad essere geloso di un serpente perché riceveva più attenzioni di lui e addirittura a voler far suo il corpo del moro.
L'aveva ammesso, finalmente, che quella dannata cosa che gli sconvolgeva lo stomaco ogni volta non era altro se non la brama si possederlo, fino a stare male.
E non andava bene, non andava decisamente bene.
Avrebbe dovuto odiarlo, avrebbe dovuto dargli fastidio per il puro gusto di farlo e non perché quello era il solo modo che conosceva per sentirsi più vicino a lui.
Da quando i suoi sentimenti per il Grifondoro erano cambiati così radicalmente?
Non sapeva darsi una risposta.
All'inizio tutto era così facile, semplice: un insulto di qua, una scazzottata di là... l'unico sentimento che li legava era il reciproco disprezzo.
Poi, poi qualcosa era cambiato.
E a Draco no, i cambiamenti non piacevano per niente.
Tirò un pugno al muro senza nemmeno rendersene contro, troppo preso dal maledire quella situazione in cui il suo compagno di casa lo aveva ficcato.
Oh, ma l'avrebbe ucciso, oh si che l'avrebbe ucciso.
Zabini l'avrebbe pagato caro quell'affronto.
«Draco?»
Sentì la sua voce prima che la porta si aprì, lasciando entrare la sua figura preoccupata nella sala.
«Sto bene. Lasciami in pace.» gli rispose calmo, con tono piatto e guardandolo di sbieco.
Non doveva preoccuparsi per lui, non avrebbe dovuto farlo.
Essere gentile con lui, la stessa persona che per anni lo aveva solo maltrattato.
La sua voglia doveva sparire e subito, anche.
«Draco, ma stai sanguinando.»
Harry puntò i suoi occhi sulle gocce cadute a terra e di cui il Serpeverde sembrava non curarsi.
«Ho detto di lasciarmi in pace, Potter.» gli ringhiò contro, come ad enfatizzare il suo nervosismo.
Lo vide fare dietro-front e si lasciò scappare un sospiro quando lo sentì mormorare di nuovo.
«Era uno scherzo, il mio, prima.»
E forse era proprio quello il problema.
Potter scherzava, lui no.
Guardò fuori la finestra, quasi disperato.
Non poteva andarsene prima, vero?
Erano entrambi nel salone, Draco intento leggere mollemente poggiato su una poltrona ed Harry impegnato a conversare con Ekans, quando il campanello della loro porta suonò.
Si guardarono in faccia l'un l'altro, sorpresi.
Non conoscevano nessuno, Mihael se n'era andato e non sapevano chi poteva essere a quell'ora.
«Vado io.» disse Harry, lasciando Ekans nel suo terrario e notando che entrambi si erano alzati per andare ad aprire.
Memore del comportamento con cui Draco aveva accolto Mihael, aveva infatti pensato saggiamente di evitare che succedesse di nuovo.
Il Serpeverde non gli rispose, si limitò ad annuire e mettersi di nuovo comodo.
Non gli importava realmente sapere chi fosse, o almeno ne era convinto fino a quando non sentì le voci gracchianti dei loro cosiddetti amici.
«Harry, sei vivo!» sentì Neville urlare ed era sicuro che l'avesse abbracciato come se non lo vedesse da secoli «Ma.. se tu sei vivo significa che è Malfoy quello morto?» lo
ascoltò continuare e roteò gli occhi, alzandosi per la sua entrata in scena.
Almeno l'avrebbe fatto tacere.
Anche se..
Fingersi morto ed evitare quella visita? No, Potter l'avrebbe sicuramente fatto scoprire.
Poteva solo batterlo sul tempo.
«In realtà, Paciok, come vedi sono vivo anche io.» gli rispose, guardandolo scocciato e poggiando una spalla sullo stipite della porta.
Lo guardò aprire la bocca e lasciar scorrere lo sguardo su entrambi, alternativamente, e alla quarta volta che lo fece decise di interromperlo.
«Chiudi la bocca Paciok, che entrano le mosche. Zabini.» si rivolse poi al suo cognome a mo' di saluto, perché dopo il suo affronto aveva deciso di non chiamarlo più per nome.
Harry lo rimproverò con una semplice occhiata, poi tornò a guardare i loro ospiti ancora sulla soglia.
«Volete entrare?»
Entrambi annuirono, così si spostarono nella cucina, esattamente come avevano fatto con Mihael.
Si sedettero tutti, tranne Harry che si era appoggiato come al solito al bancone della cucina.
«Come mai siete venuti?» chiese di nuovo, come un perfetto proprietario di casa.
«Per vedere se eravate ancora vivi, a quanto pare sì. Blaise, avevi ragione.» mormorò Neville, indeciso se essere felice o deluso dalla situazione, e Blaise ridacchiò.
«Grazie per la fiducia, Blaise.» gli sorrise Harry sincero, mentre Draco sbuffava annoiato.
«Siamo vivi, per ora.» precisò roteando gli occhi e il suo coinquilino gli scoccò l'ennesima occhiataccia prima di parlargli.
«Lo saremo fino alla fine. Puoi andarmi a prendere la ciotola di Ekans?»
Sbuffò Draco, ma assentì, eseguendo.
«Ekans?» chiese Blaise interdetto, guardando il suo ragazzo, che si limitò semplicemente ad una scrollata di spalle.
Non avevano previsto la presenza di un terzo incomodo in quella casa.
Il Grifondoro fece per rispondere, ma venne interrotto dall'altro, che stringeva nella mano la ciotola mezza vuota.
«Il tuo stupido serpente mi ha anche bagnato, Potter.» gli ringhiò contro, posandogliela davanti, per poi allungarsi a prendere uno scottex per asciugarsi.
Harry cercò di trattenere una risata mentre lavava il contenitore e lo riempiva, poi si rivolse al Serpeverde dalla pelle scura.
«È il pitone di un nostro vicino. Ce ne stiamo occupando.» gli spiego sorridendo, pronto a risistemare il terrario.
«TU te ne stai occupando.» rettificò il biondo, sbuffando.
Blaise era stato sempre un ragazzo attento ai particolari.
Non era di certo il tipo da farsi sfuggire qualcosa e di certo non gli era sfuggita l'attrazione che Draco provava nei confronti del loro compagno di scuola.
Forse se ne era accorto persino prima di lui e, da bravo amico qual era, era stato suo compito fare in modo che il biondino aprisse gli occhi una volta per tutte.
Ed aveva funzionato, o sì che aveva funzionato.
Poteva vederlo nei piccoli gesti di Draco, nei suoi continui sguardi lanciati al moro pensando di non essere visto, nel modo in cui lo seguiva con gli occhi ad ogni piccolo
passo.
Il loro piano, suo e di Neville, stava procedendo bene e, notando l'espressione soddisfatta del suo ragazzo, suppose di non esser il solo ad essere giunto a quella conclusione.
Ciò significava che anche Potter avesse un debole per il principe delle serpi, proprio come avevano sospettato.
Infondo, solo un cieco non se ne sarebbe accorto e beh, quell'inetto di Weasley, certo.
Doveva pur esserci qualcosa di più profondo che del semplice odio adolescenziale alla base dei loro continui diverbi, no?
Attrazione, desiderio e forse...
No, era decisamente troppo presto per parlare di quello.
Ma così come non gli erano sfuggiti i piccoli gesti di Draco, allo stesso modo non gli erano sfuggite le attenzioni che il Grifondoro gli riservava.
E non erano mai state evidenti quanto quel giorno.
Vederli lì, in quell'apparentamento - scenario di solo Dio sa cosa -, battibeccare come una coppia sposata, non faceva altro che alimentare la sua teoria.
Ed ebbe un'ulteriore conferma poco dopo, quando assistette ad una scena che trovò... perfetta.
Da persona educata qual era, Potter li aveva invitati ad unirsi a loro per il pranzo e Neville non ci aveva aspettato due volte prima di accettare.
Sapeva cosa aveva in mente il suo ragazzo.
Dio, se l'amava.
E fu in quel momento, proprio mentre il moro era intento ad armeggiare con le stoviglie che successe.
Quei due, che non avevano fatto altro che darsele di santa ragione per interi anni, avevano raggiunto una sintonia che, forse, neanche lui e Neville avevano ancora raggiunto.
Quasi scoppiò a ridere quando, poco prima che Harry inciampasse ad una sedia che si era malauguratamente trovato sul suo cammino, Draco l'aveva spostata con un piede, senza neanche alzare lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Anche il suo ragazzo se ne accorse e, scuotendo la testa evidentemente divertito dalla scena, gli rivolse il sorriso di chi la sa lunga.
C'era ancora molto da fare, ma quei due erano decisamente sulla buona strada.
«Usciamo.»
Harry si voltò a guardare Draco, scettico. Stava sognando, era sicuro.
Il serpeverde non era entrato quasi incazzato nel salone guardandolo minaccioso solo per uscire.
No, non poteva essere vero.
«Non credo di aver capito bene.»
Vide l'altro sbuffare e guardarlo storto per poi ripetersi.
«Ho detto: molla quel maledetto serpente che usciamo.»
Annuì piano, lasciando scivolare Ekans nella teca e si alzò, ancora interdetto.
«Perché?»
Non si era reso conto di averlo detto ad alta voce fino a quando non vide il biondo scoccare la lingua sul palato.
«Perché mi va.»
Scosse la testa, prendendo le chiavi che Neville gli aveva lasciato sul tavolo precedentemente, e uscirono.
Era convinto che Malfoy non sarebbe mai voluto uscire e stare in mezzo ai babbani, invece lo vide quasi scappare dall'appartamento e sorridere.
Non commentò per non indispettirlo - infondo, non gli dava propriamente fastidio uscire con lui -, e quel pensiero lo fece quasi ridere.
«Almeno non c'è quel maledetto coso.» lo sentì borbottare, tirandosi indietro i capelli.
«Prima o poi mi dirai perché odi così tanto quel serpente.»
Gli sorrise, poi iniziarono a camminare per la zona babbana, in silenzio.
Eppure, per Harry, quel silenzio non pesava.
Era sereno, senza tensione.
Era un silenzio pieno di pace.
Si voltò a osservare il biondino, i suoi occhi grigi che guardavano quasi divertiti le porte decorate da fantasmi e i vialetti illuminati da numerose zucche.
«Sembra quasi di stare ad Hogwarts. A proposito, dobbiamo prendere i dolcetti per Halloween.» gli disse, ma ovviamente vedendo il serpeverde alzare un sopracciglio, interdetto, si spiegò meglio, convinto che sarebbe rimasto alterato dall'assenza di cioccolata e biscotti.
«I bambini si travestono andando a bussare casa casa, e se non vuoi trovarti una mandria di marmocchi dispettosi a crearti danni... meglio avere dei dolci a portata di mano.» ridacchiò e Draco lo guardò con un espressione scettica.
«Perché ancora non abbiamo i dolcetti?»
Cercò di non pensare al fatto che ormai sapesse esattamente come prevedere le reazioni di Draco in ogni singola situazione e si limitò a ridere e a convenire con se stesso che come al solito aveva ragione.
«Possiamo andarli a prendere adesso, se vuoi.»
«Per colpa di Zabini e Paciok devo perfino fare la spesa.» sbuffò scocciato e il grifondoro scosse la testa, un sorriso accennato ancora sul volto.
Non sarebbe cambiato mai.
«Posso andare domani da solo.»
«E rischiare di avere marmocchi fastidiosi che ci distruggono casa? Nossignore.»
No, Draco non avrebbe permesso ad Harry di svalutarlo così, o peggio di lasciarlo a casa col demonio verde e beige.
Avrebbe fatto la spesa.
Abitudine o non.
NdA: Rieccoci, ones again.Siamo al quinto capitolo, e come spoilera il titolo, ne mancano solo due. Nel frattempo ne approfitto per ringraziare 98Angel che ha scritto la riflessione di Blaise. Thank you girl.
Detto questo spero comunque vi sia piaciuto, e se vi va votate e commentate!
Nel frattempo voglio ringrazire TUTTI quelli che hanno votato e commentato gli scorsi capitoli, oltre che a tutti quelli che hanno letto fin qui, anche se silenziosi.Ricordate: I love you all.
Logan
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Seven Days || Drarry
Fanfiction«Dovete pagare pegno.» Blaise e Neville, che ormai non provavano più alcun timore nel mostrarsi insieme in pubblico, fermarono la loro camminata per girarsi verso i due malcapitati, gongolando nel vedere le loro facce sconvolte. «No, ditemi che no...